venerdì 22 giugno 2018

Spesso sono felice di Jens Christian Grøndahl

La cosa peggiore fu perderti, ma la seconda cosa peggiore fu che non avesti mai la possibilità di chiedermi perdono.

Ellinor ha settant'anni. Rimasta vedova per la seconda volta decide di cambiare vita. Radicalmente.
Tra lo sconcerto dei figli del secondo marito, che ha cresciuto come fossero suoi, decide di vendere la bella villa nel quartiere bene in cui ha vissuto per anni e di ritornare nel quartiere di nascita, a Copenaghen, dove, come le dice uno dei figli adottivi, non passa giorno che non si abbia notizia di sparatorie e di bande criminali. Ma a Ellinor non importa, l'unica cosa che conta è poter tornare dove è nata, forse per recuperare, anche se ormai è troppo tardi, il rapporto con la madre, mai completamente risolto, forse per lasciarsi alle spalle la sofferenza per la morte del marito e i tanti segreti che hanno segnato la sua esistenza. O forse per riappropriarsi di se stessa e vivere, finalmente e per la prima volta, a modo suo.

Il romanzo - così breve da essere praticamente un racconto lungo - è scritto come una lunga lettera di Ellinor a Anna, un'amica morta molti anni prima in un incidente sulle Dolomiti. Nella lettera Ellinor fa il resoconto della sua vita, dalla nascita alla seconda vedovanza, senza reticenze e anche con un discreto disincanto. Si scopre così il segreto della nascita di Ellinor (è figlia di un soldato tedesco e la madre, giovanissima, la cresce da sola nascondendone le origini), il rapporto con la madre, mai risolto, l'amicizia con Anna che è il suo opposto ma diviene ugualmente la sua migliore amica,  allacciando forse il rapporto più vero e profondo della sua vita.

La discussione è stata sorprendentemente animata, e molto interessante. Dico sorprendente perchè il libro è davvero corto, appena un centinaioi di pagine, e racconta una storia tutto sommato positiva. Oltretutto, pur con i giusti distinguo, il libro è stato apprezzato più o meno da tutte. Annarita ha trovato la protagonista antipatica, e il suo decidere di tagliare i ponti, anche con una certa durezza, con i figli adottivi, l'ha perplessa. Monica, invece, ha rilevato che il libro non ha un fine vero e proprio, non si sa dove vuole andare a parare. Racconta solo la storia di Ellinor ma poi il finale è lasciato per molti versi in sospeso. Le è dispiaciuto che il tema legato alla nascita della protagonista sia stato solo sfiorato, mentre avrebbe forse meritato qualche approfondimento in più. Marilaura è rimasta colpita dal rapporto tra Ellinor e Anna, così forte da resistere davvero a tutto. Ellinor ama Anna sicuramente più del prima marito, superficiale e inaffidabile e presto dimenticato. Ama Anna così tanto che in un certo senso ne prende il posto, sia di moglie che di madre, e soprattutto le perdona tutto, incluso il tradimento.
Credo che Zaffira abbia fatto la disamina più appassionata, infatti credo che le chiederò una recensione scritta.

Riassumendo: ci ha colpito, in Grondahl, la capacità di immedesimarsi nella sua protagonista, con una sensibilità notevole e la capacità di condensare, in un libro così breve, un numero notevole si spunti e tematiche. Alcune non sono che sfiorate (il tema delle origini di Ellinor viene solo accennato, ad esempio, ma aiuta a comprendere molte delle sue scelte di vita e la sua reticenza), così come quello della genitorialità "surrogata" di cui vediamo le conseguenze, ovvero il rapporto con i figliastri che si rompe (anche se non con entrambi) non appena Ellinor inizia ad agire per se stessa e non per il ruolo fino ad allora ricoperto, ma non l'evolversi.
Eppure emerge in maniera vivida il ritratto di una donna che per tutta la vita ha nascosto la sua vera essenza, dalla nascita fino al secondo matrimonio, che si è adeguata - anche felice - al ruolo di matrigna amorevole e moglie devota, ma che non più giovanissima riconquista se stessa, dimostrando che non è mai troppo tardi per vivere a modo proprio. Lo confesso, io da grande voglio essere come Ellinor ^_^.


Prossimo appuntamento martedì 17 luglio 2018, sempre a casa di Zaffira. Libro del mese: Sotto cieli noncuranti di Benedetta Cibrario.