tag:blogger.com,1999:blog-39763356668619462922024-02-18T23:07:23.066-08:00Il naso nei libriIlnasoneilibrihttp://www.blogger.com/profile/11402395865774360365noreply@blogger.comBlogger102125tag:blogger.com,1999:blog-3976335666861946292.post-66469643251208643852020-10-05T05:37:00.006-07:002020-10-05T05:37:52.766-07:00Fiore di roccia<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><i><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbtoZa_-dvHe74T6vjlN6WTMSwVRupRrMM6kRdjTUKA0FfA6ne56ANMZKBQhYgkQ11r3zKw7pSuTYY_0O5VrG7UxR5wUtxFGtN_8OBq-dQv1lDIU58f7WYP6KfrJcwE9xm9dxHyKs2uVo/s600/2020+tuti_ilaria.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="600" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbtoZa_-dvHe74T6vjlN6WTMSwVRupRrMM6kRdjTUKA0FfA6ne56ANMZKBQhYgkQ11r3zKw7pSuTYY_0O5VrG7UxR5wUtxFGtN_8OBq-dQv1lDIU58f7WYP6KfrJcwE9xm9dxHyKs2uVo/s320/2020+tuti_ilaria.jpg" /></a></i></div><p><i>Se tu vens ca su ta' cretis, là che lôr mi àn soterât, al è un splaz plen di stelutis: dal gno sanc 'l è stât bagnât.<br />Par segnâl une crosute je sculpide lì tal cret: fra chês stelis nas l'arbute, sot di lôr jo duâr cuièt.<br />Cjol sù, cjol une stelute: je a ricuart dal nestri ben, tu i darâs 'ne bussadute, e po platile tal sen.<br />Cuant che a cjase tu sês sole e di cûr tu preis par me, il gno spirt atôr ti svole: jo e la stele o sin cun te.<br />Ma una dî, cuant che la vuere a sarâ un lontân ricuârt, tâl to cûr dulâ che iere stele e amôr, dut sarâ muârt.<br />Restarâ par me che stele che il miô sanc al â nudrît, per che lûsi simpri biele su l'Italie e l'infinît</i></p><p> </p><p>Inizio questo articolo non con una citazione dal libro del mese ma con il testo, struggente, di <i>Stelutis Alpinis</i> di Arturo Zardini, dedicato ai caduti della Grande Guerra. </p><p>Come spesso (se non sempre) accade, la canzone è dedicata agli uomini che hanno perso la vita al fronte, ed è rivolta alle molte donne che ne hanno pianto la scomparsa. Ma sul fronte friulano, durante il primo conflitto mondiale, hanno combattuto anche le Portatrici Carniche, che con le loro gerle trasportavano giornalmente rifornimenti e munizioni fino alle prime linee italiane. Alcune furono ferite, una, Maria Plozner Mentil (Timau, 1884 – Paluzza, 15 febbraio 1916), ha pagato con la vita il suo coraggio. <br /></p><p></p><div class="separator" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: right;"><img border="0" data-original-height="221" data-original-width="228" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHUhZ1sUvGdF5suX3pVlvXvsHCFwbPC_1hOGc3IUReKEyEz5vWsURCx0M8ccS6K3Z6CcQPzJ4cb4nnH8QjxbxPPjMona5CeAV__YhbfoL5_RforrS8NsyX1YlkICJ4_e_7RW2aIJTRkPE/s0/Portatrice+carnica+2.jpg" /></div>Con <i>Fiore di roccia</i> Ilaria Tuti porta a conoscenza del grande pubblico la storia delle Portatrici Carniche, in Friuli ancora molto amate, ma sconosciute ai più. Agata, la protagonista del romanzo, è un personaggio inventato, sintesi di tante nonne, bisnonne e anziane che portatrici lo sono state per davvero. Nella storia finzionale si inseriscono anche personaggi reali, come Maria Plozner, e alcuni eventi reali che l'autrice condensa, per necessità narrative, nei pochi mesi in cui si svolge il racconto, anche se nella realtà si sono svolte durante l'intero conflitto.<p></p><p>Ne esce un racconto poetico, di forza e resilienza femminile, nel quale la determinazione e lo spirito di sacrificio fanno da contraltare all'orrore della guerra cui queste donne partecipano per proteggere figli e anziani che abitano nelle valli ma anche per nutrire i soldati perchè: <br /></p><p style="text-align: center;"><span class="readable" id="reviewTextContainer3436882781"><span id="freeTextContainer3697024612597441844"><i>Anin, senò chei biadaz ai murin encje di fan.»<br />Andiamo, altrimenti quei poveretti muoiono anche di fame.</i></span></span></p><p style="text-align: left;"><span class="readable" id="reviewTextContainer3436882781"><span id="freeTextContainer3697024612597441844">Non so perchè mi sia più facile parlare dei libri che non mi sono piaciuti più di tanto rispetto a quelli che, invece, ho sorprendentemente amato o - peggio - mi hanno commosso come questo è riuscito a fare (almeno fino a quasi alla fine). Comunque questo è. Letto senza particolare interesse, anzi, pure di malavoglia, alla fine mi è sorprendentemente piaciuto. E non sono la sola. E' stato promosso praticamente da tutti, anche se in qualche punto la retorica del "tipicamente friulano" che possiamo condensare in: sacrificio, lavoro, fatica ci è parso un po' troppo rimarcata e il finale non ci ha convinto del tutto.</span></span></p><p style="text-align: left;"><span class="readable" id="reviewTextContainer3436882781"><span id="freeTextContainer3697024612597441844">Lascio quindi la parola alle recensioni:</span></span></p><p style="text-align: left;"><span class="readable" id="reviewTextContainer3436882781"><span id="freeTextContainer3697024612597441844"><b>Stefania, 4 stelle</b><br />Un libro bello e profondo che racconta la vita delle portatrici carniche durante la prima guerra mondiale. Il personaggio principale è l'emblema di queste terre: le donne sempre al lavoro, che antepongono sempre gli altri a sé stesse, al limite dell'autolesionismo. Ho trovato poco verosimile la fine, in cui la protagonista e il soldato tedesco che curava in segreto a casa sua si consegnano al paese e vengono salvati. Mi sarei aspettata di più una fuga nella neve. L'istinto di protezione dell'altro secondo me in una situazione del genere avrebbe prevalso. Un happy end, condito con figli e nipoti, poco in linea con il resto del libro.<br /><br /><b>Monica, 2 stelle</b><br />Storia interessante, ma...<br />Questo libro è riuscito ad irritarmi dalla prima all’ultima pagina e mi duole scriverlo. Riconosco all’autrice il merito di essersi documentata scrupolosamente per raccontare la storia di queste incredibili donne di montagna, le portatrici carniche, ai più sconosciuta.<br />Stonata è la scrittura, parole troppo ricercate per un racconto in prima persona, seppur con protagonista una ragazza con la madre maestra e con molti libri in casa.<br />Mi è parso stridente utilizzare un linguaggio aulico per parlare di queste donne del mio Friuli, come Vigje quella che conoscevo io.<br /><br /><b>Cristina, 4 stelle</b><br />Bel libro, scritto con molta partecipazione dall'autrice. Il racconto è sentito, e si avverte chiaramente l'intento di far conoscere quanto fatto dalle Portatrici Carniche, che qui in Friuli sono molto amate, ma che al di fuori ben pochi conoscono.<br />Non riesco a dare cinque stelline per il finale, che avrei preferito diverso e avverto come un po' forzato, e per la lingua utilizzata. Mi spiego meglio: il libro è in prima persona, ambientato in un piccolo paesino della Carnia durante la Prima Guerra Mondiale, la protagonista, pur se figlia di una maestra, secondo me ben difficilmente avrebbe potuto parlare come nel libro, o almeno lo credo io.<br />In ogni caso, molto consigliato.</span></span></p><p style="text-align: center;"><span class="readable" id="reviewTextContainer3436882781"><span id="freeTextContainer3697024612597441844"><i>Non c’è pietra che non possa ruzzolare, i vecchi lo ripetono sempre. <br />Metti um piede davanti all’altro. Non staccare il secondo se la presa del primo non è ben salda.</i><br /></span></span></p><p style="text-align: left;"><span class="readable" id="reviewTextContainer3436882781"><span id="freeTextContainer3697024612597441844">Qualche notizia sulle Portatrici Carniche si può trovare nel sito di <a href="http://www.donneincarnia.it/ieri/portatricicarniche.htm" target="_blank">Donne in Carnia</a>, e nel <a href="https://www.carniamusei.org/museo.html?entityID=427" target="_blank">Museo della Grande Guerra</a> a Timau.<br /></span></span></p><p>Di seguito anche un breve intervento di Lindo Unfer, che per molti anni è stato direttore del Museo della Grande Guerra estratto dal film "Guerra in montagna" di Alessio Bozzer, prodotto dalla Videoest nel 2016.<br /></p><p></p><p>
</p><p></p><p></p><p></p><p style="text-align: center;"> <iframe allow="accelerometer; autoplay; clipboard-write; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/rn80LHtDa68" width="560"></iframe></p><p>Libro del mese di ottobre: Il circolo della fortuna e della felicità di Amy Tan.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiY4vPoE4A6_OdDUUukwPvZu-m860rsvVDbVv0RTAEQLbFhsubx9mUhF7HK0ka2VaLMK-TbkTIHeyCTGPhCw1j0cuJSEfLTXbH4Ojq7KdStDDkUgqS3z_fVNaVf3pqPVtnAUqePBMulDh4/s401/CFF.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="401" data-original-width="249" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiY4vPoE4A6_OdDUUukwPvZu-m860rsvVDbVv0RTAEQLbFhsubx9mUhF7HK0ka2VaLMK-TbkTIHeyCTGPhCw1j0cuJSEfLTXbH4Ojq7KdStDDkUgqS3z_fVNaVf3pqPVtnAUqePBMulDh4/s320/CFF.jpg" /></a></div><br /><p><br /></p>Ilnasoneilibrihttp://www.blogger.com/profile/11402395865774360365noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3976335666861946292.post-67346126806784818652020-09-03T05:56:00.006-07:002020-09-03T06:06:16.760-07:00Niente caffè per Spinoza<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"></div><div style="text-align: left;"><div class="separator" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="183" data-original-width="275" height="229" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3FswO_L2JfIuoEGpOo9rhTBDeSsL9WiCJRTge_atPPI0eSoMn1jmgLZlWtIwNuhuksiyPlZRIyKiO_2zuKB0joYIUIE3nFDGrLGkXf-FYJcHUu8aQTCZPfU5Gs67ni9DWhHtNE-fANBs/w344-h229/Cappagli+2.jpg" width="344" /></div><div style="text-align: center;"><i>Un libro di per sé non è nulla se non trova qualcuno che lo fa vivere nella lettura</i><br /></div></div><div class="separator"><div class="separator" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: left;"><br /></div></div><p>Maria Vittoria ha quaranta anni, un matrimonio che si regge “come una capannuccia fatta con gli stuzzicadenti”, e nessun lavoro. Vive a Livorno, e la città è quasi la terza protagonista del racconto, con il mare, il libeccio che entra nelle ossa e ti cambia l'umore, Villa Fabbricotti, la Terrazza Mascagni, il mercato generale, l'alternanza delle stagioni che sul mare si avverte dal rumore che fanno le onde quando si infrangono sugli scogli<br /></p><p></p><p>Maria Vittoria (Marvi per far prima) ha un disperato bisogno affrancarsi da una vita passata ad adeguarsi agli altri, sottoamata dalla famiglia, dal marito, praticamente da tutti tranne che dal cane dell'insopportabile suocera - Aceto - che, da bravo canino, la ama, ricambiato.</p><p>Trova finalmente impiego come badante del professor Farnesi a cui dovrà pulire casa e preparare i pranzi ma soprattutto leggere. Il professore è infatti cieco, ma dotato della capacità di<i> vedere</i> le cose per come sono e di capire la vita molto migliore di tutti i normodotati che lo circondano. </p><p>Il Professore, un po' scorbutico ma gentile, affronta la vita a colpi di citazioni, che rintraccia sicuro nei tanti libri che ha in casa, e che Maria Vittoria gli legge, il più delle volte senza comprenderne veramente il senso. Ma piano piano inizia ad apprezzare la Filosofia, a leggere per il piacere di farlo. </p><p></p><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><img border="0" data-original-height="400" data-original-width="600" height="170" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHbmoqgdMpoS-zvwEbfURhd0SAqMeguR5ycxVJW2Ubg5JyUoI9qS8BHm6df-kpFvVhWDtTv9LUpo4fJnGczhqTFuX1pgF0kaiX-EhMx5zS5kO2yTZH4YrGNRi15LYLJBq1d5JghHW7hMw/w256-h170/Livorno+1.jpg" width="256" /></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Livorno<br /></td></tr></tbody></table><p style="margin-left: 40px; text-align: left;">Nel racconto, per la maggior parte dedicato a Maria Vittoria e al Professore, compaiono anche Elisa, figlia adorata ma sconclusionata del Professore, musicista sempre impegnata in giro per il mondo, che ogni tanto arriva in casa del padre con figlie e marito (inutile) al seguito, e una pletora di vicini, amici e ex allievi che rendono sopportabile all'anziano professore la reclusione dovuta alla cecità e alla malattia.</p><p style="text-align: left;">Tra alti e bassi di umore e salute il tempo del professore su questa terra sta per concludersi, ma lo fa solo dopo aver aiutato Maria Vittora a diventare una persona più forte, in grado di affrontare la vita a testa alta e, forse, a trovare un nuovo amore. Ma prima di tutto a ripigliarsi Aceto.</p><p></p><p><i>Niente caffè per Spinoza</i> è un libro che ci è piaciuto, e che - semplificando al massimo - si può riassumere con la parola "delicato". I drammi, che pure ci sono, sonno raccontati sottovoce, senza urla e strepiti, o tenuti un po' in sospeso, senza essere forniti di una vera spiegazione. Rimangono appena accennati i motivi della morte della moglie del professore, la storia della sorella emigrata in America, il rapporto di Maria Vittora con l'ignobile marito e con l'anaffettiva famiglia di origine, soprattutto con la madre, la figura evanescente ma sgradevole del marito di Elisa.</p><p></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody><tr align="right"><td><img border="0" data-original-height="157" data-original-width="321" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyerVbsbIdVgAZz-iHTfGFtgiOpip90I7eJhvYv8aHsVaEeQUpwfaQrpeD4CK0yr6DaQPimR51VHZ7UCdEyf292OU2vLYMfcDKRovVEi6WOlBXhIxnuL-Zg_GKZwAOl2XNOXEwU0Jvxfw/s320/Livorno+-+Fabbricotti.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;" width="320" /></td></tr><tr align="center"><td class="tr-caption">Villa Fabbricotti, a Livorno<br /></td></tr></tbody></table>In Elisa si possono riconoscere alcuni tratti autobiografici dell'autrice (anche lei musicista). Per stessa ammissione
della Cappagli il professore è ispirato all'80% da suo padre, anche lui
professore di liceo e anche lui ipovedente, ma speriamo vivamente non si possa dire lo stesso del marito (se c'è).<br /><p></p><p>L'aspetto sicuramente che più ci ha colpito è stato il racconto - delicato e sensibile - del procedere della vita del professore verso la sua ineluttabile conclusione. E' lo svuotarsi dell'amata libreria dell'uomo, più che la descrizione dei tanti sintomi fisici, che ci fa capire che la fine è vicina. E quando la morte sopraggiunge, lo fa con una nota comunque positiva, come un <span class="readable reviewText"><span id="freeTextreview3481631939">lento accompagnamento alla fine naturale di una vita, vissuta con i
suoi drammi e i suoi dolori, e le sue asperità, ma non priva di
significato e soddisfazioni. </span></span></p><p><span class="readable reviewText"><span id="freeTextreview3481631939">Note dolenti ce ne sono? Certo che ce ne sono. Prima di tutto la mancata spiegazione di alcune parti del racconto (vedi sopra), e a seguire la trama sentimentale che abbiamo unanimemente ritenuto inutile, dato che non solo non aggiunge nulla alla storia ma non è nemmeno tanto credibile. Per ultimo (e dibattuto assai) ad alcuni di noi - in primis alla scrivente - le tante citazioni hanno un po' appesantito la lettura (ma è un problema della scrivente.) <br /></span></span></p><p><span class="readable reviewText"><span id="freeTextreview3481631939">E' un libro di buoni sentimenti? Si. E' un libro perfetto? No. Ma a fine lettura prevale un sentimento di tenerezza che abbraccia tutti i personaggi, e li accompagna verso un nuovo futuro. </span></span></p><p><span class="readable reviewText"><span id="freeTextreview3481631939">Prossimo libro: <i>Fiore di roccia</i> di Ilaria Tuti.</span></span></p><p><span class="readable reviewText"><span id="freeTextreview3481631939"></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span class="readable reviewText"><span id="freeTextreview3481631939"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirkTihbfJfnyu8RZm0KAOBGWvtHxpTgFxfthrwYxWXVfUMgf198o4dtmHqFN7bq9qHpDTsLeBXbPK0sklvpaUOzliKCkTHjY94rDP6lhvRNr_v4Ix8ekpg8PuZop3SwHWYLHL-ehZG3ug/s379/Fiore+Roccia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="379" data-original-width="250" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirkTihbfJfnyu8RZm0KAOBGWvtHxpTgFxfthrwYxWXVfUMgf198o4dtmHqFN7bq9qHpDTsLeBXbPK0sklvpaUOzliKCkTHjY94rDP6lhvRNr_v4Ix8ekpg8PuZop3SwHWYLHL-ehZG3ug/s320/Fiore+Roccia.jpg" /></a></span></span></div><span class="readable reviewText"><span id="freeTextreview3481631939"><br /> </span></span><p></p><p><span class="readable reviewText"><span id="freeTextreview3481631939">Ci si vede, Coviddi permettendo, alle porte dell'autunno.<br /></span></span></p><p><br /></p>Ilnasoneilibrihttp://www.blogger.com/profile/11402395865774360365noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3976335666861946292.post-16623013637708491812020-09-01T05:12:00.000-07:002020-09-01T05:12:14.503-07:00Le streghe di Lenzavacche<p style="text-align: center;"><i></i></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><i><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbvVKhGa65vb5qS2Vc4j3qHC2JHv2KbwssikfQZ1hNbFVVIxNnFFMK1JXx4ecdxCBXvdLGSOO8mnkNhV2Lbcphg-1GfZV7RwFecetcM79NSur5ts_2dnttOz7rB3fnEHrHoxvPIoSp0gs/s275/LoIacono.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="183" data-original-width="275" height="229" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbvVKhGa65vb5qS2Vc4j3qHC2JHv2KbwssikfQZ1hNbFVVIxNnFFMK1JXx4ecdxCBXvdLGSOO8mnkNhV2Lbcphg-1GfZV7RwFecetcM79NSur5ts_2dnttOz7rB3fnEHrHoxvPIoSp0gs/w344-h229/LoIacono.jpg" width="344" /></a></i></div><div style="text-align: center;"><i>Tuttti cattivi presagi, figlio mio, ma tu eri nato, e pur squadernato da un vento di sfortuna, ti chiamai Felice, e decretai che quello era il primo passo per ribaltare il destino.</i></div><p></p><p>Un bambino cerca un maestro, e un maestro cerca un allievo, per le stradine di Lenzavacche, contrada di Noto, Provincia di Siracusa, in quel lembo estremo di Sicilia, sospeso tra terra e mare, in cui vivono ancora antiche tradizioni e ataviche paure.<br /></p><p>Siamo nel 1938, in un Italia fascista che non tollera le impefezioni (o anche solo le deviazioni dalla normalità), e tuttavia Felice esiste, vive, nonostante il corpo informe, e le difficoltà. Figlio di una "strega" e di un vagabondo, amato oltre ogni cosa dalla madre, Rosalba,e dalla nonna, Tilde, che lo allevano cercando di dargli tutta la normalità possibile, ma anche dal farmacista Mussumeli, spirito libero anche lui in un tempo che libero davvero non era, che della piccola famiglia è protettore e confidente.<i><br /></i></p><p style="text-align: center;"><i>A qualsiasi orario rincorrevo per te la vita, e la vita fuggiva, si scansava lesta al tuo passaggio, era intuitiva e feroce, la vita, ti fiutava come una bestia pericolosa e inesorabilmente ti lasciava indietro. E dire che tu l'amavi pazzamente</i></p><p></p><div class="separator" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="800" height="246" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLJMyeipJBE5Lmi4n6z86FuBv7dcGNwKhMToE6Z8kJhydbJsxD5L0r2yrqx4ZtKsDyW5OK7fHAPdlnqB1iJgs44NEjZ12Z6YUFFufwmj8M65GPViz8Ua3CF79oX79bSHra6Un3P-H9lx0/w328-h246/Lenzavacche+2.jpg" width="328" /></div><br />Non manca di intelligenza Felice, e di quella capacità di amare la vita che rende il nostro breve viaggio su questo mondo un dono infinito di meraviglia e felicità nonostante dolore e emarginazione. Anche se si ha il destino contro. Quel destino che nei secoli si è accanito contro la famiglia di Felice, e contro tutti gli spiriti liberi, vicini alla Natura e alla Terra, che hanno vissuto a Lenzavacche. Le streghe, insomma.<br /><p></p><p>Le streghe di Lenzavacche è un libro poetico e delicato, che vive in fragile equilibrio tra aspetti realistici e favolistici di un racconto che si divide in due parti ben distinte, quella ambientata nel 1938 e quella in cui viene narrata la storia delle Streghe di Lenzavacche e del loro eterno penare sotto il giogo dell'ignoranza e della cattiveria umana.</p><p>Sarà il breve epilogo, ambientato appena dopo la Seconda Guerra Mondiale, a tirare le fila di passato e presente, e a rivelare i misteriosi intrecci del destino che uniscono Felice e la sua piccola famiglia al maestro Mancuso e al suo misterioso dolore.<br /></p><p>Il libro ci è piaciuto molto. Purtroppo ha subito anche lui i mesi di lockdown, e l'impossibilità di incontrarci per parlarne. Così - da perfetto gruppo di lettura in tempo di Corona Virus - ne abbiamo parlato a spizzichi e mozzichi, un po' una sera, un po' durante una riunione via Skype.</p><p>Un peccato, perchè il messaggio del racconto, fortemente dalla parte delle donne e del "diverso" (diverso da chi, poi) è un inno all'accettazione, alla capacità di amare nonostante le inevitabili conseguenze, al coraggio di andare contro i limiti imposti dalla società e i pregiudizi del pensare comune. <br /></p><p></p><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><img alt="Oberon, Titania and Puck with Fairies Dancing di W. Blake" border="0" data-original-height="350" data-original-width="700" height="205" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8t3Urk9WMR33GNWE-HYu2-5B9DUiUIRktLrP3PyriPRcYGoaYMScd6VoiJnfxlMq-9pfaMgd3hS2mkgNjf7I6PFPrKk7WDH2XA7S3DflQRmK6tu6IyrUoB76Cm91_Q8Ca0R-InnTFQ2c/w410-h205/blake-fate-700x350.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;" width="410" /></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Oberon, Titania and Puck with Fairies Dancing di William Blake<br /></td></tr></tbody></table><div class="separator" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"></div>Un inno, anche, alla fantasia e alla lettura, ai libri e alla scuola. Felice desidera solo andare a scuola, leggere, imparare. E alla fine ce la farà, grazie all'amore della sua famiglia, e di un maestro non omologato, in barba alla gerarchia e alla burocrazia (che diventa, ironicamente, il grimaldello necessario a fargli ottenere quello che vuole). <br /><p></p><p>Non un libro perfetto (la seconda parte è molto meno convincente della prima) ma sicuramente godibile e con un bel messaggio positivo. Uno dei pochi libri da noi letti che avrebbe guadagnato dall'essere un centinaio di pagine più lungo.<br /></p><p>Trovata una sola recensione, di Cristina (4 stelle):</p><p><i><span class="readable reviewText"><span id="freeTextContainerreview3306093421">Mi
è piaciuta molto la prima parte, decisamente meno la seconda. Ergo
