Ci siamo riuniti da Daniela,
che ormai da qualche mese ci ospita a casa sua. Eravamo in nove: Daniela,
Maria, Stefania che ha portato anche la sua amica Monica, Claudio, Marilaura,
Katia, Augusta e io, Cristina.
Non sono potute venire Rita
e Francesca, che aveva scelto il libro del mese. Si è quindi riproposta una
situazione ormai abituale, per noi: chi sceglie il libro di rado poi riesce a
venire a parlare del tomo la volta dopo.
La serata era molto calda
quindi la nostra riunione, dopo un rapido spuntino interno, si è presto
trasferita all’aperto, tra i numerosi gatti del quartiere e con la compagnia
della cagnolotta di Daniela, che ci è stata ad ascoltare.
Devo dire che la discussione
sul libro è stata interessante, anche se presto ha preso strade tutte sue che
ci hanno portato a Oscar Wilde, alla critica letteraria italiana e ai viaggi.
Purtroppo il pur notevole
libro di Calvino non è stato molto apprezzato. Temo anzi che a parte Marilaura
e la sottoscritta nessuno dei presenti sia riuscito a finirlo.
Scoglio principale la trama/struttura
del libro, che racconta di un lettore (anzi del lettore per antonomasia, dato
che Calvino si rivolge direttamente a chi ha il volume tra le mani) che
acquista un libro e quando lo inizia si accorge che i capitoli sono tutti
uguali, che c’è stato un errore in fase di rilegatura. Tutto preso dal
desiderio di finire il racconto il protagonista comincia la ricerca del romanzo
completo, ma si trova ad avere tra le mani sempre e soltanto il capitolo
iniziale di un altro romanzo, senza mai poter completare una storia che sia una.
Maria, Augusta, Katia,
Claudio e Daniela hanno interrotto a vari stadi la loro lettura, con Augusta
che arrivando all’ottavo capitolo è stata quella che più si è avvicinata alla
meta. Stefania aveva tentato anni fa l’impresa e, pur avendo apprezzato tutte
le precedenti opere di questo autore, su “Se una notte d’inverno un
viaggiatore” si era incagliata pure lei.
Marilaura, che lo ha letto appena
pubblicato e ha approfittato per rileggerlo, ha particolarmente apprezzato la
capacità di scrittura di Calvino, l’indubbia maestria nel creare dieci storie
diverse più la cornice, tutte con il loro stile. Ha trovato staordinario come
Calvino riesca a catturare l’interesse del lettore abbastanza da farlo
proseguire nella lettura, anche se sa già che la storia non andrà da nessuna
parte, se non a un nuovo inizio.
Sempre che il lettore ce la
faccia a proseguire, ovviamente.
Purtroppo nel nostro caso
non ce l’ha fatta quasi nessuno.
Al fin della fiera, anzi,
della discussione, tutti abbiamo ammirato il talento di Calvino, ma il suo
testo ci ha lasciato freddi, come di fronte a un esperimento o a un esercizio
di stile: magari straordinario da ammirare, ma non coinvolgente. Non abbastanza
da spingerci a finire il libro, almeno.
Recensioni da Anobii:
Cristina 1 stella
Vale 4 stelle, minimo, ma proprio
non mi è piaciuto.
La "qualità" del libro è sicuramente molto
più elevata del voto che gli do, che misura solo ed esclusivamente quanto mi è
piaciuto. La qualità della scrittura, la capacità di modificare il proprio
stile così tanto da rendere ogni capitolo-incipit unico e credibile, anche solo
la struttura del libro sono straordinari, e lasciano ammirati.
Purtroppo io sono una lettrice emotiva, più legata all'empatia
con i personaggi che al resto, e pur ammirando il lavoro di Calvino devo dire
che non l'ho amato affatto. Anzi, non di rado l'ho trovato frustrante e
difficile da leggere.
Stessa emozione che avevo provato anni fa, alla prima
- parziale - lettura.
Resta straordinario il primo capitolo, con la
descrizione dell'entrata in libreria da parte del lettore che ho trovato
esilarante e geniale (chi non ha il suo bravo scaffale di Libri Che Hai Sempre
Fatto Finta D'Averli letti Mentre Sarebbe Ora Ti Decidessi A Leggerli Davvero)
e il capitolo VIII Dal Diario di Silas Flannery, in cui mi sono immersa
felicemente, mentre quasi tutto il resto del libro mi è parso un esperimento.
Interessante ma freddamente clinico.
Credo che Calvino non sia scrittore per me, tuttavia
questo è un libro che consiglio di provare a tutti, per farsi una idea
personale, e per ammirare un testo che è sicuramente miliare nella storia della
letteratura moderna italiana.
Daniela 1 stella
Sul
virtuosismo e le capacità scrittorie di Calvino tanto di cappello, ma io sono
una lettrice e non ho interesse a cimentarmi nella scrittura, quindi questo
libro, che ho presto abbandonato, non mi ha lasciato proprio nulla.Francesca 4 stelle
Ricordavo questo libro, letto una decina di anni fa, come un romanzo piuttosto oscuro, affascinante ma poco coinvolgente. Confermo questa impressione, solo che la rilettura mi ha rivelato una curiosa verità: nella mia memoria, gli stralci di romanzi erano diventati romanzi completi, romanzi che ricordavo vagamente di avere letto, che mi avevano colpito ma dei quali non ricordavo ne' il finale e ne' il nome dell'autore. Leggendolo quindi mi si faceva chiara questa verità nascosta e in me lo stupore diventava sempre più grande.
Dall'inizio alla fine mi sono meravigliata per le straordinarie trovate stilistiche, per la capacità di Calvino di adattare lo stile al genere, all'ipotetico autore e la trama, benchè nebulosa e tutto sommato inesistente, si è snodata sotto i miei occhi come un fascinoso fantasy.
E' un libro che ho amato!
Ci si vede martedì 11
agosto, solita ora, sempre a casa di Daniela.
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