Continua l'interessante rubrica degli "Imperdibili". Questo mese è il turno di Daniela.
Senza induglio vi presento i suoi tre libri preferiti!!!
Fiorirà l'aspidistra di George Orwell
Dovremmo leggerlo tutti intorno ai 27-30 anni, ci
assomiglia così tanto. Pochi di noi sono arrivati ai fatidici 30 senza problemi
e con scioltezza. Pochi di noi non hanno vissuto la famosa “crisi dei
trentanni”.
Orwell è maestro nel descrivercelo, anche se questo è
considerato un romanzo minore, si percepisce tutto il futuro che scriverà.
la famiglia Moskat di Isaac B. Singer
Per quanto un bel tomo
di più di 500 pagine è un romanzo coinvolgente e interessante. Dal punto di
vista culturale e storico, fedele alla vita di quel periodo ma raccontato
all'interno della famiglia. Un libro che non può mancare.
La ballata di Iza di Magda Szabò
Ho rivissuto emozioni
seguite alla morte della mia nonna, con la certezza ormai compresa che anche
lei aveva sofferto moltissimo quando la figlia (mia madre) ha chiuso
definitivamente la sua casa e l’ha portata a vivere con sé, ormai troppo
anziana per autogestirsi ma troppo viva e vitale per essere “badata” in casa
sua da estranei. La protesta velata della nonna era contro la noia delle
giornate e chiedeva continuamente di poter fare qualcosa di bello per passare
il tempo, ma il suo prodigarsi nel fare i letti di tutti, a far da mangiare o
altri lavori di casa cui si era dedicata tutta la vita, veniva visto con
irritazione da mia madre, che non tollerava (lei così precisa e ordinata) di vedere
i letti fatti un po’ sghembi, i pranzi troppo grassi per i suoi gusti, ecc.
ecc. Nemmeno le sue lunghe chiaccherate con le vicine (curiose e pettegole
secondo mia madre) erano tollerate perché c’era sempre la possibilità che la
nonna raccontasse qualcosa di troppo privato che generalmente mia madre teneva
all’interno della propria famiglia. La difficoltà inoltre nell’accogliere, in
una casa con la distribuzione dei ruoli già collaudata, una persona nuova, ha
portato senz’altro ad una confusione generale mal tollerata. La storia della
nonna non è finita tragicamente come quella di Etelka, ma restano le domande
più intime sul nostro modo di scombinare
così fortemente gli ultimi anni della vita delle persone a noi più vicine
arrogandoci il diritto di sapere cosa è meglio per loro o pretendendo che
cambino totalmente i loro ritmi e le loro occupazioni senza rispettare i loro
sentimenti e i loro bisogni di poche ma importanti certezze.
Iza poi è così brava e perfetta da
non capire che Etelka era più legata all’ex marito di Iza che a lei, sua
figlia. Così sicura di aver fatto sempre le cose giuste da rimanere offesa
quando l’ex marito le fa notare la sua incapacità di amare e le ricorda che
anche lui se ne è andato perché cercava un affetto profondo e vero piuttosto
che una posizione sociale più importante ed uno standard di vita moderna.
Un libro bellissimo, commovente,
che pone moltissimi pensieri sulla nostra capacità di amare.
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