quattro stelle. Peccato perché il racconto "recente" è bellissimo.</span></span></i></p><p><span class="readable reviewText"><span id="freeTextContainerreview3306093421">Prossimo libro: Niente caffè per Spinoza di Alice Cappagli.</span></span></p><p><span class="readable reviewText"><span id="freeTextContainerreview3306093421"></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="626" data-original-width="405" height="321" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6_16t9gjFi9M8TEzi5r2e2rViZ4PM13PGXekxQEzz1jGAtAIMHfDl_WcZlkbRycGvO5pNTa5cOu5cITSas01vmUANnkLX0D8OU9SHSHejxSSX2azwMfKHsIaIV2izpzJcYoFOMbA8KRI/w207-h321/CaffeSpinoza.jpg" width="207" /></div><br /> <p></p><p><i><span class="readable reviewText"><span id="freeTextContainerreview3306093421"> <br /></span></span></i></p>Ilnasoneilibrihttp://www.blogger.com/profile/11402395865774360365noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3976335666861946292.post-2986507393386909082020-08-27T04:45:00.012-07:002020-09-03T06:08:57.239-07:00Il birraio di Preston<div style="text-align: center;"><div style="text-align: left;"><i><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjS32IPyGUZwLR_d7RmIUo6EKRsYTL8lBVlig3Mr3fCQuQQ3H7w-sSMidVxpH5FAv2M5pAm90812SJqO5DKFhi3ao_kGY2t3SXFU3PtJqkT3O6SpeYQBLzKY5oeuOTXR_1cfiWCE8NQnEM/s297/Camilleri+2.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="169" data-original-width="297" height="211" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjS32IPyGUZwLR_d7RmIUo6EKRsYTL8lBVlig3Mr3fCQuQQ3H7w-sSMidVxpH5FAv2M5pAm90812SJqO5DKFhi3ao_kGY2t3SXFU3PtJqkT3O6SpeYQBLzKY5oeuOTXR_1cfiWCE8NQnEM/w371-h211/Camilleri+2.jpg" width="371" /></a></div></i></div><div style="text-align: left;"><i>Qual era, in Sicilia, la proporzione delle cose che succedevano per scangio rispetto a quelle che invece accadevano senza scambio di persone o cose? ....<br /> E nasceva magari il dubbio che tutto quello scangia scangia fosse un finto scangia scangia, che non c’era stato nessun errore, che lo scangiamento era stato solamente un alibi, addirittura un vezzo. E allora di che cosa poteva ridere per uno scangio più finto di quelli finti, gente che al contrario nello scangio quotidiano viveva?</i></div></div><p></p><p style="text-align: left;">A occhio e croce Andrea Camilleri è uno dei più letti e tradotti autori italiani moderni. Potrebbe anche essere il più letto e tradotto, ma non ci metterei la mano sul fuoco, pare che la quadrilogia dell'A<i>mica geniale</i> sia stata un successo straordinario, anche nella trasposizione televisiva (altro aspetto che accomuna i due autori, e se per un giallista essere "telefilmizzato" non è poi così strano, lo stesso non si può dire per i quattro libri della Ferrante).</p><p style="text-align: left;"></p><div class="separator" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="640" data-original-width="960" height="175" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7uicx87HAiTYm_ZspAV0ex43UMw_HX6K2TYrHluBT89bj-KwYjLJNqrVGY0O4EnrDMoMpaYykkXw7OFz84Z4gE0_giROKZPMmwNiv3hJEajclzLdh23fyHSw6peOVZFW8_eTr9E6wOis/w262-h175/Ragusa-Ibla.jpg" width="262" /></div>Questa premessa per dire che non era possibile che non avessimo messo nessuno dei tanti libri del Maestro in calendario per il club, soprattutto data la recente scomparsa dell'autore. Ed eccoci qui, con <i>Il birraio di Preston</i>, uno dei libri che non vedono come protagonista il celeberrimo Commissario Montalbano, ma ambientato comunque nell'immaginaria cittadina siciliana di Vigata, anche se più o meno un secolo prima. <br /><p></p><p></p><p style="text-align: left;">Il romanzo, edito nel 1995, prende spunto da un fatto reale (è documentato nel lavoro Inchiesta sulle condizioni sociali ed economiche della Sicilia (1875-1876), fonte da cui l’autore ha più volte attinto per la creazione dei suoi romanzi). </p><p style="text-align: left;">La vicenda originale parla di tumulti e delitti seguiti alla proma teatrale dell'opera lirica <i>Il birraio</i> di Prestondi Luigi Ricci, fortemente voluta dal prefetto Fortuzzi e aspramente avversata dalla popolazione locale). Il luogo dell'azione, nella realtà storica Caltanissetta, diventa Vigàta, e il nome dell’ottuso e odiato burocrate "nordico" si trasforma in Bortuzzi. </p><p style="text-align: left;">Il romanzo, pieno di colpi di scena, coincidenze, giravolte, corna e morti ammazzati, ha una struttura "libera" ovvero il lettore potrebbe, volendo, leggerlo nell'ordine che preferisce, saltellando qua e là tra i capitoli che non hanno - se non alla conclusione - una struttura cronologica. Nel Birraio di Preston, inoltre, Camilleri sperimenta moltissimo anche con la lingua. Il "siciliano - italiano" di questo racconto è molto più ricco (e onestamente faticoso) di quello di Montalbano. Visto che alcuni personaggi sono toscani, e che l'autore cerca la veridicità dialettale, a difficoltà si aggiunge difficoltà. Tra siciliano, toscano, italiano basso, alto, burocratese e chi più ne ha più ne metta si ringrazia che il racconto sia divertente perchè in alcune parti è ostico.</p><p style="text-align: left;"></p><p style="text-align: center;">Vostra Eccellenza mi permette di parlare latino?<i> <br />Il prefetto si sentì bagnare la schiena da un rivolo di sudore. Fin dal momento che si era imbattuto in rosa-rosae aveva capito che quella era la sua vestia nera. <br /></i>Ferraguto, in confidenza, a scuola non ero mi'a bravo.<i> <br />Don Memè allargò il sorriso leggendario. </i><br />Ma che ha capito. Da noi, in Sicilia, parlare latino significa parlare chiaro. <br />E quando volete parlare oscuro? <br />Parliamo in siciliano, Eccellenza. </p><p></p><p></p><p>Questo libro era la nostra scelta di aprile, ma come ben si sa il Covid ci ha messo i bastoni tra le ruote e tutti gli incontri di persona personalmente sono saltati.</p><p>Come ogni bravo club di lettura al tempo del Coviddi, quindi, di questo libro abbiamo parlato via Skype, e ci ha trovato piuttosto concordi sia nel plauso alla capacità di Camilleri di creare personaggi a tutto tondo con poche sapienti pennellate e alla sua abilità di sceneggiatore (tutti i tanti fili del racconto trovano, alla fine, la perfetta collocazione) sia nell'aver trovato a tratti non proprio agevole la lettura. </p><p>La struttura e il linguaggio sono interessanti, e Camilleri (non ancora celeberrimo) dimostrava in questi primi libri la propria volontà di
sperimentare, forse anche di sfidare il lettore a superare alcuni dei suoi limiti. Anche nel racconto, apparentemente divertente e leggero, in realtà non privo di ingiustizie, violenze e sopraffazioni (vedasi l'ultimo capitolo).<br /></p><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: 0px; margin-right: auto; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><img border="0" data-original-height="484" data-original-width="1000" height="198" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjs5z3fqFdKyBkslVJ4D0cnklBnX3I78oIwuq_NC-jXG4RsKnM8lci4fyePqbGgd5jgt4-FxHA-4mDrrpu9lSOAvctx0WZlLTQ_3kBgA8JleSa6Xrtc5hXCLoFCu-wOsKDAV6qYkJPx0gc/w410-h198/la_stagione_della_caccia.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;" width="410" /></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: left;">Scena da La stagione della caccia di A. Camilleri</td><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><br /></td></tr></tbody></table><div class="separator" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"></div><p>Un libro che quindi ci è piaciuto leggere, e che consigliamo, in attesa della probabile trasposizione televisiva. <br /></p><p>Ho trovato due recensioni. La prima, di Monica, valuta il romanzo 3,5 stelline:<br /><i><span class="full_description">Nonostante io abbia faticato un po'
nell'immediata comprensione del dialetto siciliano che giustificano la
mezza stellina in meno, questo è un gran bel libro.<br />
Vigata, in una sorta di realismo magico alla siciliana, far west alla
nostrana, ironia che strappa sorrisi, ma avvilisce perché in fondo in
fondo molte cose funzionano ancora così.</span></i></p><p>La seconda è di Cristina che al racconto appioppa tre stelline.<i><span class="readable reviewText"><span id="freeTextreview3301131104"> <br />Piacevole,
anche se difficoltosa, lettura. Ho trovato ostico il "sicilitaliano"
che qui è ben più tosto che nei tanti Montalbano che ho letto. Brilla il
Camilleri sceneggiatore, e quello che con poche parole tratteggia
storie e personaggi. La storia si amplia e dilata in infinite sottotrame
che - onore al Maestro - alla fine trovano tutte la giusta
collocazione. L'apparente divertimento del racconto si stempera in un
capitolo "postumo"'che fa tristemente capire come sia facile manipolare i
fatti e darne una versione corrotta e bugiarda. Sotto i lustrini del
racconto, un massaggio per me triste e pessimista.</span></span></i></p><p></p><p><span class="readable reviewText"><span id="freeTextreview3301131104">Per chi volesse approfondire esiste un <a href="http://www.vigata.org/" target="_blank">sito</a> che i tanti fan di Camilleri hanno dedicato all'autore. Tra il tanto materiale disponibile c'è anche il Glossario al Birraio di Preston, davvero molto interessante, da cui ho attinto alcune delle informazioni che trovate nell'articolo.<br /></span></span></p><p><span class="readable reviewText"><span id="freeTextreview3301131104"></span></span></p><p><span class="readable reviewText"><span id="freeTextreview3301131104">Prossimo libro: Le streghe di Lenzavacche di Simona Lo Iacono.</span></span></p><p><span class="readable reviewText"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhiYO98VLDLSWB71K-N7wt0cYNpl98ctYcwyar8NxjlHtn4zHjUTSV6jzyEvDTGpgv8l9ENqc7dZMpcwwBqJdXU-5jjchUIsyt-mcZJWFOkx_iJGJs_pYPeuqYWRswBlZF7YYK7AKD7Neo/s281/Streghe.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="281" data-original-width="179" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhiYO98VLDLSWB71K-N7wt0cYNpl98ctYcwyar8NxjlHtn4zHjUTSV6jzyEvDTGpgv8l9ENqc7dZMpcwwBqJdXU-5jjchUIsyt-mcZJWFOkx_iJGJs_pYPeuqYWRswBlZF7YYK7AKD7Neo/s0/Streghe.jpg" /></a></div><br /><span id="freeTextreview3301131104"><br /></span><p></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p></p><p></p>Ilnasoneilibrihttp://www.blogger.com/profile/11402395865774360365noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3976335666861946292.post-58110498790087846042020-08-26T03:07:00.001-07:002020-08-26T12:06:12.807-07:00Il treno dei bambini<p style="text-align: center;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMp_TrGK2turXyIDv5vgxstudbzHFkWIu71P71rSsEH5J23AS_i8cIZZTQxOb6oIaBVVv7JuVMH01gqJj3_bp9nW53td739z6KZF6cL8bpN1hIUVVS_7xWZe37Znm_mB3pjNx8AqEVvLI/s279/Viola-Ardone-ph.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="180" data-original-width="279" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMp_TrGK2turXyIDv5vgxstudbzHFkWIu71P71rSsEH5J23AS_i8cIZZTQxOb6oIaBVVv7JuVMH01gqJj3_bp9nW53td739z6KZF6cL8bpN1hIUVVS_7xWZe37Znm_mB3pjNx8AqEVvLI/s0/Viola-Ardone-ph.jpg" /></a></div><i><span class="full_description">Ma che me ne faccio io della speranza? Io
la speranza la tengo già nel cognome, perché faccio Speranza pure io,
come mia mamma Antonietta. Di nome invece faccio Amerigo. Il nome me
l’ha dato mio padre. Io non l’ho mai conosciuto e, ogni volta che
chiedo, mia mamma alza gli occhi al cielo come quando viene a piovere e
lei non ha fatto in tempo a entrare i panni stesi. Dice che è proprio un
grand’uomo. È partito per l’America per fare fortuna.</span></i><p></p><p>Incontriamo Amerigo, il piccolo protagonista, mentre segue la madre attraverso i vicoli di Napoli. Ha le scarpe che non sono della sua misura, ma le porta con orgoglio lo stesso. Della scomodità ha fatto un gioco, e le conta sulle persone che incontra per strada. Non sa bene dove la madre lo stia portanto, tuttavia dall'atteggiamento di Antonietta capisce che sta per succedere qualcosa che lo riguarda e che non sarà tanto bella. La madre, infatti, gli compra qualcosa da mangiare, senza che lui chieda nulla. </p><p>Amerigo ancora non lo sa, ma sta per salire su un "treno della felicità", uno dei tanti treni che tra il 1946 e il 1952 portarono circa 70.000 bambini dal Mezzogiorno all'Emilia Romagna, Toscana e Umbria, per essere ospitati dove almeno da mangiare c'è. <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgWHWIG7_vzCjsApIkyF79ZZyRqWWvzSvkYQ57L6pK21MUhUe29el92wTpKIUO-X7JwGDDTjwd9RYrlQG3AK0kNXk2PV_pbvRQGpiOlde9kpkB5JMxOiNJaGyY3e5XsC6w_5wZJjHMG0g/s300/TreniFelicit%25C3%25A02.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgWHWIG7_vzCjsApIkyF79ZZyRqWWvzSvkYQ57L6pK21MUhUe29el92wTpKIUO-X7JwGDDTjwd9RYrlQG3AK0kNXk2PV_pbvRQGpiOlde9kpkB5JMxOiNJaGyY3e5XsC6w_5wZJjHMG0g/s300/TreniFelicit%25C3%25A02.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="168" data-original-width="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgWHWIG7_vzCjsApIkyF79ZZyRqWWvzSvkYQ57L6pK21MUhUe29el92wTpKIUO-X7JwGDDTjwd9RYrlQG3AK0kNXk2PV_pbvRQGpiOlde9kpkB5JMxOiNJaGyY3e5XsC6w_5wZJjHMG0g/s0/TreniFelicit%25C3%25A02.jpg" /></a></p><p>Un esempio di solidarietà nazionale
straordinaria, di cui poco si parla. Recupero dal sito dell'<a href="https://www.anpi.it/articoli/636/1946-i-bimbi-dei-treni-della-felicita" target="_blank">ANPI</a>: <i>A Milano Teresa Noce, battagliera dirigente comunista e partigiana da
poco rientrata dal campo di Ravensbrük, intuisce che solo un gesto di
solidarietà può risolvere almeno temporaneamente la drammatica
situazione di bisogno dei bambini. Con ciò che rimane dei Gruppi di
difesa della donna, poi confluiti nella nascente Udi – Unione donne
italiane, la Noce chiede ai compagni di Reggio Emilia, realtà
prevalentemente agricola e quindi con maggiori risorse alimentari
rispetto a Milano, di ospitare in quei mesi alcuni bambini.</i><i> «La risposta fu al di là di ogni legittima speranza. – Si legge nella
prefazione di Miriam Mafai a “I treni della felicità” – Tanto generosa
che si decise di estenderla e radicarla nel Mezzogiorno (…) Furono
trasferiti così, nei due inverni immediatamente successivi alla fine del
conflitto, alcune decine di migliaia di bambini che lasciarono le loro
famiglie per essere ospitati da altrettante famiglie contadine, nei
paesi del reggiano, del modenese, del bolognese. Lì vennero rivestiti,
mandati a scuola, curati».</i><i>Ma quelle donne, che avevano tessuto la
Resistenza e svezzato la Repubblica, non si fermarono raggiunto il loro
primo obiettivo. Così, dal 1945 al 1952, anni duri per tutto il Paese,
furono ospitati nel centro-nord ben 70.000 bambini, grazie anche
all'appoggio del Pci, dei Cln locali, delle sezioni Anpi, delle
amministrazioni e della popolazione in genere. Un numero sorprendente.</i></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZG3ov3bxD1lxAOC9XT5kJWmIu88IXLRF1KZg7iJt61WyIgZ1J8brs0LRhTkzLC4LbLMNZYAchiCLm_QNsux04KBZiMnRF6g4y6EkVgGtZEd9EutmcO-75w4m0NSciaKZbmYnQb4SjM1s/s277/TreniFelicit%25C3%25A0.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="182" data-original-width="277" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZG3ov3bxD1lxAOC9XT5kJWmIu88IXLRF1KZg7iJt61WyIgZ1J8brs0LRhTkzLC4LbLMNZYAchiCLm_QNsux04KBZiMnRF6g4y6EkVgGtZEd9EutmcO-75w4m0NSciaKZbmYnQb4SjM1s/s0/TreniFelicit%25C3%25A0.jpg" /></a></div>Da un giorno all'altro Amerigo si trova catapultato in un'altra Italia, diversa per lingua, clima, sapori, che lo spaventa ma che dopo il primo momento di reciproca diffidenza lo accoglie senza grossi traumi. Antonietta, la madre, è una donna indurita dalla vita e dalle difficoltà, che sta tirando su il figlio da sola. L'opposto rispetto alla famiglia allargata e unita in cui Amerigo viene ospitato. E' una famiglia contadina, ma non ha problemi a mettere il pane sulla tavola. Tutti devono contribuire all'andamento della casa, ma c'è amore, e accettazione, e cura. <p></p><p>Amerigo si adatta bene alla nuova vita anche se sente la mancanza della madre. Impara persino a suonare un po' il violino, e scopre di avere talento. Ma il tempo passa, ed è ora di tornare a casa. Un altro distacco doloroso, mitigato dalla promessa di mantenersi in contatto, e dall'idea di tornarea casa.<br /></p><p>Ma i mesi passati a Modena hanno lasciato comunque il segno. Prima di partire Amerigo era contento di come viveva, ora è in grado di fare paragoni, e il suo mondo entra in crisi. E' diviso a metà: da una parte la madre e la vita come la ricordava, dall'altra una famiglia che gli ha dato calore e cure e può dargli di più, soprattutto la musica, rappresentata dal violino che gli hanno regalato e di cui tanto è orgoglioso.</p><p>Il rapporto con la madre, già pieno di asperità per la durezza e la reticenza della donna, si incrina ulteriormente sotto il peso di malintesi e fraintendimenti che hanno il loro picco quando Amerigo scopre che Antonietta ha venduto il suo violino e gli ha nascosto le lettere che arrivavano dal nord.<br /></p><p>E' la rottura, Amerigo scappa. Stavolta prende il treno da solo, e torna a Modena.</p><p>L'ultima parte del libro (quella forse meno convincente) ci porta nel 1994. Amerigo adulto torna a Napoli per il funerale della madre, che non ha mai veramente capito o perdonato. Da adulto si volta indietro e cerca di dare un senso alla sua vita, sgarbugliando il mistero di Antonietta e del suo vero padre, e rialacciando i rapporti con un fratello minore di cui solo ora si palesa l'esistenza. Cerca forse un riscatto da se stesso e dalla sua incapacità di capire la madre ma anche da adulto tanto, troppo, resta in sospeso. <br /></p><p style="text-align: center;"> <i>
Chi ti manda via ti vuole bene? - </i><br /><i>Amerí, a volte ti ama di più chi ti lascia andare che chi intrattiene.</i></p><p style="text-align: left;">Il libro di Viola Ardone ci è piaciuto molto.</p><p style="text-align: left;">Il protagonista bambino è realistico, e simpatico. E' ingenuo ma diretto e sveglio, tuttavia non abbiamo trovato le tante (troppe) forzature cui i personaggi infantili sono sottoposti nella maggior parte dei libri. Il racconto, inoltre, ci ha fatto scoprire un avvenimento che era sconosciuto a molte di noi, dimostrazione di una Italia che riusciva ancora a fare grandi gesti collettivi di solidarietà, che sembra scomparsa sotto il peso della attuale crisi economica.<br /></p><p style="text-align: left;">Il libro scorre veloce e piacevole, soprattutto nella prima parte. La seconda, quella raccontata dall'Amerigo adulto, ci ha forse convinto meno, ma nulla toglie a un racconto delicato e interessante, che offre molti punti di riflessione e riesce a non scadere mai nel retorico e nel melenso.</p><p style="text-align: left;"><span class="readable reviewText">
<span id="freeTextreview3206608147">Ho trovato solo la recensione di Cristina.<i> </i></span></span></p><p style="text-align: left;"><span class="readable reviewText"><span id="freeTextreview3206608147"><i>Mi è piaciuta tantissimo
la prima parte, mentre la seconda mi è parsa un po' tirata via. Il
registro più "adulto" della conclusione come stile è nelle mie corde ma
anche qui, come nella seconda parte, il racconto resta un po' sospeso,
molto viene omesso. Mi sarebbe piaciuto conoscere meglio la figura della
madre del protagonista, e un po' più di dettaglio sulla sua vita dopo
che torna a Modena, ma il racconto sorvola su entrambi gli aspetti.<br />Resta comunque un libro molto bello (secondo me), soprattutto nella prima parte la voce di Amerigo è più chiara e credibile.</i><br /></span>
</span></p><p>All'argomento "treni della felicità" sono stati dedicati anche un libro (I treni della felicità di Giovanni Rinaldi, Edizioni Ediesse da cui è stato tratto anche un lavoro teatrale) e un film-documentario per la regia di Alessandro Piva, distribuito da Cinecittà Luce e diversi programmi televisivi. </p><p>Qui sotto un breve documentario che ho trovato su youtube.<br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/fsmjEZuAhmU" width="320" youtube-src-id="fsmjEZuAhmU"></iframe></div><br /><p>Libro di prossima lettura Il birraio di Preston di Andrea Camilleri.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiAC18beGDNX0W9xrJOt9eo_jKBmGFZLUdSgVCaktdxUYo015peZrzn9XKfd6HKhLgBzJXxuMvHjjUJ7epHaYbpNftmTJ91GxwOj-L8bRA8sTq9OdMnafPdCiQ2i6h_AqBUPDGrQgEWYew/s626/Birraio+preston.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="626" data-original-width="448" height="321" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiAC18beGDNX0W9xrJOt9eo_jKBmGFZLUdSgVCaktdxUYo015peZrzn9XKfd6HKhLgBzJXxuMvHjjUJ7epHaYbpNftmTJ91GxwOj-L8bRA8sTq9OdMnafPdCiQ2i6h_AqBUPDGrQgEWYew/w229-h321/Birraio+preston.jpg" width="229" /></a></div><br /><p><br /></p><p> </p><br />Ilnasoneilibrihttp://www.blogger.com/profile/11402395865774360365noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3976335666861946292.post-11811707516542371282020-03-06T04:48:00.001-08:002020-03-06T04:48:33.068-08:00Hotel silence<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgThKBEU5guulGub95dhtVHK86HGMQd9L8kUJYalFwIJ034dIYBp_AyE_QbqGQRNWdMN1fitTY5Yw7he3-dvJ3_3uJ_dhgVOufJc6xc_K9bQYuXZAQR6FO5rWi2rLjwHkj4ioenbLgp9Kk/s1600/Autrice+Silence.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="225" data-original-width="400" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgThKBEU5guulGub95dhtVHK86HGMQd9L8kUJYalFwIJ034dIYBp_AyE_QbqGQRNWdMN1fitTY5Yw7he3-dvJ3_3uJ_dhgVOufJc6xc_K9bQYuXZAQR6FO5rWi2rLjwHkj4ioenbLgp9Kk/s320/Autrice+Silence.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Auður Ava Ólafsdóttir</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: center;">
<blockquote class="tr_bq">
</blockquote>
<i>Anziché smettere di esistere, non puoi smettere di essere tu, e diventare un altro?</i><br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Jonas è un uomo di mezza età. Ha divorziato da poco e la ex moglie ha pensato bene, durante le procedure di separazione, di rivelargli che l'unica amatissima figlia non è figlia sua.<i> </i>Ha perso il padre molti anni prima e la madre è ricoverata in casa di riposo, vittima della vecchiaia e della demenza.</div>
<div style="text-align: justify;">
Jonas è in una fase cruciale della sua vita, in cui si sente vuoto e inutile, privo di motivazioni. Così privo di motivazioni che sta pensando seriamente a porre fine alla propria esistenza, al suicidio.</div>
<div style="text-align: justify;">
Lo pianifica, arriva persino a chiedere al vicino di casa un fucile (e mi chiedo che vicini ci siano in Islanda che tu gli chiedi un'arma e te la danno senza fiatare). Quello che lo ferma è l'idea di obbligare la figlia a trovare il suo corpo. Jonas è un padre, un figlio e un compagno (anche se ex) responsabile e amorevole. Per quanto in piena crisi rimane una persona attenta e protettiva, un uomo che per inclinazione preferisce riparare le cose, che distruggerle.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il trauma, il dolore, il bagaglio di sensi di colpa Jonas alla figlia non vuole lasciarli. E quindi Jonas acquista il primo biglietto aereo disponibile per un posto sperduto, appena uscito dalla guerra, dove la sua morte scomparirà nella statistica di un paese devastato. Parte in tutta fretta, armato di pochissimo vestiti ma portando con se una cassetta degli attrezzi.</div>
<div style="text-align: justify;">
E sarà proprio riparando tubi e supellettili all'Hotel Silence che Jonas ricomincierà a vivere.</div>
<blockquote class="tr_bq">
<i><i><span class="readable" id="reviewTextContainer2406592477"><span id="freeText16428232750206974034">Ci sono ancora.</span></span></i></i><br /><i><i><span class="readable" id="reviewTextContainer2406592477"><span id="freeText16428232750206974034">Sono ancora qui</span></span></i></i></blockquote>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Hotel Silence è un libro carino, scritto con uno stile asciutto e misurato. Jonas non è uomo di molte parole, probabile somigli alla sua creatrice letteraria che pure lei non si dilunga in spiegazioni e descrizioni, tanto che dove sia ambientata la parte dedicata alla "rinascita" di Jonas non ha nemmeno una localizzazione geografica chiara. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ex Yugoslavia, centro America, qualche sperduto villagio africano? Chi lo sa. E del resto non ha importanza; in fondo tutti i paesi in cui c'è stata la guerra hanno le stesse ferite e le stesse cicatrici.</div>
<div style="text-align: justify;">
Anche Jonas ha le sue ferite, e le guarisce occupandosi prima delle stanze dell'Hotel e dei vicini, poi degli altri.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Una morale facile e tutto sommato favolistica: <i>dedicati agli altri e guarirai le tue ferite</i>, che non ci ha del tutto convinti.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il desiderio di morte ha motivazioni profonde, che ben difficilmente guariscono così in fretta.</div>
<div style="text-align: justify;">
Però il libro scorre veloce, e ha un finale lieto.</div>
<div style="text-align: justify;">
Una lettura tutto sommato piacevole, anche se ha il sapore della favoletta, un po' troppo costruita e un po' troppo scontata. Una buona idea che si perde, e avrebbe potuto essere molto meglio.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Una sola recensione, di Cristina:</div>
<div style="text-align: justify;">
<i><span class="readable reviewText"><span id="freeTextContainerreview3143039642">Libro
discreto, che parte bene e poi si perde parecchio. Un racconto
gradevole ma non del tutto riuscito. Lo salva il messaggio decisamente
positivo, anche se la tematica avrebbe forse meritato qualcosa di più.</span></span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="readable reviewText"><span id="freeTextContainerreview3143039642"> Libro del prossimo mese: Il treno dei bambini di Viola Ardone:</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhiS0TQeMPfIwKvQnAhDXhj1-O2u8tMsaAAc_zq2_kEid6WBTkCTeHn3ghxScLRBW0xmNr6N_lH6U4mjAnTX0JhItRGdOWzlwN8sijkfYJVHz-KDaOWKj47zUyAWiKsj15hObeuzPCyywc/s1600/Treno+bambini.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="319" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhiS0TQeMPfIwKvQnAhDXhj1-O2u8tMsaAAc_zq2_kEid6WBTkCTeHn3ghxScLRBW0xmNr6N_lH6U4mjAnTX0JhItRGdOWzlwN8sijkfYJVHz-KDaOWKj47zUyAWiKsj15hObeuzPCyywc/s320/Treno+bambini.jpg" width="204" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="readable reviewText"><span id="freeTextContainerreview3143039642"> </span></span> </div>
<div style="text-align: justify;">
Ci si vede martedì 10 marzo 2020. </div>
</div>
Ilnasoneilibrihttp://www.blogger.com/profile/11402395865774360365noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3976335666861946292.post-74692239777438341942020-02-23T05:47:00.002-08:002020-02-25T05:07:58.464-08:00Il gioco dei regni<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjBtRhsjrLGmJfT8R0XVamxdmBXjG9sVX84mvTUXo7Oh72zeF8HV5Deu55bxY58eeX2RrB1Cs2DTlV6mR3zI33jvvRzPV-KlYMBVBzIBO2fmNhDdVFWy-ki58u2u5qnkQ08huX7-sT4lag/s1600/Clara+Sereni.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="187" data-original-width="334" height="179" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjBtRhsjrLGmJfT8R0XVamxdmBXjG9sVX84mvTUXo7Oh72zeF8HV5Deu55bxY58eeX2RrB1Cs2DTlV6mR3zI33jvvRzPV-KlYMBVBzIBO2fmNhDdVFWy-ki58u2u5qnkQ08huX7-sT4lag/s320/Clara+Sereni.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Clara Sereni, 1946-2018</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: center;">
<i><span class="full_description">Mimmo vide una murrina più piccola delle
