Nadia Terranova |
Non abbiamo mai usato lo stesso
dizionario. Parole uguali, significati
diversi. Dicevamo famiglia: io pensavo
a costruire e tu a circoscrivere;
dicevamo politica: io ero entusiasta e tu
diffidente. Io combattevo, tu ti rifugiavi.
Se non ci fosse stata Mara ci saremmo
persi subito, ma almeno non avremmo
continuato a incolparci per le nostre
solitudini. Quando penso agli anni
trascorsi mi sembra che siano andati tutti
al contrario.
Siamo alla fine degli anni '70 a Messina. Due ragazzi come tanti si incontrano all'università, si frequentano, si innamorano. Due opposti che si attraggono: Aurora, studiosa e tranquilla, Giovanni idealista e ribelle. Stanno insieme perchè si amano, ma anche per affrancarsi dalle rispettive origini, dai loro padri. Di destra la famiglia di lei, di sinistra e borghese quella di lui. Presto Aurora si scopre incinta. Inevitabile, anche in tempi ribelli come gli anni '70, il matrimonio, e a breve Mara, la figlia molto amata da entrambi, quella a cui tocca chiudere questo breve romanzo che attraversa - sfiorandolo - uno dei periodi più difficili e tragici della storia recente dell'Italia: gli anni di piombo.
La storia di Aurora e Giovanni si svolge tra il 1977 e il 1989. Dodici anni che in cento pagine faticano a stare. Lo stile dell'autrice, asciutto e piacevole, aiuta la lettura, ma la brevità del testo non lascia spazio all'approfondimento, alla "Storia" che i protagonisti vivono facendosene segnare, ma che al lettore arriva attutita, a spizzichi e mozzichi che non saziano.
Una immagine icona degli anni di piombo. Foto di Paolo Pedrizzetti. |
Aurora si riprende. Raccoglie i cocci e da lì riparte. Torna in Università, ricostruisce la sua carriera, la sua vita. Giovanni si perde quasi definitivamente. Finisce in prigione, poi in comunità di recupero. E' con il lavoro in comunità che ritrova sè stesso, ma è ormai troppo tardi. Gli anni di droga e promiscuità hanno lasciato il segno: prima la sieropositività, poi l'AIDS conclamato non gli lasciano scampo.
E' vero che gli anni di Aurora e Giovanni sono andati al contrario. Non sono riusciti a rimanere assieme, a gestire vita, amore e famiglia. E quando potrebbero riavvicinarsi è troppo tardi.
Immagine panoramica di Messina |
Ho trovato una sola recensione:
Cristina 4 stelline.
La parabola di un amore che nasce e muore durante gli anni di piombo. Il periodo è interessante ma purtroppo la brevità del romanzo non consente approfondimenti o digressioni storiche che ne avrebbero fatto un testo di ben altra caratura.
Così è solo la storia, dal finale triste, di un amore che ha la peculiarità di attraversare, sfiorandolo, un periodo di grandi trasformazioni politiche e sociali del nostro Paese. Come succede al protagonista i grandi slanci non si traducono poi se non marginalmente in azioni e l'amore soffoca più per banale mancanza di impegno che per vere differenze tra i due amanti.
Dovessi giudicare di testa gli dovrei dare 2 stelline (ok, ma non memorabile), ma lo stile di scrittura è proprio quello che piace a me, e me lo sarei letto tutto in un fiato e in una sola seduta, se la mia - di vita - non si fosse intromessa.
Con difetti, ma proprio carino.
Prossimo appuntamento il 5 novembre. Libro del mese: Il tuo sguardo illumina il mondo di Susanna Tamaro.
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