Perdono... perdono... perdono...
Sono in ritardo, lo so ma le feste, il Natale, un viaggio dai miei suoceri, il cenone di San Silvestro e tutto il resto mi hanno fatto un po' andare nel pallone.
Intanto non posso non fare a tutti i miei più sinceri auguri di Buon Anno. Che il 2015 veda la realizzazione dei vostri desideri e dei vostri sogni più arditi!!!
Detto questo, passiamo finalmente a parlere della serata del 16 dicembre.
Intanto segnalo immediatamente l'ingresso nel gruppo di un nuovo membro: Katia.
Katia ci ha trovati proprio grazie a questo blogghino e la cosa non può che farmi felice. Spero davvero che possa continuare ad essere dei nostri!!!
Presenti all'incontro: Maria (con un buffissimo cappello natalizio), Cristina, Marilaura, Rita, Monica, Stefania, Daniela, Katia ed io (Francesca).
Il romanzo in esame era IL CAFFE' DELLE DONNE di Widad Tamimi.
E' passato troppo tempo e non mi ricordo che cosa esattamente ci siamo dette approposito di questo libro (ecco perchè queste recensioni dovrebbero essere fatte subito!!!) ma certamente quello che ricordo è in sintesi questo: libro bello (è piaciuto quasi a tutte), stile piacevole, protagonista assolutamente insopportabile, infantile e rompiballe.
Passo quindi immediatamente alle recensioni scovate su Anobii.
Cristina 3 stelline
Un altro libro di maternità negata, che è Venuto al mondo due - la vendetta?
Arrivo dalla lettura (travagliata e lasciata incompleta) di
Venuto al mondo della Mazzantini e confesso che appena la protagonista
manifesta il desiderio di avere un figlio avrei mollato volentieri il
libro nella raccolta indifferenziata. Poi ho perseverato nella lettura:
in fondo i primi capitoli mi sono piaciuti, e poi non è che mi posso
presentare di nuovo alla cena del Club di lettura senza aver finito il
libro, no? Con Venuto al mondo ero giustificata dall'insostenibile
pesantezza dello stile e dalla urticante protagonista. Qui almeno lo
stile è lineare e semplice. Non posso dire altrettanto della
stronzissima protagonista, purtroppo.
Qamar vive tra due mondi: figlia di un immigrato giordano venuto in italia per studiare è stata educata in Italia, ma passa le sue estati ad Amman, con la famiglia
paterna, dove viene trattata come una piccola principessa (e ci sciala
in questa sua presunta superiorità). Passa così l'infanzia idealizzando
l'ambiente in cui vivono i suoi nonni e i parenti, che sembra un mondo
di favola. Poco importa che le cugine si sposino a 15 anni se non prima,
e che vengano sistematicamente picchiate dai mariti quando questi sono
nervosi. Il risveglio arriva brusco con l'adolescenza, momento in cui le
vengono per la prima volta messi dei limiti, perchè è donna, ormai, e
si deve comportare di conseguenza. Ovviamente Qamar, viziata, abituata a
ben altra vita, sclera: non parla, non gioca, non comunica, perchè sono
tutti brutti e cattivi e la tengono prigioniera, lei povera principessa
in esilio. Fortunatamente la prima cotta (ovviamente per un cugino,
tutte abbiamo la prima cotta per il cugino figo) ammanta di nuovo tutto
di magia, e la Giordania, Amman, ritornano a essere - infantilmente - il
regno magico.
Incontriamo Qamar in Italia, ormai adulta, con un
lavoro che non la soddisfa (ma va?) e un fidanzato che la adora, e
sembra andare tutto bene, nonostante un rapporto non ben definito con la
madre (che non sono sicura sia giordana o italiana ma non mi va di
rileggere il libro per capirlo) e un padre assente sempre via per
lavoro.
Poi la tragedia: l'orologio biologico si sveglia e Qamar
vuole, disperatamente vuole, un figlio. La tafila è la solita: aborto,
prognosi infausta, sviluppo di una serie impressionante di paturnie e
egoismi, tutti gettati sul compagno che certo, lui mica soffre per la
perdita del bambino, lui! Su tutto l'invidia divorante verso le altre
donne, verso quelle che i figli li possono avere. La speranza
dell'adozione, purtroppo rifiutata da Giacomo che invece di adottare non
se la sente, la crisi con lui che non la capisce perchè lei è di
un'altra cultura (sottociuto: io sono meglio, che vuoi capire tu) e il
rifugiarsi nel ricordo idilliaco del passato, dell'infanzia, perchè
Qamar di fronte ai problemi, dalla bambina viziata che è, scappa.
Ora una precisazione: capisco il dolore di chi perde un figlio, i sogni
che hai, l'amore per questa persona in divenire, l'infinita sofferenza
della perdita. Ma l'invidia divorante quella spero di no, di non capirla
mai, perchè non c'è nulla di più brutto dell'invidia e del rancore.
Il
ritorno alla realtà è a opera del primo - mai dimenticato? - amore. E
qui davvero l'idealizzazione del passato della protagonista tocca il
fondo: con i sogli di amore eterno con il cugino che però non è lui, è
una idealizzazione infantile di non si sa chi.
Il ritorno ad Amman
(non a caso fatto avvenire in inverno) mette Qamar di fronte alla realtà
della vita in Giordania, ma le fa anche riscoprire valori e affetti che
la patina rosa che aveva suglio occhi non le permetteva di vedere.
La principessa scende - un poco - da trono, e rivaluta le cose che dava
per scontate. Purtroppo non abbastanza perchè alla fine del libro non
mi pare sia del tutto cresciuta: credo che la convinzione che tutto
debba andare come vuole lei sia sempre li.
Tutto sommato il libro
non mi è dispiaciuto, e gli do tre stelle nonostante la protagonista
stronza. A bilanciare i personaggi che mi sono piaciuti: il nonno e la
nonna, Leila, la madre e la sorella di Qamar, soprattutto Giacomo, dolce
e gentile e votato alla santità con una cretina simile come moglie.
Ops... non ne ho trovate altre, a parte la mia che trovate più sotto.
Meno male che c'è la loquacissima Cristina che spesso e volentieri salva la situazione!!!
Francesca 4 stelline
La protagonista è una donna in bilico tra due culture diversissime e non
riesce a decidere a quale è più legata. Italianissima eppure con il
cuore ad Amman, prende decisioni sciocche ed infantili e spesso si
nasconde dietro questo suo essere araba e quindi diversa. Non è un bel
personaggio e quasi nessuna delle sue non-scelte è stata da me
condivisa, ma nonostante l'irritante protagonista il romanzo mi è
piaciuto. Ho molto apprezzato lo stile pulito e fresco, estremamente
piacevole. È curioso che i due personaggi che ho più apprezzato sono
Giacomo e Leila, il primo autenticamente italiano, la seconda
profondamente araba.
Nel corso della serata ci siamo scambiati i libri di Natale e mi sembra che, nonostante la casualità, eravamo tutte molto soddisfatte.
E per finire, prima degli auguri di Buon Natale e Buon Anno, i baci e gli abbracci e altre amenità, abbiamo estratto il libro per il prossimo incontro e l'incombenza è ricaduta su Marilaura che ha proposto CANALE MUSSOLINI di Antonio Pennacchi.
Il prossimo incontro è fissato per MARTEDI' 13 GENNAIO, stesso posto (Trattoria al Torre di Via Cividale) e stessa ora (19.45 circa).
E con questo vi saluto, rinnovo ancora una volta i miei auguri per un sereno 2015 e vi auguro tante, tantissime interessanti letture.
A presto
Francesca
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