altre, una minuscola sfera appena appiattita con dentro un mappamondo
quasi invisibile. Non volle che gliela incartassero, se la mise in tasca
e il vetro prese il calore della mano. Della geografia Mimmo aveva,
all’epoca, un’idea vaga, ma pensò che avercelo in tasca, il mondo, era
un buon modo per non lasciarselo sfuggire.</span></i></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="full_description">Avere una famiglia così "importante" alle spalle deve essere sia un peso che una benedizione. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="full_description">Sarà stato per questo che Clara Sereni ha voluto scrivere <i>Il gioco dei regni? </i>Per rielaborare e forse ridimensionare almeno un po' l'importanza della sua famiglia la cui storia ha incrociato così pesantemente la Storia con la esse maiuscola?</span><span class="full_description"></span><i><span class="full_description"></span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><span class="full_description">Il gioco dei regni </span></i><span class="full_description">racconta la Famiglia Sereni più o meno dalla fine del 1800 agli anni '60 del Novecento, ma si concentra nel periodo tra le due guerre mondiali. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg92easRgJT0LxuQmRp-aI1EIIFWmNB4DfdJ9JPtWeQ060rNgkgXG-wdLj46J5_XYbd6xRZAQxtFko1o1aufvthJMonxV7LKw75T-r4fRSm2qsYeS6ZOUVr9AR0QQR2yY5TOq-DF3aTI0Q/s1600/Emilio_Sereni.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="300" data-original-width="207" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg92easRgJT0LxuQmRp-aI1EIIFWmNB4DfdJ9JPtWeQ060rNgkgXG-wdLj46J5_XYbd6xRZAQxtFko1o1aufvthJMonxV7LKw75T-r4fRSm2qsYeS6ZOUVr9AR0QQR2yY5TOq-DF3aTI0Q/s1600/Emilio_Sereni.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Emilio Sereni</td><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><br /></td></tr>
</tbody></table>
<span class="full_description">Il racconto è ricavato da diari, lettere, appunti dei vari protagonisti, affiancati da documenti che l'autrice ha scovato in uffici, biblioteche e archivi italiani e esteri, incluso Israele, ove vivono ancora ora i discendenti dei fratelli Sereni. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="full_description">Una messe di informazioni di "prima mano" che sono sia la forza che la debolezza di un racconto che rimane intimo pur intrecciandosi con gli avvenimenti principali del secolo scorso.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="full_description">L'autrice, infatti, rimane molto fedele ai documenti trovati, inventa ben poco. Il racconto ha quindi il pregio di essere asciutto e rigoroso, ma anche di mancare - a volte - di quella profondità che ne avrebbe fatto un racconto universale. E anche di capicità di coinvolgere, specie all'inizio, dove brevi scene di vita familiare dedicate ai vari protagonisti rischiano di far perdere il filo del racconto.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="full_description">Gli avvenimenti scorrono veloci, ma fatti anche importanti come la partecipazione di Emilio Sereni (poi morto suicida) alla Grande Guerra è ridotta a poche pagine, mentre la storia di Xenia, la madre dell'autrice, ne occupa una quota rilevante.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="full_description"></span><span class="full_description">E' infatti sulla madre Xenia e sul padre Emilio, sulla loro vicenda personale e politica, che si concentra il racconto. Oltre che sull'amore tra Mimmo (così era chiamato Emilio Sereni in famiglia) e Xenia (autrice di un autentico best seller dell'epoca: <i>I giorni della nostra vita</i>, scritto con lo pseudonimo di Marina Sereni) il libro lascia ampio spazio al difficile rapporto tra Xenia e la madre che nemmeno la malattia riesce a migliorare.</span><br />
<div style="text-align: center;">
<span class="full_description"><i><span class="full_description">Ti voglio bene anche se non ti ho mai capita. </span></i></span></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="full_description">Romanzo familiare e corale, è un libro in cui pur raccontando i tre fratelli Sereni, spiccano le figure femminili.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="full_description">Alfonsa Sereni (che incontriamo a fine '800, ad acquistare il corredo) e la sorella Ermelinda; Xenia, rivoluzionaria nella Russia zarista, innamorata di Lev che sarà giustiziato dal regime e la lascerà sola e vagabonda, irrequieta e incapace di capire e di farsi capire dalla figlia. Xenia Sereni, in cui la passione per la politica e l'amore per Emilio ardono così tanto che dimentica le figlie. Le serve di casa, Dalinda e Finimola; Le tre figlie di Xenia e Mimmo, tra cui l'autrice, che scompaiono nel racconto, fagocitate dalle figure del padre e della madre, anche quando chi racconta è una di loro.</span><br />
</div>
<div style="text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEMYaGtlKfS6LOqVm53QoUZWPLuO9YrT0eVB50hWbCyOelRm4i9ddoJ53Qh6rJ8bouy5cJZHGZrxs2hwn1CCYDq6AeaHmzjePXO5XEmALCwL7sapdqXX-FD2xg3wrzoURuZiUyIwRJyGI/s1600/Enzo_Sereni.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="263" data-original-width="191" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEMYaGtlKfS6LOqVm53QoUZWPLuO9YrT0eVB50hWbCyOelRm4i9ddoJ53Qh6rJ8bouy5cJZHGZrxs2hwn1CCYDq6AeaHmzjePXO5XEmALCwL7sapdqXX-FD2xg3wrzoURuZiUyIwRJyGI/s1600/Enzo_Sereni.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Enzo Sereni</td><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><br /></td></tr>
</tbody></table>
<span class="full_description">Non sappiamo se Clara Sereni sia riuscita a fare pace con questi genitori per i quali prova ammirazione ma le cui figure sembrano lontane. Col padre probabilmente si, con la madre forse non tanto, ma alle madri spesso non perdoniamo assenze e mancanze che ai padri lasciamo passare. Con la nonna Xenia sicuramente si: un viaggio in Israele dà il via non solo al libro, ma soprattutto a una riscoperta di questa donna complicata che tanto ha segnato la madre.</span><i><span class="full_description"> </span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="full_description">Ci è piaciuto <i>Il gioco dei regni</i>? Si, decisamente. Un po' di confusione all'inizio, ma la lunga carellata di avvenimenti tra la storia italiana tra le due guerre e il periodo post fascismo sono ben descritti e interessanti, abbastanza avvincenti da spingerti a cercare altre informazioni e ad approfondire la storia di una famiglia che è stata per molti aspetti emblematica e rappresentativa di tutta la nostra, di Storia. </span><br />
<span class="full_description"><br /></span>
<div style="text-align: center;">
<span class="full_description"><i>"Ecco, ora vi condurrò nel luogo stabilito; poi tornerò indietro, mi farò un goccetto, e uscirò a suonarle agli ebrei" Io: "Bere, perché?" Con semplicità, tranquillo: "E come si fa a far cose del genere, senza farsi un goccettto!"</i></span></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="full_description">Dimenticavo: perchè <i>Il gioco dei regni</i>? E' un gioco inventato dai fratelli Sereni, un gioco di ruolo solo loro, che rappresenta bene il rapporto di affetto così stretto tra i fratelli, un rapporto che solo la morte spezza definitivamente. Un rapporto che la vita e le decisioni separerà ma non distruggerà mai davvero. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="full_description">Libro del prossimo mese: Hotel Silence di </span><span class="full_description"><span itemprop="author" itemscope="" itemtype="http://schema.org/Person"><span itemprop="name">Auður Ava Ólafsdóttir.</span></span></span><br />
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0uEI0_1IgUTUBhS76g5VNd-dx2lsC4LY87ZLFmIwtM9YirHI3zpfimEDFTqBvoSLW5wziyQmPlsEPQqWHctaVticfYYGPwIPLIr80hc0WoytqMqWwiB022LU-M3-AcTx3kbpPdRU7fNw/s1600/Hotel+silence.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="396" data-original-width="250" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0uEI0_1IgUTUBhS76g5VNd-dx2lsC4LY87ZLFmIwtM9YirHI3zpfimEDFTqBvoSLW5wziyQmPlsEPQqWHctaVticfYYGPwIPLIr80hc0WoytqMqWwiB022LU-M3-AcTx3kbpPdRU7fNw/s320/Hotel+silence.JPG" width="202" /></a></div>
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<i><span class="full_description"><br /></span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><span class="full_description"><br /></span></i></div>
Ilnasoneilibrihttp://www.blogger.com/profile/11402395865774360365noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3976335666861946292.post-3414659974739478172020-02-19T14:01:00.000-08:002020-02-19T14:01:39.261-08:00Una giuria di sole donne<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_cCRDybrzPyJyyZyaa3INGKkTBoT21yCDJW36vk_4wBb7d_Bq5wwKaLTXofoWSepSMg_beJIyf1JDFEGWiHrl02AW966fozs_BcMttYvV8R41CzgEPZLXWeRxcJhNHFjkNu9FtiD5Uu4/s1600/Susan+Glaspell.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="932" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_cCRDybrzPyJyyZyaa3INGKkTBoT21yCDJW36vk_4wBb7d_Bq5wwKaLTXofoWSepSMg_beJIyf1JDFEGWiHrl02AW966fozs_BcMttYvV8R41CzgEPZLXWeRxcJhNHFjkNu9FtiD5Uu4/s400/Susan+Glaspell.jpg" width="232" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Susan Glaspell (1876 - 1948)</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: center;">
<span class="readable" id="reviewTextContainer2480309041"><span id="freeText17655387665390025098"><i>Viviamo
vicine, eppure siamo così lontane. E dobbiamo tutte sopportare le
stesse cose… a guardarci non sembra, ma sono le stesse cose! Se non
fosse che – perché io e lei lo capiamo? Perché sappiamo… quello che
sappiamo adesso?</i></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="readable" id="reviewTextContainer2480309041"><span id="freeText17655387665390025098">Contea di Dickson (Tennesee, USA), 1917. E' marzo e soffia la tramontana. Fuori fa freddo, ma Marta Hale viene ugualmente trascinata fuori casa mentre sta facendo il pane. Deve accompagnare il marito in una fattoria vicina dove si è consumato un delitto.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="readable" id="reviewTextContainer2480309041"><span id="freeText17655387665390025098">Il sig. Hale il giorno prima, andando in città, ha fatto una deviazione e si è recato alla fattoria dei Wright (voleva convincere il vicino a mettere il telefono) e ha trovato l'uomo morto in camera da letto e la moglie di questi in cucina, sotto shock. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="readable" id="reviewTextContainer2480309041"><span id="freeText17655387665390025098">Il sig. Hale deve rilasciare la propria dichiarazione su quanto accaduto il giorno prima allo Sceriffo e al Pubblico Ministero che li aspetta in loco. Con lo Sceriffo c'è anche la moglie, per prendere pochi effetti personali della moglie di Wright, Minnie. Ma la sig.ra Peters non se la sente di andare alla fattoria da sola e chiede la compagnia di un'altra donna.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="readable" id="reviewTextContainer2480309041"><span id="freeText17655387665390025098">Mentre Sceriffo e Pubblico Ministero investigano ufficialmente sul delitto le due donne svolgono la loro propria indagine ed emettono il loro proprio verdetto.<i></i></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="readable" id="reviewTextContainer2480309041"><span id="freeText17655387665390025098"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="readable" id="reviewTextContainer2480309041"><span id="freeText17655387665390025098">Abbiamo letto così tanti libri, film e serie televisive poliziesche con protagoniste investigatrici donne che ci dimentichiamo che nel 1917 quando questo breve, brevissimo romanzo è stato scritto la categoria era inesistente. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="readable" id="reviewTextContainer2480309041"><span id="freeText17655387665390025098">All'epoca le giurie erano composte solo ed esclusivamente da uomini. Uomini erano gli investigatori, gli avvocati, i giudici. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="readable" id="reviewTextContainer2480309041"><span id="freeText17655387665390025098">In questo romanzo le indagini maschile e femminile si svolgono in parallelo: gli uomini in punta di diritto, ad affannarsi da una parte all'altra della casa; le donne in cucina, a leggere nelle piccole cose (invisibili agli uomini) la verità su cosa sia successo. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="readable" id="reviewTextContainer2480309041"><span id="freeText17655387665390025098">Ma non rivelano quanto scoprono, assumendosi anche il ruolo di giudici, amministrando la giustizia con un'ottica di solidarietà ed empatia che si rivela opposta a quella maschile.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="readable" id="reviewTextContainer2480309041"><span id="freeText17655387665390025098"><i><br /></i></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="readable" id="reviewTextContainer2480309041"><span id="freeText17655387665390025098">Il racconto è breve e conciso, dallo stile asciutto e lineare, privo di fronzoli. Si sente che è scritto per diventare la piece teatrale "Trifles" (inezie). Del resto l'autrice è stata giornalista, narratrice e drammaturaga e ha vinto anche un Pulitzer proprio per i lavori teatrali.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="readable" id="reviewTextContainer2480309041"><span id="freeText17655387665390025098">Nella sua brevità è però completo sia dal punto di vista investigativo (del delitto si scopre colpevole e movente) che dei personaggi che risultano ben delineati nonostante l'essenzialità.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="readable" id="reviewTextContainer2480309041"><span id="freeText17655387665390025098">Alle due donne basta un'occhiata per comprendersi, nonostante la differenza sociale e di vita che le separa, e per allearsi.</span></span></div>
<blockquote class="tr_bq">
<div style="text-align: justify;">
<span class="readable" id="reviewTextContainer2480309041"><span id="freeText17655387665390025098"><i><span class="readable" id="reviewTextContainer2480309041"><span id="freeTextContainer13193616688392105612">I
loro sguardi si incrociarono – e tra di loro passò qualcosa, come un
lampo; poi, quasi con fatica, tornarono a guardare altrove</span></span></i> </span></span></div>
</blockquote>
<div style="text-align: justify;">
<span class="readable" id="reviewTextContainer2480309041"><span id="freeText17655387665390025098"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="readable" id="reviewTextContainer2480309041"><span id="freeText17655387665390025098">E' stata proprio questa solidarietà tra donne a colpirci, e lo spirito femminista del racconto, scritto, ricordiamolo, quando tutto il potere sia in famiglia che fuori era in mano agli uomini e in cui le donne erano guardate con sufficienza se non con disprezzo. E anche il finale, che riteniamo giusto ma che è per molti aspetti dirompente: le due donne si arrogano il diritto di tacere e di emettere la loro propria sentenza di assoluzione.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="readable" id="reviewTextContainer2480309041"><span id="freeText17655387665390025098"><i><br /></i></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="readable" id="reviewTextContainer2480309041"><span id="freeText17655387665390025098">Lo consigliamo? Direi di si, anche perchè si legge in brevissimo tempo, anche includendo la postfazione, piuttosto interessante, di Gianfranca Balestra.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="readable" id="reviewTextContainer2480309041"><span id="freeText17655387665390025098"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
Ho trovato una sola recensione, di Cristina</div>
<div style="text-align: justify;">
4 stelline<br /><i><span class="readable" id="reviewTextContainer2480309041"><span id="freeText17655387665390025098"><span class="readable reviewText"><span id="freeTextContainerreview2480333735">Per
me un tesoro nascosto. Un breve brevissimo racconto in cui la storia si
dipana chiara e semplice ma non priva di implicazioni sociali, umane e
culturali.<br />Bello in se e non per il messaggio femminista che comunque
mi appartiene. Mi piace soprattutto per la soluzione che riesce a
essere di rottura rispetto al giallo classico e affidata ad una battura
sarcastica e anche un filo macabra ma davvero perfetta.<br />Bello. </span></span></span></span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="readable" id="reviewTextContainer2480309041"><span id="freeText17655387665390025098"></span></span><span class="full_description"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="readable" id="reviewTextContainer2480309041"><span id="freeText17655387665390025098">Libro del prossimo mese Il gioco dei Regni di Clara Sereni:</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdo4TuQpLFpO7cEWwtD96NdgBkQD90hx3c8QcqW1X_rV_jYHu967bXoUgToKUmoz_TWHDTpjeZbf3HxdEkcwhfhbjrWDypbGZX51eoKyg_k9B5i9_-yTkshSoQTECikOHyRfxnSWZpcdI/s1600/Il+gioco+dei+regni.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="662" data-original-width="431" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdo4TuQpLFpO7cEWwtD96NdgBkQD90hx3c8QcqW1X_rV_jYHu967bXoUgToKUmoz_TWHDTpjeZbf3HxdEkcwhfhbjrWDypbGZX51eoKyg_k9B5i9_-yTkshSoQTECikOHyRfxnSWZpcdI/s200/Il+gioco+dei+regni.jpg" width="130" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="readable" id="reviewTextContainer2480309041"><span id="freeText17655387665390025098"> </span></span><span class="full_description"><br /></span></div>
Ilnasoneilibrihttp://www.blogger.com/profile/11402395865774360365noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3976335666861946292.post-30338896327640611342019-11-07T07:59:00.004-08:002019-11-07T08:00:42.276-08:00Il tuo sguardo illumina il mondo<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYzeafQgCzBZY_qYo8TzZpItL55urV0g0uFAwDT6Pa0-stWve7KETqUjdjQhu742kSjZ2mqAFZ41LlnZZy6DOUkWlZcvrYB_KWvx-B3VfbPa2AoR1axZjdlhOg4-PCbJbnBgX4bx2rbVU/s1600/susanna-tamaro.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="768" height="187" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYzeafQgCzBZY_qYo8TzZpItL55urV0g0uFAwDT6Pa0-stWve7KETqUjdjQhu742kSjZ2mqAFZ41LlnZZy6DOUkWlZcvrYB_KWvx-B3VfbPa2AoR1axZjdlhOg4-PCbJbnBgX4bx2rbVU/s320/susanna-tamaro.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Susanna Tamaro</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: center;">
<i>Questo libro è l’ultima pietra che portavo nella mia gerla, la più pesante, quella che era rimasta sul fondo. Ho dovuto infilare il braccio dentro, cercarla nella parte più buia, nascosta tra le foglie. Tra tutti i libri che ho scritto questo è stato l’unico di cui, fin dall’inizio, conoscevo la fine. Non c’era sorpresa possibile, né colpi di scena, né vie di fuga. La fine era la parola «morte», scritta accanto al tuo nome, Pierluigi Cappello, scandito come negli appelli a scuola. Appello al quale tu non avresti potuto più rispondere: «Presente!»</i>.<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Questo libro è definito da un'assenza, quella di Pierluigi Cappello, poeta friulano, scomparso a 50 anni nell'ottobre del 2017. La Tamaro racconta della loro amicizia, delle loro affinità, di quanto li univa nonostante le differenze date dall'età (li separavano 10 anni) e di vita. Lo fa "scrivendo" all'amico scomparso, raccontandogli la sua vita attuale e passata, aprendosi (al lettore) come mai prima, probabilmente. </div>
<div style="text-align: justify;">
E' un libro ben scritto, dove incantano le descrizioni della natura e della vita nell'eremo che l'autrice si è creata tra boschi e campagna (a volte persino troppo dettagliate) e vengono ricordate con nostalgia le tappe dell'amicizia con Cappello, e gli attimi di felicità della pur difficile infanzia della Tamaro. Un ricordo struggente in cui forse manca proprio il destinatario del volume, Pierluigi Cappello, che compare poco e non definito, salvo nelle ultime - tristissime - pagine, quando la morte si approssima e si prende la parte della protagonista assoluta. Una lettura che aiuta a capire meglio la "persona" Tamaro, in cui viene rivelato che la scrittrice ha la sindrome di Asperger, e raccontata un'infanzia triste, difficile e solitaria, a giustificazione di un comportamento schivo e riservato che la rende a volte antipatica e scostante.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQwZlmS4nQ32kbcxR13pfAac3cmNMBXCx3HxhQqp-bATIOlRyVorxWeO-wYmVwYnLezgLqcXrHBIcaZGg_GoTalJjofffinM8hkaINg-UGwNAdVYQCQduALB8FNBLZQOazhra0o9DPXso/s1600/Pierluigi+cappello.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="492" data-original-width="656" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQwZlmS4nQ32kbcxR13pfAac3cmNMBXCx3HxhQqp-bATIOlRyVorxWeO-wYmVwYnLezgLqcXrHBIcaZGg_GoTalJjofffinM8hkaINg-UGwNAdVYQCQduALB8FNBLZQOazhra0o9DPXso/s320/Pierluigi+cappello.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Pierluigi Cappello</td></tr>
</tbody></table>
La lettura è piacevole (anche se a volte un po' ridondante per tutte le descrizioni naturalistiche) tranne quando l'autrice usa il libro per ribadire le proprie convinzioni su fine vita e sulla Legge 194 che scadono nello scioccante e che ci hanno unanimemente infastidito. Una manipolazione del lettore che ha solo tolto valore a un libro a tratti toccante. Ci è piaciuto? NI. Il libro è bello (e onestamente partivamo tutte prevenute), ma se lo scopo era quello di raccontare l'amicizia con Pierluigi Cappello allora non c'è riuscita. E' una biografia che non lascia spazio se non raramente alla figura dell'amico rimpianto. Se sia frutto di un'esigenza di elaborazione del lutto o un calcolo non lo sappiamo e forse non ha nemmeno importanza, dopo tutto.<br />
<br />
Lascio spazio alla recensione di Monica, che ha scelto il libro e che di Pierluigi Cappello era amica d'infanzia.<br />
<i>A volte è difficile scrivere la recensione di un libro e quando “ci sentiamo dentro” quello stesso libro è ancora più difficile scriverlo. Susanna Tamaro non è mai stata una delle mie scrittrici preferite, ma ho voluto leggere questo libro che lei ha dedicato alla sua amicizia con il poeta Pierluigi Cappello scomparso nel 2017. Oltre ad essere un pluri premiato poeta, Cappello era per me Pier, un amico d'infanzia. Per questo mi è difficile parlare di questo libro che ho divorato, scansando qualche lacrimuccia, in una ventosa giornata d'inverno. Un libro malinconico, nostalgico. Un libro che è una sorta di lunga lettera, un'autobiografia, una riflessione sulla vita, sulla morte, sulla disabilità, sullo stupore infantile per la natura, sul progresso non sempre positivo. In questo libro ci sono i miei luoghi, la mia gente e quindi la mia vita, ma c'è anche Susanna Tamaro con la sua, difficile, vita. Sono convinta che ora potrò leggere i suoi libri da una diversa prospettiva. Per rendere più intenso “lo sguardo che illumina il mondo” consiglio di leggere prima “Questa libertà” il romanzo autobiografico di Pierluigi Cappello.</i></div>
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
Ci si incontra il 10 dicembre 2019. Libro del mese è <b>Una giuria di sole donne</b> di Susan Glaspell.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEif8JVv6jJF8K2SvwWa4uIAPv_AkV5FHXRW8lXAYvRhDq5U5jNZgIDV1QJlAaQch_iPTl5W0oqy7lp9kI893qZKRO5c6OUmHKKF_jUFNlLryIEWNvaucQxk2WE8masAont6sLdn92QD0-s/s1600/Una+giuria+-+copertina.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="313" data-original-width="216" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEif8JVv6jJF8K2SvwWa4uIAPv_AkV5FHXRW8lXAYvRhDq5U5jNZgIDV1QJlAaQch_iPTl5W0oqy7lp9kI893qZKRO5c6OUmHKKF_jUFNlLryIEWNvaucQxk2WE8masAont6sLdn92QD0-s/s1600/Una+giuria+-+copertina.jpg" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<br />Ilnasoneilibrihttp://www.blogger.com/profile/11402395865774360365noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3976335666861946292.post-4747298406917120852019-11-04T12:29:00.003-08:002019-11-05T02:53:44.060-08:00Gli anni al contrario<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-bz0uscU9X38YBhnmS89ElL4DpS9w4BzA0vOkiFTnvy4ewbomAurfccDmKmkEaXJ0mJ995NJ1diSnxrh2Glxs_4MQECZ37DPjDmaJc0VubYwhJMU7se9FLhW3UjWGKpbNiOf1e6L_mrA/s1600/Nadia-Terranova.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="574" data-original-width="1020" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-bz0uscU9X38YBhnmS89ElL4DpS9w4BzA0vOkiFTnvy4ewbomAurfccDmKmkEaXJ0mJ995NJ1diSnxrh2Glxs_4MQECZ37DPjDmaJc0VubYwhJMU7se9FLhW3UjWGKpbNiOf1e6L_mrA/s320/Nadia-Terranova.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Nadia Terranova</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: center;">
<i><span class="full_description">Non abbiamo mai usato lo stesso
dizionario. Parole uguali, significati
diversi. Dicevamo famiglia: io pensavo
a costruire e tu a circoscrivere;
dicevamo politica: io ero entusiasta e tu
diffidente. Io combattevo, tu ti rifugiavi.
