Dopo la perdita della nostra sede storica e prima del trasferimento nella "sede estiva" del gruppo, ci siamo ritrovati a casa di Stefania. Naturalmente ringrazio davvero di cuore Stefania per la disponibilità e l'ospitalità.
All'incontro eravamo in sette: Cristina, Catia, Marilaura, Daniela, Claudio, io (Francesca) e naturalmente la padrona di casa. A metà serata si sono uniti a noi anche i vicini di casa di Stefania, portando un po' di novità e un po' di poesia!!!
Il libro in discussione (CONFESSIONI DI UNA VITTIMA DELLO SHOPPING di Radhika Jha) ha ricevuto commenti contrastanti. A qualcuno è piaciuto molto, a qualcun'altro per niente ma, nonostante tutto, la discussione è stata accesa e animata.
Che titolo idiota!!! Ma perchè mai l'editoria italiana si ostina a
tradurre i titoli di alcuni libri distorcendoli completamente? Il titolo
originale di questo romanzo è "My Beautiful Shadow", "La mia bellissima
ombra" ed era molto più calzante, credetemi, anche se forse meno
accattivante!
Il libro narra la storia di una donna infelice, vacua e disorientata
che, sposatasi giovanissima con un uomo del tutto assente, trova nello
shopping l'unica fonte di felicità.
Alla fine lo shopping diventa dipendenza, una vera e propria droga, che
trascinerà la protagonista all'abbruttimento più totale, alla
prostituzione e all'estremo gesto di disperazione.
Ambientato in una Tokio senz'anima e senza cuore, il romanzo è piacevole da leggere anche se estremamente triste.
Leggendolo ho riflettuto su questo: tutti, chi più e chi meno,
attraversiamo momenti in cui non ci sentiamo del tutto NOI, che ci
rendiamo conto che l'abito che ci siamo cuciti addosso non ci sta poi
tanto bene o non era quello che desideravamo. Capita che ci sentiamo non
del tutto felici o che ci manca qualcosa. La risposta che diamo a
questo senso di vuoto determina la nostra maturità o la qualità del
nostro equilibrio. Cadere nelle spire di una dipendenza, che sia droga o
sia shopping, è la forma meno matura e meno equilibrata di risposta.
E adesso passiamo ai commenti che ho trovato su Anobii.
Ecco il commento di CRISTINA 3 stelle ***
Il libro mi è piaciuto e l'ho trovato davvero ben scritto (meglio
sarebbe dire ben tradotto, forse) e interessante. L'ho scelto perchè
parlava di una dipendenza, quella dall'acquisto compulsivo, che ha
riscosso più interesse in chiave comica che drammatica, con mia somma
irritazione. La serie cui faccio riferimento è così conosciuta che
nemmeno la Sellerio è riuscita a fare a meno di citarla traducendo il
titolo di questo volume, anche se quello originale "la mia bellissima
ombra" è più bello e originale.
Il racconto segue la lenta discesa della protagonista Kayo nel suo
personale inferno, fino alle estreme (e per alcuni aspetti scontate)
conseguenze . Meno scontata (e meno riuscita, secondo me) la virata nel
noir che si coglie solo da metà libro.
Mi è piaciuta la disamina dei rapporti familiari e sociali in Giappone e
la dicotomia (che in parte condivido) tradizione vs modernità, in cui
l'autenticità del sentire e del percepire è a quasi totale favore della
tradizione (vedasi il kimono che viene riconosciuto come davvero bello
vs gli abiti degli stilisti che invece decadono se non indossati, la
vita di città vs la vita di campagna e così via). Su tutto il vuoto
totale interiore della protagonista che dalla vita si lascia trascinare
di qua e di là, incapace di dare una vera sferzata alla propria
esistenza, nonostante le occasioni non le manchino. Lei stessa un'ombra
cui solo gli abiti sembrano dare consistenza.
Spero che i rapporti in Giappone non siano come descritti perchè altro che sotto un treno, altrimenti...
Ecco anche il mio commento FRANCESCA 3 stelle ***
Molto piacevole la lettura e anche molto interessante. E' la storia di
una donna che, come tanti, sente un grande vuoto dentro l'anima ma non
riesce a colmarlo che momentaneamente con acquisti conpulsivi di
abbigliamento firmato. Questo la trascinerà piano piano e
inesorabilmente verso un abisso di follia e di abbruttimento.
La vicenda è ambientata in un Giappone senz'anima, senza rapporti di
amicizia, senza parole e confidenze. Un Giappone fatto di solitudini e
silenzi!
Il finale non l'ho proprio capito.
Ecco il commento di STEFANIA 4 stelle ****
Un libro avvincente e non banale
Nonostante il titolo che ci fa pensare a libri ben più superficiali in cui si elogia di fatto la gioia di buttar via quattrini, in realtà questo libro e' uno spaccato molto interessante della vita giapponese... bellissima l'invenzione della nuova religione del "felicismo" per cui bisogna per forza essere felici, e per farlo si arriva a spese compulsive e fuori controllo. Una versione amplificata e distorta delle nostre stesse compulsioni, in una società in cui, di fatto, le donne non contano niente e sono alla disperata ricerca di distrazioni. Per pagarle sono disposte a tutto, anche all'autodistruzione. Parafrasando un vecchio proverbio, direi che alle volte e' necessario vedere la trave negli occhi degli altri per accorgersi del pagliaio nei nostri, che cresce ogni giorno di più.
Via mail mi arriva anche il commento di MARIA, che da al libro 4 stelline nere, ossia in negativo!!!
Il libro è stato noiosissimo nella prima parte, fino a quando la
protagonista si mette nei guai per comperarsi un kimono superlussuoso. Nella seconda parte la noia si è un po’ stemperata a sfavore di
situazioni sconclusionate. Non c’entrava proprio niente il soggiorno
nel giardino zen e anche il finale è stonato. Perchè il marito le
ha mollato uno schiaffo senza motivo quando ha sopportato e taciuto
fino a quel momento? Io pure gli do quattro stelle, però stelle nere
di non gradimento.
Claudio, "il nostro uomo", ha proposto il titolo per il prossimo incontro: LA FORESTA DEI GIRASOLI di Torey L. Hayden.
Ci incontreremo MARTEDI' 12 MAGGIO alle ore 20.00 a casa di Daniela.
A presto
Francesca
Ciao Francesca, non so perche' Anobii non ti ha fatto vedere la mia recensione. Comunque e' questa:
RispondiEliminaUn libro avvincente e non banale
Nonostante il titolo che ci fa pensare a libri ben più superficiali in cui si elogia di fatto la gioia di buttar via quattrini, in realtà questo libro e' uno spaccato molto interessante della vita giapponese... bellissima l'invenzione della nuova religione del "felicismo" per cui bisogna per forza essere felici, e per farlo si arriva a spese compulsive e fuori controllo. Una versione amplificata e distorta delle nostre stesse compulsioni, in una società in cui, di fatto, le donne non contano niente e sono alla disperata ricerca di distrazioni. Per pagarle sono disposte a tutto, anche all'autodistruzione. Parafrasando un vecchio proverbio, direi che alle volte e' necessario vedere la trave negli occhi degli altri per accorgersi del pagliaio nei nostri, che cresce ogni giorno di più.