Se non ci fosse stata Mara ci saremmo
persi subito, ma almeno non avremmo
continuato a incolparci per le nostre
solitudini. Quando penso agli anni
trascorsi mi sembra che siano andati tutti
al contrario.</span></i></div>
<br />
<span style="font-size: normal;">Siamo alla fine degli anni '70 a Messina. Due ragazzi come tanti si incontrano all'università, si frequentano, si innamorano. Due opposti che si attraggono: Aurora, studiosa e tranquilla, Giovanni idealista e ribelle. Stanno insieme perchè si amano, ma anche per affrancarsi dalle rispettive origini, dai loro padri. Di destra la famiglia di lei, di sinistra e borghese quella di lui. Presto Aurora si scopre incinta. Inevitabile, anche in tempi ribelli come gli anni '70, il matrimonio, e a breve Mara, la figlia molto amata da entrambi, quella a cui tocca chiudere questo breve romanzo che attraversa - sfiorandolo - uno dei periodi più difficili e tragici della storia recente dell'Italia: gli anni di piombo.</span><br />
<br />
<span style="font-size: normal;">La storia di Aurora e Giovanni si svolge tra il 1977 e il 1989. Dodici anni che in cento pagine faticano a stare. Lo stile dell'autrice, asciutto e piacevole, aiuta la lettura, ma la brevità del testo non lascia spazio all'approfondimento, alla "Storia" che i protagonisti vivono facendosene segnare, ma che al lettore arriva attutita, a spizzichi e mozzichi che non saziano.</span><br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3kpisimvclZgbdh1z930VMKDA-ZQLwtWkPO4hPqKgOEbXkjApCbZY_wMh62hFmXceGlJN4lCnoDy7bsXTxcsXTDVLZADIg4dOEqj3lujF0sx9dSMXqIpnOZws15_uxdRwfezf54VI_3U/s1600/Anni+di+piombo.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="262" data-original-width="457" height="183" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3kpisimvclZgbdh1z930VMKDA-ZQLwtWkPO4hPqKgOEbXkjApCbZY_wMh62hFmXceGlJN4lCnoDy7bsXTxcsXTDVLZADIg4dOEqj3lujF0sx9dSMXqIpnOZws15_uxdRwfezf54VI_3U/s320/Anni+di+piombo.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Una immagine icona degli anni di piombo. <br />
Foto di Paolo Pedrizzetti.</td></tr>
</tbody></table>
E' la "Storia" che li divide? O semplicemente la vita? Aurora si getta nella vita di moglie e madre, Giovanni si dibatte tra famiglia e impegno. E spesso vince l'impegno, lascia Aurora e Mara in secondo piano. Vorrebbe, lui, fare la storia, esserne protagonista. Subisce il fascino della droga e delle "cattive" compagnie, che alla fine lo trascinano con loro nel baratro. Il matrimonio finisce, a unire Aurora e Giovanni rimane solo Mara. Alla fine vincono le differenze.<br />
<br />
Aurora si riprende. Raccoglie i cocci e da lì riparte. Torna in Università, ricostruisce la sua carriera, la sua vita. Giovanni si perde quasi definitivamente. Finisce in prigione, poi in comunità di recupero. E' con il lavoro in comunità che ritrova sè stesso, ma è ormai troppo tardi. Gli anni di droga e promiscuità hanno lasciato il segno: prima la sieropositività, poi l'AIDS conclamato non gli lasciano scampo.<br />
E' vero che gli anni di Aurora e Giovanni sono andati al contrario. Non sono riusciti a rimanere assieme, a gestire vita, amore e famiglia. E quando potrebbero riavvicinarsi è troppo tardi.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiD0njQY9KzIIYMfQChCDA-Z26yBiOQEVz3023wx8bhJtW1Iimff-587nbcNS_BVSC-YgQV8d7hUDFC8kSkjVjlfET8avqwMqzK-0YAovquKLmAujlTpix42U1sJQKzWz4GoaUqts6cca0/s1600/Messina_Strait.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="482" data-original-width="1600" height="120" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiD0njQY9KzIIYMfQChCDA-Z26yBiOQEVz3023wx8bhJtW1Iimff-587nbcNS_BVSC-YgQV8d7hUDFC8kSkjVjlfET8avqwMqzK-0YAovquKLmAujlTpix42U1sJQKzWz4GoaUqts6cca0/s400/Messina_Strait.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Immagine panoramica di Messina</td></tr>
</tbody></table>
Un bel romanzo, troppo breve, in cui ci sono molti spunti ma non lo spazio sufficiente per approfondirli. Se sia stata scelta precisa dell'autrice o sia solo finita così perchè è il suo primo romanzo per adulti non lo sappiamo. Da qualche parte abbiamo letto che è un libro un po' autobiografico, che l'autrice è Mara, ma conferme non ne abbiamo trovate. Però è un libro che ci sentiamo di consigliare, magari alternondolo alla visione di La meglio gioventù di Giordana, che è stato spesso citato durante la serata.<br />
<br />
Ho trovato una sola recensione:<br />
Cristina 4 stelline.<br />
<i><span class="readable reviewText"><span id="freeTextreview2662483607">La
parabola di un amore che nasce e muore durante gli anni di piombo. Il
periodo è interessante ma purtroppo la brevità del romanzo non consente
approfondimenti o digressioni storiche che ne avrebbero fatto un testo
di ben altra caratura.<br />Così è solo la storia, dal finale triste, di
un amore che ha la peculiarità di attraversare, sfiorandolo, un periodo
di grandi trasformazioni politiche e sociali del nostro Paese. Come
succede al protagonista i grandi slanci non si traducono poi se non
marginalmente in azioni e l'amore soffoca più per banale mancanza di
impegno che per vere differenze tra i due amanti.<br />Dovessi giudicare
di testa gli dovrei dare 2 stelline (ok, ma non memorabile), ma lo stile
di scrittura è proprio quello che piace a me, e me lo sarei letto tutto
in un fiato e in una sola seduta, se la mia - di vita - non si fosse
intromessa.<br />Con difetti, ma proprio carino.</span></span></i><br />
<br />
<span class="readable reviewText"><span id="freeTextreview2662483607">Prossimo appuntamento il 5 novembre. Libro del mese: <b>Il tuo sguardo illumina il mondo</b> di Susanna Tamaro. </span></span><br />
<span class="readable reviewText"><span id="freeTextreview2662483607"><br /></span></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjc7IEeDOji5PUlH8vLcCAzuwnn__9i4S0oNeQoH3B40oUi-i9Bn4DdDyUw0rvhHIpyPr_gIu1f8_3VQtibhxrISl23Um1WmJOtNACqTjFRAa3ZpdeFM-6-dGSOqkzjoff2Y72Umq5IDA8/s1600/Tamaro-COVER-350x551.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="551" data-original-width="350" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjc7IEeDOji5PUlH8vLcCAzuwnn__9i4S0oNeQoH3B40oUi-i9Bn4DdDyUw0rvhHIpyPr_gIu1f8_3VQtibhxrISl23Um1WmJOtNACqTjFRAa3ZpdeFM-6-dGSOqkzjoff2Y72Umq5IDA8/s320/Tamaro-COVER-350x551.jpg" width="203" /></a></div>
<br />
<br />
<br />
<br />Ilnasoneilibrihttp://www.blogger.com/profile/11402395865774360365noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3976335666861946292.post-14826061201711638952019-10-01T08:56:00.002-07:002019-10-03T02:46:12.638-07:00Insieme, e basta.<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhuIeS6SA5IURgxGtlarM6PMKq0S487mCHUjrxVoqy-37rgPGv1VkkkGtMr78lDvLcXVshmjJ_5ffRcyyZKK_cNcvLWq0J1rOusqmokq2NgHV6Fyvwv-naASjZpZ52lBVFli1iynnEdjTI/s1600/Anna-Gavalda-%25C2%25A9-NB.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1595" data-original-width="902" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhuIeS6SA5IURgxGtlarM6PMKq0S487mCHUjrxVoqy-37rgPGv1VkkkGtMr78lDvLcXVshmjJ_5ffRcyyZKK_cNcvLWq0J1rOusqmokq2NgHV6Fyvwv-naASjZpZ52lBVFli1iynnEdjTI/s400/Anna-Gavalda-%25C2%25A9-NB.jpg" width="225" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Anna Gavalda, l'autrice del mese</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: center;">
<i><span class="full_description">Anzi meglio di una vera famiglia, una
famiglia che avevano scelto, voluto, per la quale si erano battuti e che
in cambio chiedeva loro solo di essere felici insieme. No, neanche
felici, d'altronde, ormai non erano più così esigenti. Di essere
insieme, e basta. E già questo era insperato</span></i></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: left;">
<span class="full_description"><i>Insieme, e basta</i>, è </span><span class="full_description">una p</span><span class="full_description">iacevole commedia romantica. Le vite di 4 personaggi alquanto strambi si incrociano per caso e i loro destini si legano per sempre.</span><br />
<span class="full_description"><br /></span>
<span class="full_description">Tanto era duro e difficile <i>The mars room</i> tanto è scorrevole e facile <i>Insieme, e basta.</i> Il nome dell'autrice - quasi iberico nel suono - è fuorviante. Anna Gavalda è francese, francesissima. Lo insegna pure, il francese. E molto francese è anche, nelle atmosfere e nelle ambientazioni, il suo libro.</span><br />
<span class="full_description"><br /></span>
<span class="full_description">Monica dice giustamente che sembra di guardare un film. Un film francese, appunto. Una commedia romantica e divertente, rarefatta e rilassante.</span><br />
<span class="full_description"><br /></span>
<span class="full_description">Riesce a emozionare, a volte, quando il racconto converge sull'anziana Paulette, e sul rapporto della donna con Camille. Sembra quasi che l'autrice abbia avuto esperienza di vita e di cura di persone anziane e bisognose di supporto. Ben descrive (e con che delicatezza) la perdita di autonomia e di orgoglio che subisce chi dipende dagli altri per la cura di sè stesso. Di orgoglio sia chiaro, mai di dignità che quella il bisogno non te la toglie di sicuro.</span><br />
<span class="full_description"><br /></span>
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjTyd_jrekiC9_z6rrxfLpI3fhOZk6WTnVCFbr2N3daEIPQwYmjDgZMmMlm8GIcydNY-dJMgG_4Ca9OgLeYdOQ9UT8CpQ7f_eYN5R956CsDdGPWD_qYEJOzFFaJhOTOchcm7TbfU8cyTh4/s1600/Parigi.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="549" data-original-width="824" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjTyd_jrekiC9_z6rrxfLpI3fhOZk6WTnVCFbr2N3daEIPQwYmjDgZMmMlm8GIcydNY-dJMgG_4Ca9OgLeYdOQ9UT8CpQ7f_eYN5R956CsDdGPWD_qYEJOzFFaJhOTOchcm7TbfU8cyTh4/s320/Parigi.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Parigi, e basta! Che meraviglia</td></tr>
</tbody></table>
<span class="full_description">Ma pesano, e tanto, i continui dialoghi e i tanti troppi troppissimi puntini di sospensione e una certa banalità nella trama. Sa un po' di già visto o di già letto.</span><br />
<span class="full_description"><br /></span>
<span class="full_description">Lo consigliamo: forse. E' un libro simpatico, anche se certo non è profondo.</span><br />
<span class="full_description"><br /></span>
<span class="full_description">Per una volta metto una annotazione personale: io si, nonostante tutto lo consiglio. Ho attraversato un brutto periodo, e questo libro mi ha fatto sorridere. E non ho dovuto pensare, leggendolo. Mi è scorso tra le dita come acqua fresca, e di quello in questo momento avevo bisogno.</span><br />
<span class="full_description"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipFRXdBFhR-Vb5AeG8TvFGdvkQzY7dvca7xQUa4nHJRjHmBzL1MHeu2PJiIF46pstnudQOgaJHi-4mFbpE4o3uTPOgkA1YctniDLG4diplQ-dunLONz0RSqs2mtGhJT8Dg8QCxLObb_Qc/s1600/Ensembre%252C+c%2527est+tout+manifesto.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="402" data-original-width="279" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipFRXdBFhR-Vb5AeG8TvFGdvkQzY7dvca7xQUa4nHJRjHmBzL1MHeu2PJiIF46pstnudQOgaJHi-4mFbpE4o3uTPOgkA1YctniDLG4diplQ-dunLONz0RSqs2mtGhJT8Dg8QCxLObb_Qc/s200/Ensembre%252C+c%2527est+tout+manifesto.jpg" width="138" /></a></div>
<span class="full_description">Non fa pensare, se non di striscio. Ma a volte si ha bisogno anche di quello.</span><br />
<span class="full_description"><br /></span>
<span class="full_description">Due recensioni, al volo.</span><br />
<span class="full_description">Monica, 3 stelline</span><br />
<i>Un film francese. Paradossale,
a tratti emozionante, l'ho letto, ma è come se stessi guardando un
film. La tipica surreale commedia sentimentale alla francese. A me
piacciono i film francesi e quindi questo romanzo si merita tre
stelline. Solo per quello.</i><br />
<br />
Cristina, 2 stelline<br />
<i><span class="readable" id="reviewTextContainer2927644839"><span id="freeTextContainer5122621853554557155">Molto francese, molto scontato, abbastanza noioso. Ci
sono alcune parti molto ben caratterizzate, quasi sorprendenti, che
fanno pensare che l'autrice si sia effettivamente occupata di persone in
difficoltà o anziane. Purtroppo si perdono in rigagnoli e rigagnoli di
discorsi diretti e di insopportabili puntini di sospensione (...). Scontata la trama, ma con un bel finale molto carino.</span></span></i><br />
<br />
<span class="readable" id="reviewTextContainer2927644839"><span id="freeTextContainer5122621853554557155">A proposito: questo libro è anche un film e la protagonista Camille è interpetata da Audrey Tautou, l'indimenticabile </span></span><span class="readable" id="reviewTextContainer2927644839"><span id="freeTextContainer5122621853554557155">Amélie Poulain de <i>Il mondo di Amelie </i>nientepopodimeno. Magari lo cerco. A chi interessasse il titolo italiano è <i>Semplicemente insieme</i>.</span></span><br />
<br />
<span class="readable" id="reviewTextContainer2927644839"><span id="freeTextContainer5122621853554557155">Ci si vede il 15 ottobre, solita ora. Libro del mese <i>Gli anni al contrario</i> di Nadia Terranova. </span></span><br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjq8QSn6PW26D4ID7nif97eToWFb4A14LJlCYXi_BhHd2dP0K6NEqcwj65PW4G9SOQ7t7xjMmnh2v6Wq5iunCGTqyR_V_PBeigKI6dNjIkScMd4DVWNF0O9X43ToDHiKEoAAce52eTPSeo/s1600/Nadia-Terranova-Gli-anni-al-contrario.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1022" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjq8QSn6PW26D4ID7nif97eToWFb4A14LJlCYXi_BhHd2dP0K6NEqcwj65PW4G9SOQ7t7xjMmnh2v6Wq5iunCGTqyR_V_PBeigKI6dNjIkScMd4DVWNF0O9X43ToDHiKEoAAce52eTPSeo/s320/Nadia-Terranova-Gli-anni-al-contrario.jpg" width="204" /></a></div>
<span class="readable" id="reviewTextContainer2927644839"><span id="freeTextContainer5122621853554557155"> </span></span> </div>
Ilnasoneilibrihttp://www.blogger.com/profile/11402395865774360365noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3976335666861946292.post-81564859677000995582019-09-26T13:04:00.001-07:002019-09-26T13:04:36.471-07:00The Mars room.<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhT4q8S7F1sU-ryWMCscaU8iRWJa6lppOwKPfXw-1K5TmEa0nFjKfq9lBQHqhqzrLtfmM-zlcD3zVlLwrsRdZXM9oESWebI5YnHlirEQc7jgFTVOo7LF3m6coPCQlH8wP41FJUMZYXQ7mk/s1600/kushner.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="550" data-original-width="820" height="214" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhT4q8S7F1sU-ryWMCscaU8iRWJa6lppOwKPfXw-1K5TmEa0nFjKfq9lBQHqhqzrLtfmM-zlcD3zVlLwrsRdZXM9oESWebI5YnHlirEQc7jgFTVOo7LF3m6coPCQlH8wP41FJUMZYXQ7mk/s320/kushner.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Rachel Kushner</td></tr>
</tbody></table>
<i>Non sentirete mai nessuno definire comune l'aspetto di un uomo. L'uomo comune significa l'uomo medio, un uomo tipico, un lavoratore infaticabile e perbene che si dà da fare, dai sogni e dalle risorse modesti. Una donna comune è una donna da poco. Una donna da poco non merita rispetto e perciò ha un valore ben preciso, un valore da poco.</i><br />
<br />
Romy Hall è una spogliarellista. Giovane, bella, sbandata. Nella sua vita ha pochi punti fermi. Uno è il figlio, Jackson, l'altro la prigione. Perchè Romy sta scontando un doppio ergastolo, senza possibilità di libertà vigilata. E mentre lei è in prigione, e la sua vita si intreccia con quella di altri prigionieri e con il personale del carcere, Jackson è fuori, solo e indifeso, in balia dei servizi sociali.<br />
<br />
<i>The mars room</i> ci fa incontrare Romy nel suo viaggio verso la prigione dove sconterà la sua pena. Non sappiamo ancora di che delitto si sia macchiata, sappiamo solo che è stata condannata all'ergastolo. Già dal viaggio, dall'inumanità e dalla mancanza di empatia che accomuna prigionieri e carcerieri, è evidente la critica feroce dell'autrice al sistema giudiziario americano, un sistema che non consente speranza e redenzione, in cui se sei povero e donna, e se la vita non ti ha concesso sconti e possibilità, allora non avrai nemmeno quello che dovrebbe essere concesso a tutti - almeno sulla carta - ovvero una difesa efficace.<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0rpCWXQN6wP44IAsP42GSs-GJb7nWrlSU283gz1xkAb_Y2Pi3KxPy_ssX-0f9bpRROU0O0WY2thy16EuzS6b_Pew77cbUN_9LWGIulxrl1pX_8sDMisF0UeNUx8v27w3WyzU4jDoOGFY/s1600/MAY1_DOHERTY_PRISON-810x445.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="445" data-original-width="810" height="175" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0rpCWXQN6wP44IAsP42GSs-GJb7nWrlSU283gz1xkAb_Y2Pi3KxPy_ssX-0f9bpRROU0O0WY2thy16EuzS6b_Pew77cbUN_9LWGIulxrl1pX_8sDMisF0UeNUx8v27w3WyzU4jDoOGFY/s320/MAY1_DOHERTY_PRISON-810x445.jpg" width="320" /></a><br />
Non è un personaggio gradevole Romy. E' fredda e dura, e non alberga in lei alcun pentimento o ripensamento per il delitto che ha commesso, peraltro davanti al figlio che pure teneramente ama. Ma l'uomo che ha ucciso la tormentava, la seguiva, la "stolkerizzava". Arriva al punto di seguirla in un'altra città, ossessionato dall'idea che ha di lei e che ben poco ha in comune con la vera Romy che quando se lo trova davanti lo uccide. Uccide chi, per l'ennesima volta, le impedisce di rifarsi una vita, le toglie la possibilità di essere altro che la spogliarellista carina ma sbandata.<br />
<br />
<i>The mars room</i> è un libro particolare, che piacerà a chi riesce a empatizzare con Romy, a riconoscere nel percorso di lei le storie di chi è nato svantaggiato e non è riuscito a farcela nonostante le avversità. Agli altri... probabilmente molto meno.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWiXa5EdSQenA8jGx98x5LGeZA5m60vcNu8g6SJqZc3yGBqaC63a5ANB2-BSQkYD3LvRw6F-R2FEO8I2PFQAz8f6rsvKfT7mZFGEnpswEkZvXcZWmIgqgGrpakB8l_QTkldyaQ1RZXgAI/s1600/CentralCaliforniaWomensFacility.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1280" data-original-width="1600" height="256" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWiXa5EdSQenA8jGx98x5LGeZA5m60vcNu8g6SJqZc3yGBqaC63a5ANB2-BSQkYD3LvRw6F-R2FEO8I2PFQAz8f6rsvKfT7mZFGEnpswEkZvXcZWmIgqgGrpakB8l_QTkldyaQ1RZXgAI/s320/CentralCaliforniaWomensFacility.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Carcere femminile della California centrale cui si ispira<br />quello del libro<br /> </td></tr>
</tbody></table>
E' un libro duro, come il tema che affronta, in cui gli spiragli di speranza sono pochi e rari. I personaggi sono tutti o quasi sgradevoli e l'intrecciarsi di più storie crea confusione tanto che a volte non si capisce chi sia il protagonista dei vari capitoli. Più di tutto pesa la cappa di violenza e sopraffazione che permea il racconto: violenti sono i prigionieri tra di loro, le guardie con i prigionieri e con chi nel carcere lavora (come giustamente dice Annarita anche loro scontano il loro ergastolo, vivono isolati dal mondo come prigionieri pur non essendolo), persino chi nel carcere lavora per un breve periodo che forse lo fa per difendersi ma viene da chiedersi se valga la pena perdere la propria umanità per salvare un po' di orgoglio.<br />
<br />
Consigliamo la lettura di questo libro? Dipende. Sicuramente non lo consiglierei a chi passa un periodo difficile, ma è un libro che - pur scomodo e pesante - forse dovrebbe essere letto per capire quanto si è fortunati ad essere nati dalla parte "giusta" della città (non occorre del Mondo).<br />
<br />
Magari ce la facevamo ugualmente, ma sarebbe stato tutto più difficile.<br />
<br />
Libro del mese di agosto: <b>Insieme, e basta </b>di Anna Gavalda.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQOPGKsQuIxG3hSjSJl2S1fDbg13wo8ZhVZczfI0DdrRrnEhEr0dCX3besYs6U1OJ2hlErSY0iU5yBoEYYdd1c-0OYeK8b3hbZcnFjDwNLFR6uYKrue0jLtfiJqLbvkzOQ-mPeg5h3mfE/s1600/insieme-e-basta.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="553" data-original-width="354" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQOPGKsQuIxG3hSjSJl2S1fDbg13wo8ZhVZczfI0DdrRrnEhEr0dCX3besYs6U1OJ2hlErSY0iU5yBoEYYdd1c-0OYeK8b3hbZcnFjDwNLFR6uYKrue0jLtfiJqLbvkzOQ-mPeg5h3mfE/s320/insieme-e-basta.jpg" width="204" /></a></div>
<br />
<br />
<br />Ilnasoneilibrihttp://www.blogger.com/profile/11402395865774360365noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3976335666861946292.post-34557266002146407582019-07-21T02:35:00.005-07:002019-07-21T02:35:38.608-07:00Il grande Bob<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKzZnOgk-BeGPhyphenhyphenWdNvM_4L4KT6bF7Bm_YSUBNbs699IA3EtUEyFi3NDQpX9-XugL9nE6T0tGcGTM2uCbgEfBtr0QtacG-RvZ58Jvm8W1GgkMYKqMtPPfprWhzRmUowciCWNqNqozp3XI/s1600/simenon-feat.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="402" data-original-width="800" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKzZnOgk-BeGPhyphenhyphenWdNvM_4L4KT6bF7Bm_YSUBNbs699IA3EtUEyFi3NDQpX9-XugL9nE6T0tGcGTM2uCbgEfBtr0QtacG-RvZ58Jvm8W1GgkMYKqMtPPfprWhzRmUowciCWNqNqozp3XI/s400/simenon-feat.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Georges Simenon</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: center;">
<i>Che cosa si sa degli altri in definitiva quando non si sa granché di se stessi?</i></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Bob è morto. Suicida. Una fine lucidamente pensata, inattesa da tutti. Bob il simpatico, Bob il piacione, Bob il clown si è dato la morte nella Senna, una domenica mattina, fingendo di andare a pescare. Ha fatto le cose per bene, cercando di farlo sembrare un incidente. Ma era grosso Bob, ha dovuto legarsi la corda due volte alla caviglia e lì si è tradito.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ma chi era Bob, veramente?</div>
<div style="text-align: justify;">
A quanto pare non lo sa nessuno, non gli amici che ne conoscevano sfacettature ma non il passato, non la sorella che vedeva di rado, non le amanti che aveva, nemmeno la mogli Lulu, che lo amava e lo accettava per quello che era ma che non lo capiva.</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNYkFLoVXw5NM9OZdpmhHbrv1D18qHgH28vdVvuIQYnxhE4zQuxg1439sfhOspBZrvBguI7VlFlVOmu-a6JWVj7xV5tht_Na8hJZrhQ7f7M6wBEJmwQkrHVJARJWvVthnqdZ4kyBOLMDk/s1600/la-motte-tilly-275-14_w800.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="375" data-original-width="500" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNYkFLoVXw5NM9OZdpmhHbrv1D18qHgH28vdVvuIQYnxhE4zQuxg1439sfhOspBZrvBguI7VlFlVOmu-a6JWVj7xV5tht_Na8hJZrhQ7f7M6wBEJmwQkrHVJARJWvVthnqdZ4kyBOLMDk/s320/la-motte-tilly-275-14_w800.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La Senna a Tilly</td><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><br /></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Alla ricerca di chi era Bob, anzi, di chi sia stato il <i>grande</i> Bob, va il suo medico. Interrogando se stesso prima, e i vari conoscenti di Bob poi, il dottore scopre (almeno in parte) la verità su Bob e sul perchè si è ucciso. Una scoperta tutto sommato banale che è il motore che muove la storia ma che non ne rappresenta il centro. Quello è dato dal percorso, dalla vita dei vari personaggi che si affacciano alla storia e ci raccontano chi, per loro, era Bob. </div>
<div style="text-align: justify;">
Una vita ai margini per molta parte di loro, come ai margini è il quartiere dove si svolge la storia. Non alta borghesia, non malavita, ma un mondo in bilico tra virtù in piena vista e vizi nascosti negli androni bui e negli appartamenti squallidi delle lavoranti.</div>
<div style="text-align: justify;">
Un palcoscenico in cui si muovono personaggi quasi tutti sgradevoli, primo fra tutti proprio la voce narrante del libro.</div>
<div style="text-align: center;">
<i>Ero tentato di dirle in faccia la verità una volta per tutte. </i></div>
<div style="text-align: center;">
<i> Di metterla davanti alla cruda realtà, davanti alla sua vera immagine e davanti alla mia. Forse abbiamo torto di non farlo. </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Serata estiva a ranghi un po' ridotti. Eravamo in cinque da Miffi. Una serata come sempre piacevolissima, che ci ha visto discutere - ma non troppo - un libro del grande Simenon.</div>
<div style="text-align: justify;">
Autore prolifico (a dire poco) universalmente conosciuto per aver inventato il personaggio del Commissario Maigret, ha scritto centinaia di libri rimanendo però sciacciato, almeno in parte, dal suo personaggio principale. Destino che lo accomuna a altri famosi scrittori di polizieschi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Dalla prosa scarna, ma piacevolissima, Il grande Bob non rientra nella produzione migliore dell'autore.</div>
<div style="text-align: justify;">
Nonostante i personaggi abbastanza sgradevoli (si salvano dall'ipocrisia generale e generalizzata la sorella di Bob e il figlio di questa e Lulu, che assume il ruolo di figura tragica del racconto) il libro scorre veloce e ha, tutto sommato, una fine soddisfacente per quanto banale. Una lettura piacevole ma non indimenticabile.</div>
<div style="text-align: justify;">
I personaggi di rilievo sono il medico - io narrante (che ha non poche ombre) e Lulu, la moglie di Bob. Giovane e sbandata, incontra Bob per caso e in un certo senso ne segna il destino anche se nelle decisioni di Bob non si intromette mai, limitandosi ad amarlo e accettarlo. Anche lei non lo conosce bene, dimostrando, se possibile, ancora di più la solitudine di un uomo che poteva avere tutto ma ha voltato le spalle a un destino sicuro e alto borghese mantenendo fede, fino in fondo, al ruolo che si era dato.</div>
<div style="text-align: justify;">
Alla fine Bob ha vissuto e è morto come ha voluto. Il suo tentativo di non far pesare il suo destino su Lulù però, non funziona. Lulù si lascia morire anche lei, per rimanere fedele al ricordo di lui. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Libro del prossimo mese (se le ferie ci consentiranno di vederci) è Mars Room di Rachel Kushner. Scelto da Annarita.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcln6fh1q9foV4YopwUF1eRnzDp6nq77s70MqhPNn7F-Uno9n1b7q5XU-H4-cgk5_s2HU-xb6Gp1IsRrYJ220VmpB97JwhUD6vuYo9dJXS8h3ObrNOkh3ANxc48XpUMnu5_NHtse9r4yI/s1600/MaRS+ROOM.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1585" data-original-width="1000" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcln6fh1q9foV4YopwUF1eRnzDp6nq77s70MqhPNn7F-Uno9n1b7q5XU-H4-cgk5_s2HU-xb6Gp1IsRrYJ220VmpB97JwhUD6vuYo9dJXS8h3ObrNOkh3ANxc48XpUMnu5_NHtse9r4yI/s320/MaRS+ROOM.JPG" width="201" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Buone ferie a tutti.</div>
Ilnasoneilibrihttp://www.blogger.com/profile/11402395865774360365noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3976335666861946292.post-76590574816924789942019-06-22T01:09:00.001-07:002019-06-22T02:18:29.167-07:00Mattatoio n. 5.<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNmae_S36m8ugAgr70U0WfqYNHRLuK2V2wEHsXE-vDYD90QoxPJsAO8kdUzMS2uMs8eX0wtSIdQkgYj9bLCwZ_cfSi7E2GIMOb4kPM7FT1ROb-nYkEtv_q92ZXCVMnhBZJXO7tx5ZpJ4I/s1600/vonnegut.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="400" data-original-width="600" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNmae_S36m8ugAgr70U0WfqYNHRLuK2V2wEHsXE-vDYD90QoxPJsAO8kdUzMS2uMs8eX0wtSIdQkgYj9bLCwZ_cfSi7E2GIMOb4kPM7FT1ROb-nYkEtv_q92ZXCVMnhBZJXO7tx5ZpJ4I/s320/vonnegut.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Kurt Vonnegut</td><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><br /></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: center;">
<i><span class="full_description">E' così breve, confuso e stonato, caro
Sam, perché non c'è nulla di intelligente da dire su un massacro. Si
suppone che tutti siano morti, e non abbiano più niente da dire o da
pretendere. Dopo un massacro tutto dovrebbe tacere, e infatti tutto
tace, sempre, tranne gli uccelli. </span></i></div>
<br />
<span class="full_description">Mattatoio n. 5, di Kurt Vonnegut, è dedicato al bombardamento di Dresda, avvenuto tra il 13 e il 15 febbraio 1945, ed è in larga parte autobiografico. </span><br />
<span class="full_description">Amercano, ma di lontane origini tedesche, Vonnegut partecipò alle seconda guerra mondiale come volontario. Prigioniero di guerra fu portato a Dresda dove assistette al bombardamento della città<i>. </i> </span><br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUHKD8Svo2tTyJJmaWkMz4NJ5rVTPx6hwgt9U_HmTPK_vRhDC9tNL2JuqPjdnji2DkGUdwMgsLa8kO2Prd5_vdNtRJscMz3FcNyCc1mjK3zO88yUzJpz9a80ys7RyNaY5FSBxWxFAgEas/s1600/Dresda-bombardamento.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="464" data-original-width="826" height="179" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUHKD8Svo2tTyJJmaWkMz4NJ5rVTPx6hwgt9U_HmTPK_vRhDC9tNL2JuqPjdnji2DkGUdwMgsLa8kO2Prd5_vdNtRJscMz3FcNyCc1mjK3zO88yUzJpz9a80ys7RyNaY5FSBxWxFAgEas/s320/Dresda-bombardamento.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Dresda - 1945</td></tr>
</tbody></table>
<span class="full_description">Rubo da Wikipedia:</span><br />
<span class="full_description"><i><br /></i></span>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span class="full_description"></span><i>Il bombardamento notturno della RAF
creò una "tempesta di fuoco", con temperature che
raggiunsero i 1500°C. Lo spostamento di aria calda verso l'alto e il
conseguente movimento di aria fredda a livello del suolo, crearono un
fortissimo vento che spingeva le persone dentro le fiamme .... Col
passare delle ore, il vento caldo sempre più forte e l'altissima
temperatura non permisero più alcuno spostamento: l'aria calda degli
incendi dei vecchi quartieri attirava aria fredda dalla periferia,
provocando una potentissima corrente d'aria che a tre ore dal
bombardamento si trasformò in un ciclone. L'equipaggio di un
bombardiere statunitense, tornato nelle ore successive, vide arrivare
a 8000 metri travi di legno e ogni tipo di materiale, sollevato da
una forte corrente ascensionale.
</i></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
L'inferno in terra, probabilmente. </div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Anche se il bombardamento non causò le 135.000 vittime inizialmente indicate (stime recenti parlano di 30.000 morti civili e mi paiono più che sufficienti), l'obiettivo sostanzialmente civile e l'inutilità dello stesso a fini bellici lo rese - all'epoca - uno degli episodi più criticati a livello di opinione pubblica. E' interessante, quindi, che ben poco se ne parli ora, anche se in parte può essere dovuto al fatto che Dresda ricadde nell'area sovietica, nel dopo guerra, tanto che la ricostruzione della Città prese impulso veramente solo dopo la riunificazione tedesca, nel 1989.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
La scorsa serata eravamo ben nove a dividere il desco, in un torrido martedì di giugno. E' stata, come sempre, una bella serata.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Purtroppo non così bella la lettura...</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Il libro lo hanno finito Marilaura, Cristina e Monica, ma con fatica. Se non sbaglio lo hanno letto anche Lia e Stefania (vado a memoria). Iniziato ma lasciato da Rita.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtrrFzHPLnGr7QNvsNpQVYdbMRZsPEj3bl1KMiIPJGBxrMLGDVF1eMbiqF6vpp1BdPhVS8RsKymKYzX5EEUf1fGX0B3frTWTjIg_yxpcT-X8iay5j9uBSA7tmdbkRzL_140AE3MFjpH3Q/s1600/3e445ae1abafa4808a5f8529806780da.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="625" data-original-width="300" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtrrFzHPLnGr7QNvsNpQVYdbMRZsPEj3bl1KMiIPJGBxrMLGDVF1eMbiqF6vpp1BdPhVS8RsKymKYzX5EEUf1fGX0B3frTWTjIg_yxpcT-X8iay5j9uBSA7tmdbkRzL_140AE3MFjpH3Q/s320/3e445ae1abafa4808a5f8529806780da.jpg" width="153" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Trafalmadoriano</td><td class="tr-caption" style="text-align: center;"> </td></tr>
</tbody></table>
La commistione tra fantascienza e racconto di guerra - per noi - non ha funzionato. Pur apprezzandone la struttura, l'ironia di alcuni passaggi e la capacità di illustrare l'assurdità della guerra partendo da episodi minori, i continui passaggi e salti temporali, la ripetizione infinita di alcune frasi e l'assurdità di alcune scelte narrative ci hanno stroncato.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Come dice Monica probabilmente è un libro che deve essere riletto per essere apprezzato. Peccato che nessuno di noi voglia farlo.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<i><span class="full_description">"Ma lei non ha intenzione di scriverlo,
questo, vero?"
Non era una domanda; era un'accusa.
"Io... io non so" dissi.
"Be', lo so io" fece lei. "Fingerà che eravate degli uomini anziché dei
bambini, e poi ne tireranno fuori un film interpretato da Franck Sinatra
e John Wayne o da qualcun altro di quegli affascinanti vecchi
sporcaccioni che vanno pazzi per la guerra. E la guerra sembrerà
qualcosa di meraviglioso, e così ne avremo tante altre. E a combatterle
saranno dei bambini come quelli che ho mandato di sopra."</span></i> </div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Due recensioni due:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Monica: 3 stelline e mezza:</b></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<i><span class="full_description">La guerra è talmente una cosa assurda che
descriverla cosí, scegliendo di alternare, su più piani temporali, il
massacro europeo, i marziani e le visioni provocate da un incidente
aereo, sembra una cosa senza senso. Non ho capito niente, ma credo che
sia proprio questo il senso del libro. L'assurdità di molte umane
azioni.</span></i><br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Cristina: 2 stelline</b></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<i>Lato positivo: è breve.<br />L'ho scelto come libro del mese del club di
lettura di cui faccio parte. Sapevo sarebbe stata una lettura ostica ma
per molti è stata davvero ardua.<br />L'ho finito e gli riconosco ottimi
spunti e un certo qual fascino letterario che razionalmente trovo
inspiegabile ma che persiste anche a conclusione della faticosa lettura.</i></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Leggendo critiche e recensioni su Anobii e Goodreads direi che è un libro destinato a dividere, che non lascia però indifferenti. Più che il racconto è la commistione fantascienza - realtà che ci è risultata ostica. Uno stile probabilmente superato o comunque a noi non affine. <i></i></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<i><br /></i></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Libro del prossimo mese: <b>Il grande Bob</b> di Georges Simenon.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbc2sJ2yjYmit3dF8kOVFWFeD3xRKIu-onIrzebxQROKXUt45VwZDfWMcAE9liRkSBHqw_5Q5xkpR2HYhw3QzxRdtiaHIo3jJ_Nkzd7PscIqEuqy0HH_XAorAO8pmp0paxmYyvnUjhAnU/s1600/ilGrandeBob.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="295" data-original-width="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbc2sJ2yjYmit3dF8kOVFWFeD3xRKIu-onIrzebxQROKXUt45VwZDfWMcAE9liRkSBHqw_5Q5xkpR2HYhw3QzxRdtiaHIo3jJ_Nkzd7PscIqEuqy0HH_XAorAO8pmp0paxmYyvnUjhAnU/s1600/ilGrandeBob.jpg" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Si può ascoltare anche on line, sul sito di<a href="https://www.raiplayradio.it/playlist/2018/01/radio3-ad-alta-voce-Il-grande-Bob-1ea5adcf-9849-41f7-b799-fa11cd8d95ce.html" target="_blank"> Rai Radio 3.</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Ci vediamo martedì 9 luglio.<i><br /></i></div>
<span class="full_description"><style type="text/css">P { margin-bottom: 0.21cm; }</style></span>Ilnasoneilibrihttp://www.blogger.com/profile/11402395865774360365noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3976335666861946292.post-63290895704264574192019-05-12T01:42:00.001-07:002019-05-12T08:41:35.726-07:00Non lasciarmi<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8eY4eitPHf-xwgLntvM5EJmZxMePaL8vDLmwGlRxzc-2Io6gWT3d4aPofrvce_r7hOdPPxvqZF1mr5hj8TtLzyxMHuJ_FGTmU_CBJZfs4zUwzEl1EsJTTanXz_ttZ_U3SpWEBZREv7vQ/s1600/kazuo-ishiguro.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="525" data-original-width="954" height="176" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8eY4eitPHf-xwgLntvM5EJmZxMePaL8vDLmwGlRxzc-2Io6gWT3d4aPofrvce_r7hOdPPxvqZF1mr5hj8TtLzyxMHuJ_FGTmU_CBJZfs4zUwzEl1EsJTTanXz_ttZ_U3SpWEBZREv7vQ/s320/kazuo-ishiguro.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<i><span class="full_description">Fu quella l'unica volta, mentre stavo lì
in piedi a osservare quegli strani rifiuti, sentendo il rumore del vento
che attraversava quei campi vuoti, che mi feci trasportare da quella
piccola fantasia; perché dopotutto mi trovavo nel Norfolk, ed erano
passate soltanto due settimane da quando avevo perso Tommy. Pensavo ai
rifiuti, alla plastica che sventolava tra i rami, alla linea di strane
cose intrappolate lungo il reticolato, e allora chiusi gli occhi e
immaginai che quello fosse il punto dove tutto ciò che avevo perduto
dagli anni dell'infanzia era stato gettato a riva; adesso mi trovavo lì,
e se avessi aspettato abbastanza, una minuscola figura sarebbe apparsa
all'orizzonte in fondo al campo, e a poco a poco sarebbe diventata più
grande, finché non mi fossi resa conto che era Tommy, e lui mi avrebbe
fatto un cenno di saluto con la mano, forse mi avrebbe chiamata. La
fantasia non andò mai al di là di questa immagine - non glielo permisi -
e sebbene le lacrime mi rotolassero lungo le guance, non singhiozzavo
né mi sentivo disperata. Aspettai un poco, poi tornai verso l'auto e mi
allontanai, ovunque fossi diretta.</span></i></div>
<br />
<span class="full_description"> E' <i>Non lasciarmi</i> del Premio Nobel Katzuo Ishiguro il libro del mese di maggio. Un libro dalla tematica importante e disturbante, un racconto distopico in cui si allevano cloni per poterli poi utilizzare come "donatori", usandoli fino alla "fine del loro ciclo".</span><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjBUnqGHdvdV-b8UKIqQihNncUJXai9qo6-dTlpzJjryMPVlKE00g6ke8bGa2D3KOhD2wfvB_XFOc2xGYLEOK-Mycc2LPTcNoDYhkisd_FZyM2Br5MmZKGNA_MX70rTftZgOq63AFqZONw/s1600/inghilterra-norfolk-Sandringham-Estate5.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="428" data-original-width="670" height="204" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjBUnqGHdvdV-b8UKIqQihNncUJXai9qo6-dTlpzJjryMPVlKE00g6ke8bGa2D3KOhD2wfvB_XFOc2xGYLEOK-Mycc2LPTcNoDYhkisd_FZyM2Br5MmZKGNA_MX70rTftZgOq63AFqZONw/s320/inghilterra-norfolk-Sandringham-Estate5.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Sandringham nel Norfolk, così mi immagino Hailsham</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: right;">
</div>
<div style="text-align: right;">
</div>
<span class="full_description">La voce narrante è quella di Kathy. Per due terzi del libro Kath racconta la sua infanzia e adolescenza trascorsa con i suoi due più cari amici, Tommy e Ruth, prima a Hailsham (un collegio immerso nella campagna inglese), poi ai Cottages. Una vita separata da quella delle persone normali anche se il motivo della diversità dei protagonisti viene solo accennata, sottesa. La rivelazione del destino dei ragazzi arriva durissima ma, come accade ai protagonisti, non inaspettata. Ishiguro accenna, sottende, e alla fine anche noi, come Tommy, Ruth e Kath diciamo: ma lo avevamo sempre saputo.</span><br />
<span class="full_description">E' nella terza parte del racconto che l'orrore del destino dei ragazzi viene descritto: le operazioni, il dolore, la debolezza, la speranza - infranta - di poter ritardare il proprio fato. Ma anche qui non c'è ribellione, rabbia, un tentativo di fuggire: i protagonisti accettano il loro destino. Solo Tommy a un certo punto grida il suo dolore e la sua disperazione, ma è un atto inutile, subito sostituito dalla rassegnazione.</span><br />
<br />
<span class="full_description">Il libro ci ha fatto discutere. I temi sono tanti. Il principale è forse: cosa fa di un essere vivente una persona? Tommy, Kath e Ruth hanno sentimenti, soffrono e amano, si chiedono chi sono e da dove vengono. Eppure vanno incontro al loro destino senza ribellarsene come farebbe chiunque. E anche chi li alleva, e li incontra, li tratta come oggetti o comunque non come esseri umani. I loro stessi insegnanti provano timore o orrore per queste creature a cui ovviamente non riconoscono umanità. </span><br />
<span class="full_description">Fin dove si deve spingere la scienza? E è ammissibile una scienza priva di etica? Chi deve decidere dove sta il limite, o è lecito di decidere se deve avere un limite?</span><br />
<span class="full_description">Ci ha colpito anche una tematica meno evidente nel testo, ovvero la ricerca delle proprie origini, di sapere chi si è e da dove si viene. I ragazzi cercano - ognuno a modo suo - l'originale da cui sono stati ricavati, e sognano una vita normale. Sogni piccoli, comuni, destinati comunque a infrangersi nei centri di ricovero.</span><br />
<span class="full_description">Ne abbiamo parlato davvero tanto, in una discussione interessante e costruttiva, che purtroppo non riesco a riportare come vorrei. </span><br />
<span class="full_description">Se l'intento dell'autore è quello di far discutere l'obiettivo è indubbiamente raggiunto, meno quello di realizzare un libro riuscito dal punto di vista narrativo e stilistico.</span><br />
<span class="full_description">E' un libro che agita le coscenze, ma non perfettamente riuscito, secondo noi. Lo stile è lento e piatto, e i personaggi risultano freddi e a volte anche antipatici. Difficile affezionarsi a Ruth, Tommy e Kath, così come apprezzare uno qualunque dei personaggi di contorno.</span><br />
<span class="full_description">E' come se l'autore - a un certo punto - avesse perso il controllo del suo racconto o non sapesse benissimo dove condurre la storia.</span><br />
<span class="full_description">Comunque un libro che fa discutere, ma la cui lettura, per la delicatezza della tematica trattata, deve essere una scelta individuale del lettore. Non siamo del tutto sicuri che lo rileggeremo, o regaleremo o anche solo consiglieremo ad altri.</span><br />
<span class="full_description"><br /></span>
<span class="full_description">Ho trovato la recensione di Monica (3 su 5)</span><br />
<i><span class="full_description"><span class="full_description">Per anni ho evitato di leggere questo
libro che mi era stato regalato tempo fa, ma quando è stato scelto come
libro del mese nel gruppo di lettura che frequento, ho pensato che fosse
arrivato il momento di affrontarlo.<br />
La storia in sé è un pugno nello stomaco. Come di consuetudine non mi
dilungo sulla trama in quanto questa si evince direttamente dalla scheda
del libro.<br />
Alla resa dei conti posso dire che sono arrivata alla fine, in poco
tempo, e che il libro è meno truce di quanto pensassi. Ma è stata una
lettura ansiosa.<br />
Di Ishiguro ho amato particolarmente “Quel che resta del giorno” per la sua scrittura raffinata seppur “lenta”. Ma in questo libro, il suo stile mi è parso stonato. A meno che l’autore
non abbia deliberatamente scelto questa scrittura apparentemente
piatta, monotona, in cui le emozioni dei protagonisti non emergono
affatto.<br />
Non sono d’accordo con chi pensa che un libro come questo vada
assolutamente letto, definendolo addirittura capolavoro e non riuscirei a
regalarlo. La scelta di leggerlo o meno deve essere individuale.<br />
Eppure è un libro che fa discutere, profondamente, di etica, scienza, progresso, immortalità e coscienza personale. </span></span></i><br />
<br />
<span class="full_description"><span class="full_description">E quella di Cristina (3 su 5)</span></span><br />
<i><span class="full_description"><span class="full_description"><span id="freeTextreview2789366865">Libro che mi lascia
perplessa assai. Per due terzi è il racconto della vita di tre
adolescenti pure antipatici con le loro baruffe, i loro amori, i loro
dubbi esistenziali. Che siano immersi in una realtà alternativa è appena
accennato e, francamente, nemmeno tanto importante. Loro stessi, di
essere "altro" rispetto al mondo in cui crescono, non si interessano
particolarmente. <br />Poi la realtà deflagra, e l'orrore del racconto si
dispiega. Ma anche qui, senza particolare enfasi sulla situazione che
viene accettata dai protagonisti come normale.<br />Appena un accenno di ribellione, quando tutte le speranze cadono, ed è tutto.<br />Tema
importante, importantissimo, che coinvolge etica, la deriva della
nostra società, fin dove deve spingersi la scienza, il rapporto che
abbiamo con la malattia, il rapporto vita-morte, che non solo non
vengono trattati, ma quasi nemmeno affrontati.<br />Potrebbe essere una geniale idea dell'autore, come un romanzo abortito a metà.<br />Boh.<br />Prima e seconda parte: 2 stelle<br />Terza parte 4 stelle.<br />Nel mezzo sta la virtù.</span> </span></span></i><br />
<br />
<span class="full_description"><span class="full_description">A proposito, dal libro è stato tratto un film, dal titolo omonimo. </span></span><br />
<iframe allow="accelerometer; autoplay; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/Uu5lF4MZgPk" width="560"></iframe><span class="full_description"><span class="full_description"><br /></span></span>
<span class="full_description"><span class="full_description"><br /></span></span>
<span class="full_description"><span class="full_description">Hanno anche realizzato la canzone che tanta importanza ha nel testo:</span></span><br />
<span class="full_description"><span class="full_description"></span></span><br />
<span class="full_description"><span class="full_description"></span></span><br />
<iframe width="560" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/4UX6tzE7P44" frameborder="0" allow="accelerometer; autoplay; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen></iframe><span class="full_description"><span class="full_description"></span></span><br />
<span class="full_description"><span class="full_description"></span></span><br />
<span class="full_description"><span class="full_description"></span></span><br />
<span class="full_description"><span class="full_description"></span></span><br />
<span class="full_description"><span class="full_description"><br /></span></span>
<span class="full_description"><span class="full_description">Ci si vede l'11 giugno.</span></span><br />
<span class="full_description"><span class="full_description">Libro del mese: Mattatoio n. 5 di Kurt Vonnegut.</span></span><br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZXLe29N6MoH0YzAI8nAJtMl3MEtgSzLWhC8KUqTajksUhMiSGkvO_G8fUjC3oz_cMmZ-66fQXSCvHgd6gDjjoJQEMvJPqSs2wLi8eADQQsqq7VDuK-EwEqhTIFjVGxJv3C0F_5c_KzS4/s1600/Mattatoio+5.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="694" data-original-width="444" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZXLe29N6MoH0YzAI8nAJtMl3MEtgSzLWhC8KUqTajksUhMiSGkvO_G8fUjC3oz_cMmZ-66fQXSCvHgd6gDjjoJQEMvJPqSs2wLi8eADQQsqq7VDuK-EwEqhTIFjVGxJv3C0F_5c_KzS4/s320/Mattatoio+5.jpg" width="204" /></a></div>
<span class="full_description"><span class="full_description"><br /></span></span>Ilnasoneilibrihttp://www.blogger.com/profile/11402395865774360365noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3976335666861946292.post-70088971260082822462019-05-04T01:10:00.000-07:002019-05-04T08:35:49.001-07:00Una serata particolare...<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgiP8geDalZP5f5Qvns_L5AmMVrsfVpUFjnQKKcdDsV_bprTVFV87u_ZT-bmsbuT64-DCrN3MTN9jpgY83qSaZM0pSxOBSCL62Ok1JH2XdHFOeLQPUPI8uDCSD6PB-u1I_7RQYbIzg7lz0/s1600/gatto.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="190" data-original-width="332" height="183" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgiP8geDalZP5f5Qvns_L5AmMVrsfVpUFjnQKKcdDsV_bprTVFV87u_ZT-bmsbuT64-DCrN3MTN9jpgY83qSaZM0pSxOBSCL62Ok1JH2XdHFOeLQPUPI8uDCSD6PB-u1I_7RQYbIzg7lz0/s320/gatto.jpg" width="320" /></a></div>
Questa è la breve cronaca di una serata un po' particolare del nostro gruppo.<br />
Avevamo programmato la solita riunione a marzo ma una serie di sfortunati eventi non solo ci ha messo i bastoni tra le ruote ma ci ha proprio mandato i piani all'aria.<br />
Tra una cosa e l'altra rischiavamo di non vederci nemmeno ad aprile e poi chissà se saremo mai riusciti a rivederci<br />
A questo punto abbiamo organizzato una serata atipica, chi viene viene, solo per incontrarci e farci gli auguri di Pasqua.<br />
Si è rivelata una serata come sempre molto piacevole, in cui abbiamo parlato del club, del nostro desiderio di ampliare un po' anche le sfide di lettura e magari trovare nuovi membi, e cenato in un ristorante che è stata una simpatica scoperta.<br />
A fine serata abbiamo mantenuto la tradizione, fissato l'appuntamento per la serata di maggio e pescato il libro del mese.<br />
L'onere della scelta è ricaduto su Rita che ha proposto <b>Non lasciarmi</b> di Katzuo Ishiguro.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtlQqVOQm8mQUU_INzN0uoNFd4kO9J5HX-RlgPE9vaJmKr20Uv3l2PzoTUHU9dHi921zMAoPAFCtrW-NMxH7dCEH5zEsZj0v0y-feXlwp-kMiAs59Wby6PSk3kSW38_knlB_lUsuqTOms/s1600/non+lasciarmi+copertina.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="499" data-original-width="325" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtlQqVOQm8mQUU_INzN0uoNFd4kO9J5HX-RlgPE9vaJmKr20Uv3l2PzoTUHU9dHi921zMAoPAFCtrW-NMxH7dCEH5zEsZj0v0y-feXlwp-kMiAs59Wby6PSk3kSW38_knlB_lUsuqTOms/s320/non+lasciarmi+copertina.jpg" width="208" /></a></div>
<br />
E del libro di marzo (poi aprile)? Orbene si, ne abbiamo parlato, ed è un libro simpatico che tira su il morale. Ha un grosso problema, però, ed è che è il secondo di una serie di libri che sta rapidamente ingrossandosi. Lo consigliamo? Ni. Se siete tristi e amanti dei gatti si, se cercate una lettura di spessore o che faccia riflettere, passate a altro.<br />
Ci si vede il 7 maggio 2019, ore 20.00, da Stefania.<br />
<br />Ilnasoneilibrihttp://www.blogger.com/profile/11402395865774360365noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3976335666861946292.post-25030505768719357712019-03-04T02:14:00.002-08:002019-03-04T02:15:13.878-08:00Louise. Canzone senza pause.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHX39ZR3oqlqMbhpPzS3BkrgUDSZ9yInyFNjmjEDx617qRP16nLQRGZMvkvmNa2c-vUHoICI9JjWBfzdH0ODXFHX_wriKhQWIGieuUBZ5iunqoH1WVPwXkUIgBAYvQeID-1Fj-bMxPS2Q/s1600/bouchard.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="248" data-original-width="254" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHX39ZR3oqlqMbhpPzS3BkrgUDSZ9yInyFNjmjEDx617qRP16nLQRGZMvkvmNa2c-vUHoICI9JjWBfzdH0ODXFHX_wriKhQWIGieuUBZ5iunqoH1WVPwXkUIgBAYvQeID-1Fj-bMxPS2Q/s1600/bouchard.jpg" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<i>La gente dice di sè quel che non vorrebbe, forse per mettere a frutto il poco tempo rimasto, forse perché, dopo breve, nessun testimone sarà lì a ricordare.</i></div>
<br />
La Storia, quella sui libri, è roba da uomini.<br />
Si ricordano poche donne, e non sempre con il dovuto riguardo. Spesso contano più le "ombre" che i meriti, o l'anedottica: Cleopatra e il tappeto in cui si avvolse per arrivare a Cesare e l'aspide fatale, Elisabetta I d'inghilterra è nell'immaginario più la Regina Vergine che la regnante che fu. Delle altre tante, tantissime donne che ebbero un ruolo - anche di primo piano - nel lungo scorrere della storia si ricordano mariti e figli, quasi mai meriti e capacità. Pedine su una scacchiera, quasi mai giocatrici.<br />
<br />
Eliana Bouchard ha il merito di illuminare una figura che, quando le va bene, viene ricordata come la quarta moglie di Guglielmo I d'Orange, quando le va male non viene citata affatto, quella di Louise de Coligny (1555 - 1620).<br />
<br />
Sceglie il racconto in prima persona, e la voce di Louise ci raggiunge con la calma di chi ha attraversato momenti tragici, perdite enormi e vissuto sempre in bilico, sempre lottando, ma senza perdere mai forza e speranza. <br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjTSxIDNxi9J94wg8gHzfUhHkpBdGK65nXaUuVbxVXs0ZpcTMSMH1As2uY_nkOU2r5kAtTG12BmyCOn0A9-BpjHMk0__WtxMQZ6-UR61tRwhqUsN7Pz743M5hAOcWFA0AImyMgxUe4rRLA/s1600/louise+dC.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="230" data-original-width="216" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjTSxIDNxi9J94wg8gHzfUhHkpBdGK65nXaUuVbxVXs0ZpcTMSMH1As2uY_nkOU2r5kAtTG12BmyCOn0A9-BpjHMk0__WtxMQZ6-UR61tRwhqUsN7Pz743M5hAOcWFA0AImyMgxUe4rRLA/s200/louise+dC.jpg" width="187" /></a>Donna di notevole cultura (frutto di una educazione che aveva condiviso con i numerosi fratelli) e di salda fede, attraversa un periodo tumultuoso di guerre di potere e religione che la priva di padre, molti fratelli e due mariti (entrambi amati). La rete famigliare e di conoscenze le fa assumere un ruolo diplomatico di primo piano, anche se misconosciuto, che assume senza pause, tra Italia, Francia, Paesi Bassi e Svizzera.<br />
Delle tante tragedie che la colpiscono forse quella che più si avverte è quella della mancanza di una casa, di un porto sicuro.<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<i>I porti non danno quel che promettono, ma rimettono in circolo quanto
ricevono e capita che molti si sentano migliori, perché momentaneamente
disponibili ad accogliere quel che respingerebbero altrove. </i></div>
<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmsdm8KU6lGiAKhw61c2nTzdnCyIVZJQS7ZZnkqB0x-QkTfQfE4RbE96gwyJj6DrmpIiuqATCiEBeyOlizCDzntlTb2FzcN2_txuSHJqlq9mLwSqgZ0hpK-wSeisLalLO7MdXr_nOQ2bc/s1600/167LouiseColigny.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="380" data-original-width="300" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmsdm8KU6lGiAKhw61c2nTzdnCyIVZJQS7ZZnkqB0x-QkTfQfE4RbE96gwyJj6DrmpIiuqATCiEBeyOlizCDzntlTb2FzcN2_txuSHJqlq9mLwSqgZ0hpK-wSeisLalLO7MdXr_nOQ2bc/s200/167LouiseColigny.jpg" width="156" /></a>Per il racconto della vita di Louise de Coligny vi rimando al libro, scritto magnificamente, e alle varie fonti storiche, badando che per noi italiani gli Ugonotti sono praticamente sconosciuti. Si, si sa che ci sono stati, ma esattamente cosa subirono rimane ammantato nelle note a piè di pagina della memoria.<br />
<br />
Il giudizio sul libro? Molto buono. Scritto benissimo, in uno stile che davvero sembra una musica, ha il pregio di unire dati storici e romanzo, ma senza che il romanzo abbia la meglio sulla Storia. Può quindi piacere un po' a tutti, anche se la copertina - pur bellissima secondo me - tende ad attrarre maggiormente l'occhio femminile, e l'appassionato di fiori ^_^.<br />
<br />
Consigliato a tutti, vi incuriosirà abbastanza da andare a cercare altre fonti e altri racconti sul periodo, il che è un ulteriore, notevole, pregio.<br />
<br />
Libro del mese di marzo <i>Chopin. Tutto quello che so sull'amore l'ho imparato da un gatto</i> di Eva Polanski.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi83NRk9jmyLjiBHei7Mi9O_Dngn__7ogs5H-g5hyphenhyphenFtIC5EJfU06V6NUPBVy_FtxGZSZ2lSRy3C-kpq0VYeyJm5NSEEgJv_kc50JKRrMXcuLdsDV-7OKtzOqn8GPfEBMCEDPTyjQ0HCBvQ/s1600/chopin+-+copertina.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="654" data-original-width="403" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi83NRk9jmyLjiBHei7Mi9O_Dngn__7ogs5H-g5hyphenhyphenFtIC5EJfU06V6NUPBVy_FtxGZSZ2lSRy3C-kpq0VYeyJm5NSEEgJv_kc50JKRrMXcuLdsDV-7OKtzOqn8GPfEBMCEDPTyjQ0HCBvQ/s320/chopin+-+copertina.jpg" width="197" /></a></div>
<br />
Ci si vede martedì 19 marzo, stesso posto, stessa ora.Ilnasoneilibrihttp://www.blogger.com/profile/11402395865774360365noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3976335666861946292.post-85409291605929003862019-01-25T10:10:00.002-08:002019-01-26T08:31:09.263-08:00L'unica (?) storia.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEingiLf4Fv79IwwVY0OwHqh6UohysDTPlLOcYXrzqrlnf9thGDYkC1qYy3ulL1L8vgwWQ64CO5vWAsMAkPeiOtvEgRKnpqz3tGAVvoDYB8scUHtAwOUVia7OYYK0bS2dXg9sFtsxIvgZ7c/s1600/JB.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="261" data-original-width="193" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEingiLf4Fv79IwwVY0OwHqh6UohysDTPlLOcYXrzqrlnf9thGDYkC1qYy3ulL1L8vgwWQ64CO5vWAsMAkPeiOtvEgRKnpqz3tGAVvoDYB8scUHtAwOUVia7OYYK0bS2dXg9sFtsxIvgZ7c/s320/JB.jpg" width="236" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<i>Abbiamo quasi tutti un’unica storia da raccontare. Non voglio dire che nella vita ci capiti una cosa sola; al contrario, gli avvenimenti sono tantissimi, e noi li trasformiamo in altrettante storie. Ma ce n’è una sola che conta, una sola da raccontare alla fine. E questa è la mia.</i></div>
<br />
Inghilterra, anni '60 del secolo scorso. Cittadina imprecisata, a una quindicina di chilometri da Londra. Spinto dalla madre, il giovane Paul si iscrive al circolo del tennis. Durante un doppio misto incontra Susan, cinquantenne, sposata, con figli. E intreccia con lei una storia d'amore, quella che segnerà la loro vita per sempre. Non l'unica (ce ne sono sempre altre, o prima o dopo) ma quella più importante.<br />
<br />
La storia ce la racconta Paul: forse non il tipico diciannovenne ma si crede più scafato di quanto non sia in realtà. Descrive ambienti e persone con un po' di spocchia, permettendosi giudizi sprezzanti sugli adulti che lo circondano. Ha con i genitori un rapporto improbabile per un italico genitore. Gli lasciano fare quello che vuole, e Paul se ne allontana senza se e senza ma, tanto che scompaiono presto dalla storia.<br />
Susan sembra anticonformista come Paul. Lo porta a casa, nonostante la presenza del marito, ostentando la relazione con il giovane "cicisbeo" che chiama Bel-Ami. Ci vuole un bel pezzo di racconto per scoprire un po' di più chi sia Susan, il rapporto con il marito bevitore e violento, le sue debolezze e fragilità.<br />
Quella che potrebbe sembrare una storia estiva ( Missis Robinson ricorda qualcosa?) si trasforma in amore vero.<br />
I due vanno a vivere assieme. Un passo importante, enorme, fatto con non poche ambiguità: Susan continua a vedere il marito, mantengono comunque qualche apparenza (hanno due camere separate, non dicono apertamente di stare assieme, è Susan che mantiene la casa). Paul continua la sua vita quasi come prima. Quella che vede cambiare tutto è Susan, che non regge. Lo aveva detto Joan (personaggio memorabile): "non fare del male a Susan, tutto qui".<br />
<br />
Ce lo dice chiaramente Paul: <span class="readable" id="reviewTextContainer2553564004"><span id="freeText9574376876144309707"><i>a quel punto aveva fatto la scoperta più tremenda della vita, quella
che, con ogni probabilità, getta un’ombra su tutte le successive
relazioni: la scoperta che l’amore, perfino il più ardente e sincero,
può, se aggredito nella giusta proporzione, cagliare in un grumo di
rabbia mista a pena.</i></span></span><br />
<span class="readable" id="reviewTextContainer2553564004"><span id="freeText9574376876144309707"><br /></span></span>
<span class="readable" id="reviewTextContainer2553564004"><span id="freeText9574376876144309707">Julian Barnes scrive benissimo. E il suo libro offre infiniti spunti di discussione: il più semplice riguarda le relazioni d'amore. Può un amore sopravvivere a una così grande differenza di età? Parrebbe di no, a leggere il libro, ma a volte invece la coppia regge (vedasi presidenti francesi ed ex insegnanti). L'alcolismo, anche. Quello del marito di Susan e quello di Susan stessa (peraltro descritto benissimo nel libro). Il personaggio di Paul lo abbiamo distrutto, poraccio. E un po' vigliacco lo è davvero, anche se non lo abbiamo del tutto condannato per aver lasciato Susan. Alla fine quello con tutta la vita davanti è lui, e Susan si sta rapidamente autodistruggendo.</span></span><br />
<br />
<span class="readable" id="reviewTextContainer2553564004"><span id="freeText9574376876144309707">Tirando le fila della discussione che è stata vivace e divertente, con Miffi a difendere il libro e noi un po' a stroncarlo (ma non troppo), il libro ci è piaciuto ma anche no. Come detto l'autore ha grandi capacità, e la storia parte bene, per poi spegnersi lentamente tanto che il giudizio finale è un "Meh" che vuol dire tutto e niente.</span></span><br />
<span class="readable" id="reviewTextContainer2553564004"><span id="freeText9574376876144309707">Lo so che non è una valutazione vera ma temo sia uno di quei libri che bisogna leggere e farsi un'idea propria.</span></span><br />
<span class="readable" id="reviewTextContainer2553564004"><span id="freeText9574376876144309707">Alla fine è stata Monica a dire la frase che più mi è piaciuta: Sto uomo scrive benissimo, che qualcuno gli dia una storia da scrivere. </span></span><br />
<span class="readable" id="reviewTextContainer2553564004"><span id="freeText9574376876144309707"><br /></span></span>
<span class="readable" id="reviewTextContainer2553564004"><span id="freeText9574376876144309707">Ben due recensioni, siore e siori:</span></span><br />
<span class="readable" id="reviewTextContainer2553564004"><span id="freeText9574376876144309707">Monica, 2 stelle e mezzo</span></span><br />
<div class="recensione_title roboto_bold font20">
<i>Per fortuna ci sono altre storie</i></div>
<span class="full_description"><i>Non
c'è feeling fra me e Barnes. E mi dispiace. Perché scrive molto bene,
ma cosa? Anche questo libro, che racconta l'incontro e l'innamoramento
fra un diciannovenne e una casalinga della buona borghesia inglese negli
anni '60, parte bene ma poi si perde e diventa solo un susseguirsi di
pagine noiose. Inutile spreco di parole e filosofia spiccia sull'amore.</i><br />
<br />
Cristina, 3 stelle<br />
<i><span class="readable reviewText"><span id="freeTextreview2623870385">Inizio e fine di una storia d'amore destinata al fallimento sin dagli albori.<br />Giovane
immaturo (e convinto di essere invece quello nato imparato) si innamora
di signora di mezza età che dalla relazione - purtroppo - ha solo da
perdere perché invece di godersi il giovane virgulto vigoroso (o
presunto tale) butta a carte quarantotto la propria vita e fugge
sull'onda dell'entusiasmo dell'innamoramento.<br />La storia (l'unica,
apparentemente) ci viene raccontata dal giovane virgulto nella prima e
seconda parte, dall'uomo adulto nel terzo e ultimo e scontato capitolo.
Alla fine del libro il lettore non può che concordare con il
protagonista quando ammette (anche se non chiaramente) che lui, della
vita, non ha capito nulla. Quella che aveva capito era Joan. Non
altrettanto Susan (l'attempato amore del protagonista). E a Susan tocca
proprio il destino peggiore, non solo viene mollata dal suo giovane
cicisbeo ma per giustificare la fuga di lui (eroico, resiste ben dieci
anni) viene caricata di marito manesco, figlie ingrate e del vizio del
bere.<br />Ecco, la discesa nell'inferno del bere è raccontata davvero
bene. E tocca purtroppo ammettere che si, il protagonista ha fatto bene a
mollare Susan. Non l'avesse portata con se in una situazione che negli
anni sessanta-settanta sarebbe stata socialmente insostenibile per
qualunque donna sarebbe stato pure meglio.<br />A Barnes va riconosciuta una scrittura davvero buona ma - almeno per me - delle trame non del tutto convincenti.</span></span></i><br />
<br />
<span class="readable reviewText"><span id="freeTextreview2623870385">Ci si vede il 19 febbraio, solito posto solita ora. Libro del mese <i>Louise. Canzone senza pause</i> di Eliana Bouchard.</span></span></span><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtyx4Z5t4NTRnZhE3OWb7hfRv9bxzZAsII0B7wIni77_foaxY91yZMBMD_Iovyh6Cijx9bf8AV_5SAMC753cnYuDXrEjNWLz7-LaAywsnzw_gpfwnzXpH_Qynl9QUQzbw9-71R-b8fuAc/s1600/Louise+copertina.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="321" data-original-width="200" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtyx4Z5t4NTRnZhE3OWb7hfRv9bxzZAsII0B7wIni77_foaxY91yZMBMD_Iovyh6Cijx9bf8AV_5SAMC753cnYuDXrEjNWLz7-LaAywsnzw_gpfwnzXpH_Qynl9QUQzbw9-71R-b8fuAc/s320/Louise+copertina.jpg" width="199" /></a></div>
<br />
<span class="readable" id="reviewTextContainer2553564004"><span id="freeText9574376876144309707"><br /></span></span>
<span class="readable" id="reviewTextContainer2553564004"><span id="freeText9574376876144309707"><br /></span></span>
Ilnasoneilibrihttp://www.blogger.com/profile/11402395865774360365noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3976335666861946292.post-59373454848262491392019-01-07T07:10:00.000-08:002019-01-26T08:32:21.395-08:00Il bene sia con voi!<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGwWAuLc2wV4atxZN7UgiinLufo0vyxkK_gisXwsYKWVqj7A308hnKyDjb92rIC-QGSD06_am66twHTRDAJp5Ukx2e7Wh8MiA_iLKpS664_-nQqG0lOhy7XnUvczTmz6zHWozItS0c4JA/s1600/Grossman.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="159" data-original-width="317" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGwWAuLc2wV4atxZN7UgiinLufo0vyxkK_gisXwsYKWVqj7A308hnKyDjb92rIC-QGSD06_am66twHTRDAJp5Ukx2e7Wh8MiA_iLKpS664_-nQqG0lOhy7XnUvczTmz6zHWozItS0c4JA/s400/Grossman.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<i><span class="full_description">La forza della vita, la forza dell'umano
nell'uomo è enorme, e nemmeno la forma più potente e perfetta di
violenza può soggiogarla. Può solamente ucciderla. ... In
un'epoca di ferro, la vita, se anche muore, non è comunque sconfitta</span></i></div>
<br />
<span class="full_description">In 61 anni di vita Vasilij Grossman ha attraversato due guerre mondiali (nella seconda è stato al fronte come corrispondente di guerra per quasi tre anni, entrando tra i primi ad Aushwitz) e le trasformazioni sociali e culturali di una Russia in cui essere ebreo è un marchio tanto quanto lo era per coloro che vivevano sotto il regime nazista. </span><br />
<br />
<span class="full_description">Nella sua esistenza ha quindi attraversato la Storia in tutta la sua crudeltà e in tutto il suo orrore. Tuttavia, dalla lettura dei suoi racconti si comprende che nonostante tutto ha ancora fiducia nel genere umano. Bellissimo il commiato alla fine di <i>Il bene sia con voi!</i> racconto che da il titolo al libro del mese di dicembre.</span><br />
<blockquote class="tr_bq">
<blockquote class="tr_bq">
<i><span class="full_description"><span class="readable" id="reviewTextContainer2223196698"><span id="freeText16048317037554412283">Che
le montagne immortali si riducano pure a scheletri, l’uomo esiterà in
eterno. Vogliate dunque accettare queste poche righe di un traduttore
dall’armeno che non conosce l’armeno. È probabile che molte cose io le
abbia dette malamente, non come avrei dovuto. Ma le abbia dette male o
bene, le ho comunque dette con amore. Barev dzes-il bene sia con voi,
armeni e non armeni.</span></span></span></i></blockquote>
</blockquote>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHK0LweACQwT78RW8cgW1bJDzJRzXSclFx87kEfSvOjYdiWb5tuu1HiHOFb7loW-zxwErqW8b0-uZCBN-Z4jNYeSGidKU8UdNhndGERbtIQwO9K2qE_CSQix-V4AXLrV72woQ6rmymFCg/s1600/Geghard_Monastery_-_Proshian_cupola.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1217" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHK0LweACQwT78RW8cgW1bJDzJRzXSclFx87kEfSvOjYdiWb5tuu1HiHOFb7loW-zxwErqW8b0-uZCBN-Z4jNYeSGidKU8UdNhndGERbtIQwO9K2qE_CSQix-V4AXLrV72woQ6rmymFCg/s320/Geghard_Monastery_-_Proshian_cupola.jpg" width="241" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Interni del monastero armeno di Geghard, <br />
visitato da Grossman</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Grossman è uno scrittore immeritatamente sconosciuto al grande pubblico. Merita conoscerlo, fosse anche solo per come ha vissuto la sua vita, per la visione critica ma non cinica del periodo storico in cui a vissuto, per il coraggio di dire sempre e comunque quello che pensava, pagando in prima persona il coraggio delle proprie convinzioni.<br />
<br />
<i>Il bene sia con voi!</i> è una raccolta di racconti, un punto di partenza per conoscerne lo stile asciutto (da buon giornalista), ma non freddo. Come in ogni raccolta qualcosa ci è piaciuto di più, altro meno. Probabilmente il racconto lungo, quello che da il nome al libro, è proprio quello più noioso da leggere.<br />
<br />
Non c'è stato un racconto "preferito", anche se il primo Il vecchio maestro, è forse quello dall'impatto emotivo più forte, così come La strada, storia di un mulo italiano portato sul fronte russo in cui si può riconoscere la storia di tanti nostri connazionali in periodo di guerra.<br />
<br />
Nel complesso un buon testo, ma molto triste. Sicuramente non il capolavoro dell'autore ma un buon punto di partenza.<br />
<br />
Una sola recensione, di Cristina (3 stelline):<br />
<i><span class="readable reviewText"><span id="freeTextreview2593236780">Una
raccolta di racconti, tutti più o meno dolenti, alcuni dolorosi. Il più
corposo è quello che dà il titolo al libro ed è forse quello più
indolore, da leggere: quasi un viaggio tra i sassi dell'Armenia, terra
che pure lei, in quanto a dolore, non scherza.. <br />La raccolta ha il
pregio di essere un buon modo per conoscere un autore notevole non fosse
altro che per il coraggio dimostrato nel ruolo di corrispondente di
guerra prima, di autore poi, in una Russia sempre più antisemita. Delle
difficoltà racconta brevemente proprio in Il bene sia con voi, racconto
del periodo vissuto in Armenia a lavorare a una traduzione dall'armeno
al russo del testo di un autore oramai sconosciuto (almeno a me).<br />Come
in tutte le raccolte alcune cose ti piacciono di più (il vecchio
maestro, La strada), altre di meno. I racconti più "sentimentali",
quelli citati, mi sono piaciuti parecchio, in effetti, ma ho trovato
piuttosto noioso proprio Il bene sia con voi. <br />Un autore da recuperare di sicuro, in un periodo più ottimista.</span></span></i><br />
<span class="readable reviewText"><span id="freeTextreview2593236780"><br /></span></span>
<span class="readable reviewText"><span id="freeTextreview2593236780">Prossimo incontro il 22 gennaio del nuovo anno:</span></span><br />
<span class="readable reviewText"><span id="freeTextreview2593236780">Si legge L'unica storia di Julian Barnes.</span></span><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjxKHaOS4hBFoZ8PkEb1Qv6dKQnWSvq3qLP4QwXCc1U4QLWp-LRKen4tkn6lmEDfuBImD37ppsw7LAcYnzwFbBlJM6qrAmBOVuNRvzkXpQfhlOjHnxXrGgf-L9hWsTBjWzAKvYYn-jjVL0/s1600/UnicaStoria+Copertina.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1590" data-original-width="1000" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjxKHaOS4hBFoZ8PkEb1Qv6dKQnWSvq3qLP4QwXCc1U4QLWp-LRKen4tkn6lmEDfuBImD37ppsw7LAcYnzwFbBlJM6qrAmBOVuNRvzkXpQfhlOjHnxXrGgf-L9hWsTBjWzAKvYYn-jjVL0/s320/UnicaStoria+Copertina.jpg" width="201" /></a></div>
<span class="readable reviewText"><span id="freeTextreview2593236780"><br /></span></span>
<br />
<span class="full_description"><span class="readable" id="reviewTextContainer2223196698"><span id="freeText16048317037554412283"><br /></span></span></span>Ilnasoneilibrihttp://www.blogger.com/profile/11402395865774360365noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3976335666861946292.post-59972002317996107052018-11-24T08:34:00.001-08:002018-11-24T08:35:05.291-08:00Storie e cantastorie.<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDSG_QDu3yn0RSsCZI1IHWfDTXlgoXLgbCIEoluggIwGi5T_JKIcMnZPKkIvzrxBh50dm1Qoi7Pgxe4Opi5UfqhuhpQKFSfKASNINMh2mo5yibt9fJ2kfCUWwe8iuPmSu-hn_XsU9hRLw/s1600/autori.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="227" data-original-width="660" height="137" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDSG_QDu3yn0RSsCZI1IHWfDTXlgoXLgbCIEoluggIwGi5T_JKIcMnZPKkIvzrxBh50dm1Qoi7Pgxe4Opi5UfqhuhpQKFSfKASNINMh2mo5yibt9fJ2kfCUWwe8iuPmSu-hn_XsU9hRLw/s400/autori.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Mauro Corona e Luigi Maieron</td></tr>
</tbody></table>
Due amici si raccontano davanti al fuoco e a un bicchiere di vino.<br />
Uno dei due è Mauro Corona, ormai conosciutissimo scrittore, convertito a un filosofeggiare che lo ha portato alla ribalta (e in televisione). L'altro è Luigi Maieron, cantastorie conosciuto soprattutto a livello locale, ma che si rivela una scoperta piacevole.<br />
Il libro è tutto qui, nella trascrizione di una o più conversazioni tra amici: raccontano storie di donne, di musicanti, di famiglia e - soprattutto- raccontano se stessi. L'interesse di questo libro (e anche il suo limite) è tutto qui. Se quanto viene raccontato interessa il libro scorre velocemente, se invece non colpisce immediatamente allora viene voglia di saltare il capitolo e mollare tutto.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizT2AfZwNUx1G00KM6ydDRN8CpOdeGPijhs5qyhnKy6eLW3TEewlxi8S1u1_1JqAWctVBoBEjYUxADpdcyp9Cv6kla1HT8D4Zo1C4DC9I_sFCQyIb_ZEzGrwR86Uyl-PxKTOCfgYtKNmE/s1600/trio.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="360" data-original-width="480" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizT2AfZwNUx1G00KM6ydDRN8CpOdeGPijhs5qyhnKy6eLW3TEewlxi8S1u1_1JqAWctVBoBEjYUxADpdcyp9Cv6kla1HT8D4Zo1C4DC9I_sFCQyIb_ZEzGrwR86Uyl-PxKTOCfgYtKNmE/s200/trio.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Trio Pakai nel 1974</td></tr>
</tbody></table>
Il libro è stato scelto da Marco che lo aveva trovato interessante. Il racconto a quattro mani (o due voci che dir si voglia) e il sapore di storie antiche e di montagna gli era piaciuto anche se lo stile non lo aveva colpito particolarmente, anzi all'epoca gli era parso un passo indietro rispetto ai primi lavori di Corona.<br />
Opinione, questa, che alla fine della discussione è stata condivisa da quasi tutti. Il libro - nonostante sia stato pubblicato da una grossa casa editrice - è risultato piuttosto piatto e con un editing non particolarmente curato. Probabilmente si tratta di un caso da "piglia i diritti e scappa". Corona ha un suo seguito e questo basta e avanza per vendere un buon numero di copie. <br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiANq9sg4BU7arjY8avVHjKiMceIU4WFyXeoRijE1OKe7MegoEK0DW_XKVszaks5fTWTIWHe1070vBTmrGfBsimWFdec3UxzrStSebs-h9KMTwwkGWgbKQ4xXWHWboF23bJHSQ4pA9iSP8/s1600/Montagna.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="177" data-original-width="284" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiANq9sg4BU7arjY8avVHjKiMceIU4WFyXeoRijE1OKe7MegoEK0DW_XKVszaks5fTWTIWHe1070vBTmrGfBsimWFdec3UxzrStSebs-h9KMTwwkGWgbKQ4xXWHWboF23bJHSQ4pA9iSP8/s1600/Montagna.jpg" /></a></div>
Ha anche una buona dose di detrattori, così ben tre di noi il libro non sono riuscite a finirlo.<br />
Nonostante questo il libro tutto sommato non è dispiaciuto. I racconti di Maieron, che ricorda i musicanti più famosi del Friuli con numerosi aneddoti, e in generale la struttura del libro, ricordano non poco i fogolars di una volta. Rivive così un Friuli ormai dimenticato che ha il fascino antico della montagna e della neve.<br />
Una operazione nostalgia che tutto sommato funziona.<br />
Corona è Corona, con il bagaglio pesante della famiglia e dell'educazione che ha avuto, e una voglia di rivalsa che nonostante il successo si porta ancora addosso. Dove finisca il personaggio (il filosofastro, come dice lui stesso) e dove inizi il vero Corona è difficile da capire, e probabilmente non ha importanza. Maieron è una bella scoperta e sicuramente un cantastorie di talento.<br />
Certo che se il primo capitolo, dedicato alle donne, non fosse stato così ostico... <br />
<br />
Ho trovato una sola recensione, di Cristina (3 stelline).<br />
<i><span class="readable reviewText"><span id="freeTextreview2562876246">Una
amica diceva che le persone si dividono in due gruppi, quelli che
raccontano solo di sè (come Mauro Corona) e quelli che raccontano
prevalentemente degli altri (Luigi Maieron docet, tirargli fuori robe
personali pare impossibile in questo volume). <br />Con ogni probabilità
se fosse stato un audiolibro mi sarebbe piaciuto di più, trattandosi
della trascrizione di una serie di conversazioni (sicuramente riviste,
corrette e editate) tra Mauro Corona e Luigi Maieron. Meglio se letto da
loro, ne avrebbe sicuramente guadagnato.<br />Così mi è piaciucchiato ma
non mi ha particolarmente colpito, un po' per la predominanza nel
racconto di Mauro Corona un po' perchè non sono riuscita a comprendere
appieno lo scopo di questo breve libro che è un pò racconto di vita, un
po' racconto epico della gente carnica (a volte sembra di essere attorno
al fuoco, nei boschi, a senti raccontare antiche fiabe e antichi miti).<br />Se Maieron scrive altro sicuro lo leggo.</span></span></i><br />
<br />
<span class="readable reviewText"><span id="freeTextreview2562876246">Il libro del prossimo mese è Il bene sia con voi di Vasjili Grossman, scelto da Lia.</span></span><br />
<span class="readable reviewText"><span id="freeTextreview2562876246"><br /></span></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdp7KNMAOcTGiKuLyhbn__Grva0qH_qiZL26yMQnLjCGgWLEq2XuH6pixjD9sa7RvTaDmb_jGT0nYiJGo4YCoiyfI-d1tTJixpRuh0DUR4aUHZ2u6qiVg33fkGeAYZyxXNgDywDhcdt28/s1600/12126333.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="298" data-original-width="190" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdp7KNMAOcTGiKuLyhbn__Grva0qH_qiZL26yMQnLjCGgWLEq2XuH6pixjD9sa7RvTaDmb_jGT0nYiJGo4YCoiyfI-d1tTJixpRuh0DUR4aUHZ2u6qiVg33fkGeAYZyxXNgDywDhcdt28/s1600/12126333.jpg" /></a></div>
<br />
<span class="readable reviewText"><span id="freeTextreview2562876246"></span></span><br />
<br />
<br />
<span class="readable reviewText"><span id="freeTextreview2562876246">Ci si vede martedì 11 dicembre, solito posto solita ora.</span></span><br />
<span class="readable reviewText"><span id="freeTextreview2562876246">E attenzione che la prossima volta c'è l'ormai tradizionale Babbo Natale libresco.</span></span><br />
<br />
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<br />
<br />Ilnasoneilibrihttp://www.blogger.com/profile/11402395865774360365noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3976335666861946292.post-20931530672255052122018-10-15T07:20:00.001-07:002018-10-15T07:22:16.837-07:00Una stanza tutta per gli altri<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlEoMjva8TXI1KRnrYomeJpJtRqJ01nYVhTrj32Hr7YZp8-UnE8VNBaBOljH3SA_BSwpRvBmE08hKV0YX6g-qqdFB7ew5j2VidrbfF-lNeciLkHsKhMookWwv5BlYZnePFnNcfNUdH9NY/s1600/7f515ca2a92de5a9a5e0afabb319ce3a_w_h_mw_mh_cs600x360_cx0_cy0.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="360" data-original-width="600" height="192" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlEoMjva8TXI1KRnrYomeJpJtRqJ01nYVhTrj32Hr7YZp8-UnE8VNBaBOljH3SA_BSwpRvBmE08hKV0YX6g-qqdFB7ew5j2VidrbfF-lNeciLkHsKhMookWwv5BlYZnePFnNcfNUdH9NY/s320/7f515ca2a92de5a9a5e0afabb319ce3a_w_h_mw_mh_cs600x360_cx0_cy0.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Alicia Gimenez-Bartlett</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: center;">
<i>Chi serve nella casa di un re finisce per credersi di sangue nobile solo perrcé sa che differenza c'è tra l'oro e l'ottone.</i></div>
<br />
Alicia Giménez-Bartlett lascia le indagini dell'ispettrice che l'ha resa famosa e si immerge nell'Inghilterra di inizio Novecento e tra le due guerre mondiali. E non una Inghilterra qualunque ma quella di Virginia Woolf nella cui cucina ci ritroviamo a vivere, addirittura.<br />
Conosciamo così il Bloomsbury Group, un gruppo variegato di intellettuali (scrittori, pittori, economisti ne hanno fatto parte negli anni) le cui opere (e comportamenti) hanno influenzato la società inglese per almeno un ventennio. Lo facciamo, però, da un punto di vista diverso, attraverso gli occhi di Nelly Boxhall che dei Woolf fu la cuoca per quindici anni.<br />
<br />
L'opera mescola con abilità biografia e invenzione letteraria (la Giménez-Bartlett immagina il ritrovamento del diario di Nelly ma i fatti narrati sono ricavati dal diario di Virginia Woolf). Già dal titolo, che richiama quello del famoso saggio di Virginia Woolf "Una stanza tutta per sé", si comprende un po' dove vuole andare a parare l'autrice. Si tratta infatti sia di una celebrazione della vita e delle opere della famosa scrittrice, sia di una critica alla stessa.<br />
Di Virginia Woolf ci vengono mostrati fascino e cultura, ma anche le tante ipocrisie e l'incapacità di vera empatia verso le sue "serve", frutto di educazione e differenze sociali che ancora oggi sono presenti nella cultura inglese.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhg-Zf7srUHVB9xMJTq4i4tA4mKs9trI85ekX10OHahpbJAu0SaFFRQywyOg3RRrdU6JxrcSLiHZ-_b-K9ANMHw6Goc7xODzuVGKFHQSQj_WPcZ7Ugw_BWKbo3ZWG_AgklnVHxXJ4D_qJQ/s1600/mastercard-bloomsbury-rex.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="300" data-original-width="480" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhg-Zf7srUHVB9xMJTq4i4tA4mKs9trI85ekX10OHahpbJAu0SaFFRQywyOg3RRrdU6JxrcSLiHZ-_b-K9ANMHw6Goc7xODzuVGKFHQSQj_WPcZ7Ugw_BWKbo3ZWG_AgklnVHxXJ4D_qJQ/s320/mastercard-bloomsbury-rex.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il quartiere di Bloomsbury, oggi</td><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><br /></td></tr>
</tbody></table>
Il racconto di Nelly, via via più critico nei confronti della Woolf, descrive bene anche il vissuto sociale delle tante, tantissime donne obbligate ad andare a servizio, spesso prive di famiglia e di istruzione e quindi di possibilità di emanciparsi. Nelly, a modo suo, vivendo nell'ambiente di Bloomsbury acquisisce una maggiore consapevolezza di se e dei propri diritti, ma come dice spesso nel libro, si tratta di un'arma a doppio taglio, che di fatto la fa vivere in un limbo. Non sente più di appartenere al ceto (e all'ambiente) dove è nata ma non potrà mai appartenere nemmeno a quello in cui si trova a vivere perché anche coloro che fanno gran vanto delle proprie lotte per l'uguaglianza sociale la tengono ben distante.<br />
Emblematico, in questo, che i Woolf non concedano a Nelly una stanza tutta per se all'interno della propria casa. In quella che è la scena più importante del libro Nelly rivendica i propri spazi e lo fa proprio scacciando la scrittrice dalla sua stanza.<br />
Virginia Woolf esce dal racconto un pochino ammaccata, diciamo. Ma il ritratto che ne viene fatto è probabilmente molto più veritiero di quello di tanti saggi e biografie.<br />
<br />
Devo dire che mai prima d'ora c'era stata una simile convergenza di opinioni. Il libro è piaciuto a tutte. E' scritto bene, interessante e basato su una richerca bibliografica accurata. La cuoca Nelly, pur nel suo carattere spigoloso e qualche volta fuori dalle righe ci è stata da subito simpatica, tanto che avremmo voluto che il diario esistesse veramente.<br />
L'unica obiezione presentata è che dal racconto la figura di Virginia Woolf ne esce un po' maluccio, perde quell'aurea di progressista che la lettura del bellissimo <i>Una stanza tutta per sé</i> faceva immaginare. Nonostante tutto la Woolf era troppo figlia del proprio tempo e del proprio ceto per poter davvero capire le rimostranze del proprio personale di servizio. La scrittrice dimostra, però, anche una pazienza e una tolleranza verso alcuni comportamenti di Nelly che probabilmente all'epoca ben pochi avrebbero avuto. Forse aveva ragione Agatha Christie in parecchi suoi gialli quando scrive che la perdita di una buona cuoca è una tragedia per una casa ^_^.<br />
<br />
In rete ho trovato ben due recensioni (che come vedrete convergono sul voto complessivo dell'opera). A grande richiesta d'ora in poi non parleremo più di stelle, nelle valutazioni, ma passiamo direttamente alle palle. Un po' dissacrante ma chiaro.<br />
<br />
Monica - 4 palle! <br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3AMKvmo77k2GuEHJ0ErbZ7Z2B0uHgu27iJ_X2PKUxoUyPvM5hF1aquM1mpeKZ7try7TGaoidMM4-s4cJ2CH_8A4Q2yZTw1udKplUSSfI4PmXpediR-VJgBfDX1an_kXHgzSr3448isFo/s1600/Virginia_Woolf_1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="900" data-original-width="1152" height="250" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3AMKvmo77k2GuEHJ0ErbZ7Z2B0uHgu27iJ_X2PKUxoUyPvM5hF1aquM1mpeKZ7try7TGaoidMM4-s4cJ2CH_8A4Q2yZTw1udKplUSSfI4PmXpediR-VJgBfDX1an_kXHgzSr3448isFo/s320/Virginia_Woolf_1.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Virginia Woolf</td><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><br /></td></tr>
</tbody></table>
<i>Un gran bel libro, molto interessante.<br />Ci fa conoscere Virginia Woolf da una prospettiva diversa da quella autobiografica dei suoi libri.<br />Lo fa attraverso le parole della sua domestica, donna umile, orgogliosa, che acquisisce indipendenza di pensiero giorno dopo giorno, vivendo in quella casa sempre piena di artisti ed intellettuali.<br />È passato un secolo esatto da allora, ma pare che molte cose non siano cambiate.<br />Libro attualissimo, adesso che la parola radical chic è molto di voga, con tutte le sue connotazioni.</i><br />
<br />
Cristina - 4 palle!<br />
<i>Confesso che di Virginia Woolf non sapevo quasi nulla (a parte che si è suicidata e che era una scrittrice). Di suo ho letto (se così si può dire, l'ho caldamente odiato) Orlando. Mi piaceva l'idea di questo essere che a ogni cambio di secolo cambia anche sesso, ma la trattazione mi ha urticato parecchio e alla fine ho desistito.<br />Colpa mia? Sicuro. Quanto meno per non aver scelto un libro nelle mie corde.<br />Sta premessa per dire che non avevo aspettative sul libro (nemmeno sull'autrice di cui ho letto solo un paio di gialli, carini, peraltro).<br />Comunque mi è piaciuto (più la prima parte che la fine onestamente). Mi è piaciuta la voce di Nelly, e l'ambiente (per quanto particolare come quello in cui vivono i protagonisti) tra le due guerre mondiali, visto attraverso gli occhi di una donna, non sposata e per di più costretta a lavorare praticamente priva di diritti. Ed è proprio dalla richiesta di diritti che nascono le tensioni. Mi domando come abbiano potuto vivere sotto lo stesso tetto in quella tensione e, pur parteggiando per Nelli, ammetto che se spesso (soprattutto alla fine) il suo comportameno risulta sgradevole, come quello di tutti quelli che chiedono ciò che gli spetta, in fondo.<br />La Woolf non ne esce benissimo, forse, ma il ritratto mi pare aderente a quello di una donna del suo ceto in quel periodo: da una parte lotta per i diritti ma si sconvolge e non poco quando si rende conto che quei diritti spettano anche alle sue cameriere.<br />Interessante. </i><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
Prossima serata martedì 13 novembre. Il libro del mese sarà<i> Quasi niente </i>di Mauro Corona e Luigi Maieron. <i></i><br />
<i><br /></i>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKDVSTVNaAm79RKehk5ajnOXnn64spkBCb4n04xa9nD2UTUG-nEIV3gcPg-nnrXXVH7ja5cs7KwTICwIGMTXw2KoiZsNJ_XGwgnuPTKTO-JO4chL1LM61Qlms4PDYj9M6K3oPd7Q4N9ww/s1600/Quasi+niente+copertina.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1523" data-original-width="1000" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKDVSTVNaAm79RKehk5ajnOXnn64spkBCb4n04xa9nD2UTUG-nEIV3gcPg-nnrXXVH7ja5cs7KwTICwIGMTXw2KoiZsNJ_XGwgnuPTKTO-JO4chL1LM61Qlms4PDYj9M6K3oPd7Q4N9ww/s320/Quasi+niente+copertina.jpg" width="210" /></a></div>
A presto.<br />
<i><br /></i>
<i><br /></i>
Ilnasoneilibrihttp://www.blogger.com/profile/11402395865774360365noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3976335666861946292.post-8344325653801118352018-09-27T08:13:00.003-07:002018-09-27T08:20:46.860-07:00Il commesso.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCZWxMWRBJCj9bNGClQ9_MzWI1L1Oukp3qsrNgPss5c5dxIOLni87ku5mr8qK4bxXLkvNRypMbjDPM4k3ENZr2wwo1a6er3CLaspIq70J2hICGtbT8Gk6Cb20w36X1rI3kYEQi1XbI8DM/s1600/Malamud.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="386" data-original-width="600" height="205" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCZWxMWRBJCj9bNGClQ9_MzWI1L1Oukp3qsrNgPss5c5dxIOLni87ku5mr8qK4bxXLkvNRypMbjDPM4k3ENZr2wwo1a6er3CLaspIq70J2hICGtbT8Gk6Cb20w36X1rI3kYEQi1XbI8DM/s320/Malamud.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<i><span class="full_description">Erano i primi di novembre e all'alba
l'oscurità della notte durava ancora nella via, ma il vento, con
meraviglia del negoziante, imperversava già. Gli sbatté con violenza il
grembiule in faccia mentre si chinava a raccogliere le due cassette di
latte dal bordo del marciapiede. Ansimando, Morris Bober trascinò fino
alla porta i pesanti recipienti</span></i></div>
<br />
<span class="full_description"> Secondo dopoguerra. Una New York che dovrebbe essere quella del boom economico, delle grandi occasioni per tutti, e che invece si avvita su se stessa, incapace di un cambiamento, che sia anche quello di fallire, di vendere, di andarsene. </span><br />
<span class="full_description">Morris Bober ha il destino già scritto: ce l'ha nel nome. Come ci chiarisce subito l'autore Bober in yiddish significa "persona da poco". Non ha ambizioni di sorta, solo il rammarico di non aver saputo o potuto dare di più alla moglie Ida e alla figlia Helen che invece ambizioni e speranze ne ha ancora ma le sacrifica per aiutare la famiglia.</span><br />
<span class="full_description">Morris manda avanti a fatica un negozietto di alimentari che è sull'orlo del fallimento. Lo è sia perchè altri negozi hanno aperto nelle vicinanze sia perché Morris, purtroppo, non ci sa fare, non è tagliato per fare il commerciante.</span><br />
<span class="full_description">Tuttavia quello è il suo lavoro, sembra impossibile smoverlo da quel negozio anche se sa che falliranno. Non ci riesce la moglie, che invece vorrebbe vendere, non ci riesce Helen, che non dice nulla, ma sogna un fururo migliore.</span><br />
<span class="full_description">Una sera le cose peggiorano, se possibile. Morris viene rapinato e ferito, per quasi nulla, pochi spiccioli.</span><br />
<span class="full_description">Qualche giorno dopo nella vita di Morris e di Helen entra Frank Alpine, italo americano, che si offre di aiutare in negozio. E' quasi un senza tetto, si accontenta del pochissimo che gli possono dare, e così diventa il commesso di Morris.</span><br />
<span class="full_description"><br /></span>
<span class="full_description">Il commesso è un racconto di personaggi: la dignità di Morris, onesto anche quando essere onesti fa più danno che altro, soprattutto alla sua famiglia; la luce e le tante ombre di Frank, che onesto non riesce a essere, anche se vorrebbe, anche se si innamora di Helen e sogna di essere migliore per lei, ma poi, quando davvero potrebbe fare la differenza causa dolore e sofferenza; La forza di Helen, che forse ce la farà, e se ce la farà sarà grazie ai sacrifici di Frank.</span><br />
<span class="full_description"><br /></span>
<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEik-Saril2lWad3txbjKGvniF6jey5XBGzcOKOWcupFbdibekiz_rqBWHpLuAUqMUd3Qz4mx_Fdj9LFdtot6Qh-8ifedTBfng1nONKn9ozkBLBVcxvZ61kf1nv5yZbrltvcSM9LneokeL8/s1600/Lower%252BEast%252BSide%252BStore%252BWith%252BYiddish%252BSign%252B+%252BLESJC.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="360" data-original-width="636" height="181" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEik-Saril2lWad3txbjKGvniF6jey5XBGzcOKOWcupFbdibekiz_rqBWHpLuAUqMUd3Qz4mx_Fdj9LFdtot6Qh-8ifedTBfng1nONKn9ozkBLBVcxvZ61kf1nv5yZbrltvcSM9LneokeL8/s320/Lower%252BEast%252BSide%252BStore%252BWith%252BYiddish%252BSign%252B+%252BLESJC.jpg" width="320" /></a></div>
<span class="full_description">Ci ha colpito, ne Il commesso, questa specie di cappa che sembra avvolgere i personaggi, questa incapacità di ribellarsi a un destino che sembra già scritto. Frank è l'unico personaggio che evolve nella storia, pur con infiniti passi falsi e ricadute. Ma lo fa abbracciando il destino di Morris. Per Morris stesso il destino è davvero beffardo. Quando sembra andare tutto per il meglio, ecco che il fato si mette in mezzo. E il finale, che è aperto, non ispira un particolare ottimismo nel lettore.</span><br />
<br />
Allegro non è, questo libro, ma offre infinite possibilità di discussione, di riflessione. Si può parlare di Morris che è dignitoso e onesto, ma il cui comportamento dignitoso e onesto porta al disastro. Si può parlare all'infinito di Frank, sicuramente il personaggio più complesso del volume, tutto luci e ombre, passi avanti e cadute nel baratro, attraente come i cattivi soggetti riescono a essere, e al contempo sgradevole e inaffidabile. Si può parlare dei sogni di Helen, giovane donna che non si rassegna a diventare la moglie di qualcuno solo per sistemarsi ma vorrebbe per se qualcosa di più.<br />
<br />
Il libro è piaciuto. Molto a Marco e Annarita, sicuramente. Più critiche Rita, Lia e Cristina. Stefania, Zaffira e Marilaura per ora non lo hanno affrontato, ma domani chissà. Monica, che lo ha scelto, lo ritiene un libro forse non facile, ma da leggere comunque, proprio per tutte le ragioni di cui sopra.<br />
<br />
Solo una recensione, quella di Cristina, e mi spiace perchè è un poco critica (3 stelle) mentre invece il libro è in genere molto apprezzato:<br />
<i><span class="readable reviewText"><span id="freeTextreview2461726396">Becoming Morris...<br />Qualcuno
mi spieghi perchè i capolavori devono essere tristi che più tristi non
si può. E di tristezza qui ce n'è da bastare per tre, forse persino
quattro altri libri!<br />Morris Bober ha un negozio di alimentari
sull'orlo del fallimento, un po' per la crisi, un po' tanto per
incapacità. E' onesto o dignitoso, umano e gentile, ma inadatto a fare
il commerciante. Una persona normale se ne sarebbe accorta subito e
sarebbe passata a altro ma se lo faceva allora il libro dove finiva? E
fortuna che l'America è il paese delle opportunità!<br />Quindi Morris
persevera verso il disastro e lo fa fidandosi del commesso, tale
italoamericano Frank Alpine, che non ha nessuno dei pregi di Morris, ma
possiede un certo qual fascino, quello di chi è diviso tra onestà e
disonestà, tra bontà e cattiveria. <br />Poi c'è Helen, figlia di Morris,
che ha ancora qualche aspettativa dalla vita, e che forse ce la farà,
nonostrante l'errore di fidarsi - pure lei - di Frank. Errore che paga
in prima persona, ma che mette in moto il riscatto morale di Frank. La
trama prosegue tra sfortune e dolori fino a un finale che sembra aprirsi
alla speranza e al riscatto ma che invece crolla su se stessa. <br />Ma almeno Morris è morto con la speranza nel cuore, ignaro del nuovo schiaffo che il destino darà alla sua famiglia. Qualcuno
dovrebbe evitare di mettere prefazioni piene di anticipazioni sulla
trama all'inizio del libro, soprattutto se trattasi di ebook te le leggi
e poi quando il libro non ti piace ti senti pure intellettualmente
inferiore (cosa che probabilmente pure sono, eh). Tre stelle perchè ho faticato a finirlo ma l'ultima parte è davvero bella e per il personaggio di Morris che è adorabile. Per tutta la lettura ho avuto in mente l'immagine della Pietà Bandini, chissà perchè.</span></span></i><br />
<br />
<span class="readable reviewText"><span id="freeTextreview2461726396">Libro del prossimo mese: <i><b>Una stanza tutta per gli altri</b></i> di Alicia Giménez-Bartlett. Lo ha scelto Marilaura.</span></span><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIT-K_e9GmSmKao0mKEsQ0svaODouTPCLv1Iujp3qAs3nG3rkiiIFIoaNqpIrh0m2hLFCy6DynOTJRtVtcx6j_0bToTai7YgKQw-znNMXCUTi9H9Ok1Y3URNhvjTKg6VrROtCQfOwqFYM/s1600/Una+stanza.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="361" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIT-K_e9GmSmKao0mKEsQ0svaODouTPCLv1Iujp3qAs3nG3rkiiIFIoaNqpIrh0m2hLFCy6DynOTJRtVtcx6j_0bToTai7YgKQw-znNMXCUTi9H9Ok1Y3URNhvjTKg6VrROtCQfOwqFYM/s320/Una+stanza.jpg" width="231" /></a></div>
<br />
<br />
<span class="readable reviewText"><span id="freeTextreview2461726396">Ci si vede martedì 9 ottobre. </span></span><i><br /></i><br />
<i><span class="full_description"><br /></span></i>
<i><span class="full_description"><br /></span></i>
<span class="full_description"><br /></span>
<span class="full_description"><br /></span>Ilnasoneilibrihttp://www.blogger.com/profile/11402395865774360365noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3976335666861946292.post-909043759071527052018-07-29T00:24:00.003-07:002018-07-29T00:24:39.626-07:00Questo lato della verità.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjglt525QXvgdUY8x8Iy9ekNnIZpwWjOVs1MbItG2Qqk05ZdwNbBsIZEUaghOoSlpe5UCFOKNsqem01VTdUz42Up5pbbuM5PPGWplm7xhz6xhLBy7i4uovadJ9wCGr_XA9HiW5HTzR_lTU/s1600/Benedetta-Cibrario1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="661" data-original-width="459" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjglt525QXvgdUY8x8Iy9ekNnIZpwWjOVs1MbItG2Qqk05ZdwNbBsIZEUaghOoSlpe5UCFOKNsqem01VTdUz42Up5pbbuM5PPGWplm7xhz6xhLBy7i4uovadJ9wCGr_XA9HiW5HTzR_lTU/s400/Benedetta-Cibrario1.jpg" width="277" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<i>Quante volte ho sentito dire la frase "non ho parole". Riesco perfino a sorridere di queste undici lettere che significano l'esatto contrario di quello che esprimono, l'impossibilità di parlare quando siamo sopraffatti dalla quantità di cose da dire.</i></div>
<br />
<i>Sotto cieli noncuranti</i> "ruba" il titolo a un verso di una poesia che Dylan Thomas dedica al figlio maggiore.<br />
Lo trovo adatto: anche <i>Sotto cieli noncuranti</i> è un libro di figli.<br />
In questo caso si parla di figli persi, in una tragedia, e di figlie che una tragedia la devono affrontare, passando attraverso lutto e sofferenza, mentre gli adulti si rifugiano nel loro mondo fatto di quotidianità e lavoro.<br />
Apparentemente è un giallo, un'indagine.<br />
Il figlio di Pietro, imprenditore di successo con moglie a Torino e amante a Roma, muore. Cade da una finestra. In casa solo la madre. E' stato un incidente? E' stato un omicidio?<br />
Sul caso indagano Violaine, ex sciatrice ora psicologa prestata alla città con genitori che vivono su, in paese, tra la neve, e il magistrato Giovanni Corrias. Siamo a Natale e Torino è sotto la neve. Ed è proprio sotto la neve che muore la moglie di Corrias. Un incidente, mentre porta il cane di casa a fare la sua passeggiata.<br />
Ecco che l'investigazione lascia il posto al racconto di una famiglia in lutto, e alla voce di Matilde la figlia dodicenne del magistrato "quella con la spina più fonda nel cuore". Durante le indagini tra la famiglia Corrias e Violaine i rapporti si stringono e appena qualche giorno dopo il funerale si ritrovano tutti a casa dei genitori della poliziotta, con Il Barba e la moglie, coinvolti nelle celebrazioni di Capodanno.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVANVo3N_nWsVtoySxQIqCaxuwl9gXf09YzRhYXidtZUSpUjM3Ji6doq5kHJomf-5ycDRTkVfqIPDgbgc_cHHgLY0nAuVA0QHgdd-xvdZAM0zaEH4UY11edZ6YtTDhnqk0sBlqjt5o2dU/s1600/stampa-su-tela-torino_pid_1117_1_zoom.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1200" height="192" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVANVo3N_nWsVtoySxQIqCaxuwl9gXf09YzRhYXidtZUSpUjM3Ji6doq5kHJomf-5ycDRTkVfqIPDgbgc_cHHgLY0nAuVA0QHgdd-xvdZAM0zaEH4UY11edZ6YtTDhnqk0sBlqjt5o2dU/s320/stampa-su-tela-torino_pid_1117_1_zoom.jpg" width="320" /></a></div>
Come in tutti (o quasi) i gialli alla fine si scoprirà come si sono svolti i fatti e una qualche misura di pace (fosse anche temporanea) i protagonisti la trovano: c<i>he il prossimo anno sia bellissimo.</i><br />
<br />
Il libro ci è piaciuto, ha una scrittura in alcuni tratti pregevole, ma non si perde in arzigogoli da premio letterario (qualcuno lo ha comunque vinto).<br />
Belle le descrizioni del Paese tra la neve, in bilico tra abbandono e riscoperta turistica, bed and breakfast e tradizioni centenarie. Ci sono piaciuti Il Barba e la moglie. Il Barba, soprattutto, con la sua saggezza e ruvidità da vero montanaro.<br />
Il finale, però, è troppo veloce, e anche un po' raffazzonato, e un romanzo che parte davvero benissimo si perde e si sfilaccia.<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjV_Kb_r-5RpjRt4eV4vci8CjSSvEEFRGbbRw8X3-ywDcpLIE6P3qCDJj7EtkWeDlzsX-U8Yl4TeBAxHepv5RdbcXkFlMwJYeVwplExNlDa6rWFiH4iHbChuPVb2NXIr_HRLbaQqGJNjDc/s1600/vacanze-in-montagna-in-piemonte-copia-638x425.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="425" data-original-width="638" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjV_Kb_r-5RpjRt4eV4vci8CjSSvEEFRGbbRw8X3-ywDcpLIE6P3qCDJj7EtkWeDlzsX-U8Yl4TeBAxHepv5RdbcXkFlMwJYeVwplExNlDa6rWFiH4iHbChuPVb2NXIr_HRLbaQqGJNjDc/s320/vacanze-in-montagna-in-piemonte-copia-638x425.jpg" width="320" /></a>Diventa difficile dividere le tante voci narranti che si susseguono (anche se Matilde è quella più presente) tanto che la soluzione all'investigazione, se appena appena si salta una pagina, rischia di sfuggire.<br />
<br />
Alcune sottotrame aggiungono ben poco al racconto: ad esempio del matrimonio finito del capo di Violaine che è pure un personaggio abbastanza meschino presto ci si dimentica e aggiunge poco se non nulla alla narrazione.<br />
Speravamo in un seguito, ma purtroppo non c'è. In seguito l'autrice si è dedicata a altre storie. Non sapremo mai se Violaine torna in Paese o no, se sposa il suo vecchio fidanzato o no, come cresceranno le tre figlie di Corrias. E' un po' un peccato, ma comunque il libro ci è piaciuto lo stesso.<br />
<br />
C'è solo una recensione:<br />
Cristina 4 stelline<br />
<i><span class="readable" id="reviewTextContainer2422029667"><span id="freeText7687296390032513484">Due
tragedie si incrociano durante una investigazione. Più che un
poliziesco (la cui soluzione avevo indovinato piuttosto presto) un
racconto che segue i percorsi del dolore e del lutto. Scrittura
piacevole ma altalenante: a volte è poetica più spesso è normale (come
forse vorrebbe il giallo).<br />Un po' troppo veloce sia l'investigazione
che il percorso di elaborazione del lutto familiare. Belle le
descrizioni della montagna e della vita di un piccolo paese innevato,
anche se forse sia la madre che il padre della protagonista sono un po'
stereotipati.<br />Comunque bello.</span> </span></i><br />
<br />
<span class="readable" id="reviewTextContainer2422029667">Quindi approfitto e metto la poesia di Dylan Thomas. Serve a nulla ma è bella (e poi le ho rubato pure il titolo del post.</span><br />
<br />
<span class="readable" id="reviewTextContainer2422029667">Questo lato della verità (a Llewelyn)<br />Questo lato della verità </span><span class="readable" id="reviewTextContainer2422029667">non puoi vederlo, figlio mio </span><span class="readable" id="reviewTextContainer2422029667"> re dei tuoi occhi azzurri nel paese</span><span class="readable" id="reviewTextContainer2422029667"> dell’accecante gioventù </span><span class="readable" id="reviewTextContainer2422029667">che ogni cosa è annientata </span><span class="readable" id="reviewTextContainer2422029667"> sotto i cieli noncuranti </span><span class="readable" id="reviewTextContainer2422029667"> d’innocenza e di colpa</span><br />
<span class="readable" id="reviewTextContainer2422029667"> prima che tu ti accinga a un gesto del cuore o della mente</span><br />
<span class="readable" id="reviewTextContainer2422029667"> esso è colto e disperso</span><span class="readable" id="reviewTextContainer2422029667"> nel buio turbinante </span><span class="readable" id="reviewTextContainer2422029667"> come la polvere dei morti.<br />Bene e male, i due modi di trascinare in giro la tua morti s</span><span class="readable" id="reviewTextContainer2422029667">ul mare maciullante,</span><br />
<span class="readable" id="reviewTextContainer2422029667"> re del tuo cuore nei tuoi ciechi giorni </span><span class="readable" id="reviewTextContainer2422029667">dileguano come respiro g</span><span class="readable" id="reviewTextContainer2422029667">ridando vanno attraverso me e te </span><br />
<span class="readable" id="reviewTextContainer2422029667">e l’anima d’ogni uomo </span><span class="readable" id="reviewTextContainer2422029667"> nell’innocente buio</span><span class="readable" id="reviewTextContainer2422029667">e nel buio colpevole, la buona</span><br />
<span class="readable" id="reviewTextContainer2422029667"> e la cattiva morte, e poi </span><span class="readable" id="reviewTextContainer2422029667"> nell’ultimo elemento </span><span class="readable" id="reviewTextContainer2422029667"> volano come il sangue delle stelle,<br />come le lacrime del sole</span><span class="readable" id="reviewTextContainer2422029667"> come il seme della luna, rottami </span><span class="readable" id="reviewTextContainer2422029667"> e fiamme, l’enfatico discorso del cielo, o re dei tuoi sei anni. </span><br />
<span class="readable" id="reviewTextContainer2422029667">E il desiderio colpevole, fin dal principio delle piante degli animali e degli uccelli, acqua e luce, terra e cielo, è decretato prima che ti muova e ogni tuo atto o parola ogni verità, ogni menzogna muoiono nell’amore che non giudica.<br />(trad. Ariodante Marianni) </span><br />
<span class="readable" id="reviewTextContainer2422029667"><br /></span>
<span class="readable" id="reviewTextContainer2422029667">Ad agosto ci prendiamo una pausa (che onestamente ci serve). Ci si vede a settembre, martedì 18, se non erro.</span><br />
<span class="readable" id="reviewTextContainer2422029667">Libro da leggere: <i>Il commesso di Bernard Malamud.</i></span><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjDkkCjMVvgvLpfCUr0FeL982JFnUgUpL7onyQEDp3v0-oiysSsObjbWkLfT4GNsNLgR9u38Ekt9Pq0LbdQmwPxCcRwC33tAY_QCG4FPbm-7R2FI4bHM2UCumuLPsb3xDusH__M6P4hy8/s1600/il-commesso.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1592" data-original-width="1001" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjDkkCjMVvgvLpfCUr0FeL982JFnUgUpL7onyQEDp3v0-oiysSsObjbWkLfT4GNsNLgR9u38Ekt9Pq0LbdQmwPxCcRwC33tAY_QCG4FPbm-7R2FI4bHM2UCumuLPsb3xDusH__M6P4hy8/s320/il-commesso.jpg" width="201" /></a></div>
<br />
<span class="readable" id="reviewTextContainer2422029667"><br /></span>
<span class="readable" id="reviewTextContainer2422029667"><br /></span>
Ilnasoneilibrihttp://www.blogger.com/profile/11402395865774360365noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3976335666861946292.post-46088886953726711182018-06-22T04:35:00.003-07:002018-06-22T04:35:25.163-07:00Spesso sono felice di Jens Christian Grøndahl<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYp68ojN6WrKhM7Wr8TzdATg80YO7PIax-55l8SdM-GjpEF0kaP_T0tKTUuv79376w1SBMmY2OlyspQjf-dNXgAlVkCYJwyE4HL_vPjovS8ufUCLP2G1h_et0Tdee_5nGm7i917cq9nD4/s1600/Grondahl.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="501" data-original-width="570" height="280" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYp68ojN6WrKhM7Wr8TzdATg80YO7PIax-55l8SdM-GjpEF0kaP_T0tKTUuv79376w1SBMmY2OlyspQjf-dNXgAlVkCYJwyE4HL_vPjovS8ufUCLP2G1h_et0Tdee_5nGm7i917cq9nD4/s320/Grondahl.jpg" width="320" /></a></div>
<i>La cosa peggiore fu perderti, ma la seconda cosa peggiore fu che non avesti mai la possibilità di chiedermi perdono.</i><br /><br />
Ellinor ha settant'anni. Rimasta vedova per la seconda volta decide di cambiare vita. Radicalmente.<br />
Tra lo sconcerto dei figli del secondo marito, che ha cresciuto come fossero suoi, decide di vendere la bella villa nel quartiere bene in cui ha vissuto per anni e di ritornare nel quartiere di nascita, a Copenaghen, dove, come le dice uno dei figli adottivi, non passa giorno che non si abbia notizia di sparatorie e di bande criminali. Ma a Ellinor non importa, l'unica cosa che conta è poter tornare dove è nata, forse per recuperare, anche se ormai è troppo tardi, il rapporto con la madre, mai completamente risolto, forse per lasciarsi alle spalle la sofferenza per la morte del marito e i tanti segreti che hanno segnato la sua esistenza. O forse per riappropriarsi di se stessa e vivere, finalmente e per la prima volta, a modo suo.<br /><br />
Il romanzo - così breve da essere praticamente un racconto lungo - è scritto come una lunga lettera di Ellinor a Anna, un'amica morta molti anni prima in un incidente sulle Dolomiti. Nella lettera Ellinor fa il resoconto della sua vita, dalla nascita alla seconda vedovanza, senza reticenze e anche con un discreto disincanto. Si scopre così il segreto della nascita di Ellinor (è figlia di un soldato tedesco e la madre, giovanissima, la cresce da sola nascondendone le origini), il rapporto con la madre, mai risolto, l'amicizia con Anna che è il suo opposto ma diviene ugualmente la sua migliore amica, allacciando forse il rapporto più vero e profondo della sua vita.<br />
<br />
La discussione è stata sorprendentemente animata, e molto interessante. Dico sorprendente perchè il libro è davvero corto, appena un centinaioi di pagine, e racconta una storia tutto sommato positiva. Oltretutto, pur con i giusti distinguo, il libro è stato apprezzato più o meno da tutte. Annarita ha trovato la protagonista antipatica, e il suo decidere di tagliare i ponti, anche con una certa durezza, con i figli adottivi, l'ha perplessa. Monica, invece, ha rilevato che il libro non ha un fine vero e proprio, non si sa dove vuole andare a parare. Racconta solo la storia di Ellinor ma poi il finale è lasciato per molti versi in sospeso. Le è dispiaciuto che il tema legato alla nascita della protagonista sia stato solo sfiorato, mentre avrebbe forse meritato qualche approfondimento in più. Marilaura è rimasta colpita dal rapporto tra Ellinor e Anna, così forte da resistere davvero a tutto. Ellinor ama Anna sicuramente più del prima marito, superficiale e inaffidabile e presto dimenticato. Ama Anna così tanto che in un certo senso ne prende il posto, sia di moglie che di madre, e soprattutto le perdona tutto, incluso il tradimento.<br />Credo che Zaffira abbia fatto la disamina più appassionata, infatti credo che le chiederò una recensione scritta.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsC4nxWygizZbAeyELrv1th7TJEd5NQUYw0zXm8IEHmCVMDUaimkXo2tonn3yrGO8XT6nC1kwT9jddANTq9ABzOkSij6TdvaiEQycyzdgQFHrIvPa9Y5I4EOaH52ICmRNP94Rt-Qd1Wi4/s1600/Ellinor+in+bici.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="315" data-original-width="560" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsC4nxWygizZbAeyELrv1th7TJEd5NQUYw0zXm8IEHmCVMDUaimkXo2tonn3yrGO8XT6nC1kwT9jddANTq9ABzOkSij6TdvaiEQycyzdgQFHrIvPa9Y5I4EOaH52ICmRNP94Rt-Qd1Wi4/s320/Ellinor+in+bici.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
Riassumendo: ci ha colpito, in Grondahl, la capacità di immedesimarsi nella sua protagonista, con una sensibilità notevole e la capacità di condensare, in un libro così breve, un numero notevole si spunti e tematiche. Alcune non sono che sfiorate (il tema delle origini di Ellinor viene solo accennato, ad esempio, ma aiuta a comprendere molte delle sue scelte di vita e la sua reticenza), così come quello della genitorialità "surrogata" di cui vediamo le conseguenze, ovvero il rapporto con i figliastri che si rompe (anche se non con entrambi) non appena Ellinor inizia ad agire per se stessa e non per il ruolo fino ad allora ricoperto, ma non l'evolversi.<br />
Eppure emerge in maniera vivida il ritratto di una donna che per tutta la vita ha nascosto la sua vera essenza, dalla nascita fino al secondo matrimonio, che si è adeguata - anche felice - al ruolo di matrigna amorevole e moglie devota, ma che non più giovanissima riconquista se stessa, dimostrando che non è mai troppo tardi per vivere a modo proprio. Lo confesso, io da grande voglio essere come Ellinor ^_^.<br /><br /><br />Prossimo appuntamento martedì 17 luglio 2018, sempre a casa di Zaffira. Libro del mese: <b>Sotto cieli noncuranti</b> di Benedetta Cibrario.<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjG5mySTQPdHB70aUk8_anW3yKJr1i2PUjMo1pVgemHAUYG_vp86gaKL_MRCUEdDxXJcdHb_8_3ub6aqYJnQv2zzWGkh-bSNaIrDAvQMevWL7hyphenhyphengObSdvDxeqVzsGN1X0CswTW7HNmdQO4/s1600/sottocieli+coperrina.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1171" data-original-width="720" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjG5mySTQPdHB70aUk8_anW3yKJr1i2PUjMo1pVgemHAUYG_vp86gaKL_MRCUEdDxXJcdHb_8_3ub6aqYJnQv2zzWGkh-bSNaIrDAvQMevWL7hyphenhyphengObSdvDxeqVzsGN1X0CswTW7HNmdQO4/s320/sottocieli+coperrina.jpg" width="196" /></a></div>
<br /><br /><br />Ilnasoneilibrihttp://www.blogger.com/profile/11402395865774360365noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3976335666861946292.post-35070792521368542072018-05-09T13:34:00.000-07:002018-05-09T13:40:30.203-07:00Le tre del mattino<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7M9GplMB7bBQPr7x2u9s3pl1tF991-D9OBP6h2F6M4NtVRVuUNM_tYteGECZyvfdL5e1bAovtX5O5bp12t0x4RANEKMOentpDQgnQiDZxEh5Bn4AQVqbt6VKyRdiPubSwcvQJNv4ATfo/s1600/carofiglio.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="577" data-original-width="1000" height="184" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7M9GplMB7bBQPr7x2u9s3pl1tF991-D9OBP6h2F6M4NtVRVuUNM_tYteGECZyvfdL5e1bAovtX5O5bp12t0x4RANEKMOentpDQgnQiDZxEh5Bn4AQVqbt6VKyRdiPubSwcvQJNv4ATfo/s320/carofiglio.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Gianrico Carofiglio</td><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><br /></td></tr>
</tbody></table>
<i>Com'era quella frase di Fitzgerald? Nella vera notte buia dell' anima sono sempre le tre del mattino. </i><br />
<br />
Due giorni a Marsiglia. Niente programmi, niente impegni. Solo un padre e un figlio. E un rapporto da recuperare.<br />
<br />
La storia la racconta Antonio, adolescente normale dei primi anni ottanta del secolo scorso. I genitori sono separati, ma hanno un rapporto civile. Antonio vive con la madre, docente universitaria, e accusa silenziosamente il padre, matematico, di essere la colpa del divorzio. In realtà dei genitori sa molto poco, per non dire nulla. Li ama ma conoscerli anche no.<br />
Unica "particolarità" di Antonio è che forse è malato. Ha avuto alcuni episodi di straniamento. I medici parlano di epilessia, ma tutto sommato la diagnosi non gli ha campiato la vita. Prende qualche medicina, deve usare qualche accortezza ma per il resto è un ragazzo come tutti gli altri.<br />
Alla vigilia della maggiore età deve andare a Marsiglia da un luminare di fama internazionale per una visita. Dopo saprà se è guarito oppure no, se è "normale" oppure malato. Alla visita lo accompagna il padre. Dovrebbe essere un impegno rapido, non portano nemmeno la valigia, ma scoprono di dover rimanere a Marsiglia due giorni e due notti in cui Antonio non può dormire assolutamente. Che fare? Forse parlare e conoscersi, almeno un poco, e recuperare un rapporto che sta languendo.<br />
<br />
Alla serata, per una serie di sfortunati eventi, eravamo solo in cinque. I ranghi ridotti ci hanno permesso però di discutere un poco del club e di parlare con più calma del libro, ovviamente tra una portata e l'altra ^_^.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbyUm585VtUlohyjera_Qy3mLNnI0Nxeghzf-KWWo9_vWHjZEAl2tVEnilCKhV-L6gpYeIyk8Wsv5EKp1t_2tdQ863KxRlzwQkhqrwyxA_y73qorHnc4DgDLh7Ya6elOoy2OVeMwQKbU8/s1600/Calanques+Sormiou+Morgiou+Sugiton+-+062+-+Calanque+de+Morgiou.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="462" data-original-width="1000" height="182" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbyUm585VtUlohyjera_Qy3mLNnI0Nxeghzf-KWWo9_vWHjZEAl2tVEnilCKhV-L6gpYeIyk8Wsv5EKp1t_2tdQ863KxRlzwQkhqrwyxA_y73qorHnc4DgDLh7Ya6elOoy2OVeMwQKbU8/s400/Calanques+Sormiou+Morgiou+Sugiton+-+062+-+Calanque+de+Morgiou.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La Calanque de Morgiou dove si fermano Antonio e il padre<br />
con Adèle e Lucie durante la gita in barca</td></tr>
</tbody></table>
Povero Carofiglio, però. Non ci ha impressionato poi tanto.<br />
Tutte abbiamo apprezzato la gradevolezza della lettura, ma pure notato che il libro è un libro furbo, studiato per piacere a un pubblico vasto. E del resto Carofiglio sforna un libro l'anno. E vende molto, anche all'estero.<br />
<br />
E' un buon prodotto, curato e piacevole da leggere, ma per Annarita, Monica e Zaffira anche presto dimenticabile. Un libro molto maschile anche, pure maschilista. La madre di Antonio viene raccontata molto - il padre racconta come si sono conosciuti e innamorati, il loro matrimonio, la separazione che, con grande sorpresa di Antonio, è stata voluta proprio da lei - ma rimane una figura senza spessore, come sono senza molto spessore Adèle e Lucie, la coppia che incontrano durante una gita in barca e che li invita alla festa a Marsiglia e Marianne (l'incontro che secondo la terza di copertina cambierà la vita di Antonio per sempre il che ricorda di non fidarsi mai delle terze di copertina). <br />
Sullo sfondo Marsiglia, che purtroppo resta solo uno sfondo, appunto. Qualche incontro ma è giusto un tocco di colore, e il bel capitolo dedicato al Jazz.<br />
<br /><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDhW1HoAnpAWrNfSqsMU2Xd4ovC_wfO_4W4oMxNlxWgC6i_FtiUzuomBvzB2vqsAns4KYbaacfIoI0YzsXKgCgy6Lf_LVYr4_8mm1XobWdvIpk53YS1EoV3l_SEXl8qgen4WNuX4LS8Ys/s1600/Pastre-Denys-Vieux-port-nuit-0.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="800" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDhW1HoAnpAWrNfSqsMU2Xd4ovC_wfO_4W4oMxNlxWgC6i_FtiUzuomBvzB2vqsAns4KYbaacfIoI0YzsXKgCgy6Lf_LVYr4_8mm1XobWdvIpk53YS1EoV3l_SEXl8qgen4WNuX4LS8Ys/s320/Pastre-Denys-Vieux-port-nuit-0.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Vista notturna di Marsiglia</td><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><br /></td></tr>
</tbody></table>
Per bilanciare le cose, però, bisogna dire che a Stefania e Cristina è piaciuto, proprio per la scorrevolezza e la velocità di lettura. Bello anche il rapporto padre e figlio che in questo libro hanno la possibilità di conoscersi come persone e non come genitore e figlio, creando un rapporto quasi da zero. Interessante anche l'accenno alla malattia di Antonio, vissuto tutto sommato con normalità.<br />
L'epilessia è ancora oggi una malattia per molti versi tabù, innominabile. Certo si parla di piccoli centri ma non credo sia così diverso altrove.<br />
Purtroppo si tratta anche in questo caso di un argomento che non viene approfondito.<br />
<br />
Riassumendo: libro piacevole ma non indimenticabile. Un prodotto onesto che può piacere a molti ma magari fatevelo prestare.<br />
<br />
Ho trovato solo una recensione, quella di Cristina:<br />
<span class="readable reviewText">
<i><span id="freeTextreview2366245838">Sarò generosa, arrotondo a
quattro stelline. Diciamo che sono molto generosa ma la lettura è stata
veloce e tutto sommato piacevole e oggi sono di buon umore (cosa
strana).<br />Certo, il libro é costruito a tavolino per finire in
classifica, ma con dignità e capacità, e toccando le corde giuste: un
rapporto padre-figlio da recuperare, il figlio quasi adulto, un padre
quasi anziano, una città interessante, qualche tematica sociale come la
malattia e le coppie omosessuali sfiorata appena appena, qualche
racconto di vita alternativa, un bel capitolo sul jazz. Tanta roba, pure
troppa. Fosse stata approfondita sarebbe stato un ottimo libro.<br />Così si accontenta di finire in classifica, e di essere presto dimenticato. Ma per oggi sono quattro stelline.</span></i>
</span><br />
<br />
Il libro del prossimo mese è <b>Spesso sono felice</b> di Jen Christian Grondahl, scelto da Cristina.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8zNoXFBdu4SCtZ9d7znb64Zvtov1oqeriD2OXp504mDGW8b3A-ibrIEOII8WehUQu0lAovdcevS0CFDF41RhRF4wWeD45UtLy685rsrgjKW6CBgbJo5uJoBId31jhtQYlczQoMSOGlEo/s1600/spesso+sono+felice.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="696" data-original-width="445" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8zNoXFBdu4SCtZ9d7znb64Zvtov1oqeriD2OXp504mDGW8b3A-ibrIEOII8WehUQu0lAovdcevS0CFDF41RhRF4wWeD45UtLy685rsrgjKW6CBgbJo5uJoBId31jhtQYlczQoMSOGlEo/s320/spesso+sono+felice.jpg" width="204" /> </a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
Prossima serata martedì 12 giugno 2018, ore 20.00 a casa di Miffi. </div>
<br />Ilnasoneilibrihttp://www.blogger.com/profile/11402395865774360365noreply@blogger.com0