giovedì 12 settembre 2013

Infiniti tasti...



All'incontro di martedì 10 settembre si è discusso il breve monologo di Baricco: Novecento.
Presenti: Maria Grazia, Cristina, Stefania, Dino and me.
Avendo visto il bellissimo film di Tornatore alcuni anni fa, la mia lettura ne è stata inevitabilmente influenzata: ad ogni pagina vedevo Tim Roth che suonava il piano, che camminava sul ponte della nave o che parlava con altri personaggi.
Il libro è molto bello e come ogni testo teatrale, lascia largo spazio alla fantasia e all'immaginazione, solo che nel mio caso era la fantasia e l'immaginazione di Tornatore.
Forse il film è più bello del libro. Anzi, direi che possiamo togliere il forse! Ed è rarissimo che questo avvenga.
Gli infiniti tasti di un mondo infinito spaventano Novecento, che preferisce restare tutta la vita sulla nave ad assaggiare la vita solo per sentito dire, 2000 persone alla volta. E quando la nave, ormai vetusta, viene dismessa e fatta saltare in aria, il protagonista preferisce saltare in aria anche lui.
E non ha mai visto veramente il mare!!!



Qui il link per vedere il monologo finale del film... bellissimo!
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La recensione di Cristina su Anobii
 Qui il mondo passava, ma a duemila persone per volta.
50 pagine (pure a caratteri belli grossi) per raccontare una vita non vissuta, un uomo che non esiste, se non nella musica che suona. Il migliore pianista del mondo. Che la paura di vivere tiene rinchiuso su una nave, sull'Oceano. In perenne oscillazione tra un continente e l'altro, e che non mette mai piede a terra perchè la terra è troppo grande.
Non un libro, ma un testo teatrale. Come testo teatrale funziona. Penso. Su Youtube c'è tutto il monologo, ed è bello, ma la voce dell'attore non la sopporto. Bravo, ma ha un tono e un accento irritanti.
Come libro direi che funziona meno. Non so, mi sembra uno di quei casi in cui non è il libro, è il lettore che fa la differenza. Per qualche strano motivo il lettore vede significati infiniti, racconti meravigliosi, grandi evoluzioni letterarie dove, invece, ci sono solo 50 striminzite paginette. Dove non succede nulla.

La recensione di Maria Grazia su Anobii
 Probabilmente il miglior Baricco, dato che, per una volta, le parole raccontano una storia e non solamente loro stesse.
Una storia bellissima, da cui è strato tratto un film bellissimo, infinitamente superiore al libro.
Nel film c'è solo la storia, e non il tentativo delle parole di soffocarla.

La mia recensione su Anobii
Una vita interamente vissuta su una nave. Una vita in simbiosi con una nave. La nave è il suo mondo, la sua dimensione, la sua tastiera, la sua tavolozza. Il resto fa paura, meglio lasciar perdere.
Quando, dopo molti anni di vita oscillante, il protagonista decide di scendere sulla terra ferma, succede qualcosa. Sul terzo gradino della rampa che dovrebbe portarlo all'esterno, Novecento scorge il mondo, quello che non ha mai conosciuto ma di cui sembra sapere tutto e vede una tastiera troppo grande, una tavolozza con colori infiniti, uno spazio troppo vasto e decide di ritornare indietro. Non può suonare la sua musica in una tastiera infinita... Solo su una tastiera finita, di 88 tasti, si possono suonare infinite melodie!


Cambiando decisamente discorso...
Il libro che è stato scelto per il prossimo incontro è:
EL ESPECIALISTA DE BARCELONA di Aldo Busi.



Il romanzo è stato proposto da Maria Grazia.
Ci incontriamo MARTEDI' 15 OTTOBRE , alla Trattoria al Torre di Via Cividale alle ore 20.00
Come sempre, patatine come se piovesse!!!

A presto
Francesca


domenica 1 settembre 2013

Piacere... Cristina!


Rosa, rosa, roooooooosa. Quanto mi piace il rosa. In tutte le sue varietà, sfumature, variazioni.
Di rosa non mi vedrete mai vestita (oddio, dipende da quanta poca voglia avevo di stirare, qualche maglia rosa ce l'ho). Tuttavia cerco di resistere, anche perché l'effetto sarebbe questo:

tranne che io non sono bionda, e non ho gli occhi azzurri. Ah, ho anche le orecchie più piccole.
Mi presento. Cristina, impiegata, diversamente giovane. ^_^
Leggo da quando mi ricordo. Per farvi capire quanto vi racconto un aneddoto: nonostante la mia veneranda età mia madre riesce ancora a ricattarmi ricordandomi le lunghe, infauste, terribili ecc... ecc.. ore di travaglio. Dice che non volevo uscire. Secondo me era perché non avevo ancora finito il capitolo!
facezie a parte, ho davvero imparato a leggere presto, sui tre anni, sulle riviste presenti in casa. Grand Hotel, Intimità, Consigli Pratici, tutto ciò che era a stampa era mio anche se non adatto alla mia età, temo (a discolpa dei miei, appena se ne sono accorti mi hanno messo in mano roba colorata e con grosse letterone. Ma volete mettere l'ebrezza di un Grand Hotel d'annata, con torbide storie d'amore di cui non capivo una cippa?). Comunque, dato che si trattava di libelli pieni di pettegolezzi e storie d'amore che prima dell'inevitabile lieto fine facevano passare all'eroina le pene dell'inferno, ben difficilmente potevo uscirne appassionata di fisica quantistica. Col tempo ho ampliato i miei orizzonti di lettrice, ovviamente, tanto che di quando in quando mi avventuro anche in territori inesplorati quali saggi e manuali. Ma la mia preferenza va alla lettura d'evasione, quella colorata: il nero, il giallo e soprattutto il ROSA.
Apro una parentesi su quanto sia bistrattata, in genere, la letteratura rosa. Alcuni lettori (ed è una delusione vedere che esistano molti, moltissimi lettori dalla mente così ristretta) pensano che il romance sia indegno di essere letto. Quasi che se ti piace leggere rosa tu sia un poco tonta, o comunque una sognatrice, incapace di relazionarti con il mondo in maniera adeguata. come dire che se leggo molto gialli o thriller poi me ne vado in giro a borseggiare vecchiette o ciullare biciclette nei parcheggi.
Come in tutti i generi c'è rosa e romance, ci sono libri scritti bene e boiate pazzesche. Purtroppo devo ammettere che nel mio amato rosa le boiate sono la stragrande maggioranza.
Eh, si.
Pur amando il genere, devo dire che anche a me, spesso, le corte braccine cadono a terra, e mi viene voglia di lanciare i libri nella differenziata.
E visto che di libri è molto più divertente parlare male che bene, i miei interventi a seguire saranno mirati a parlare male, malissimo del mio adorato genere e dei suoi tanti, tantissimi ma divertentissimi stereotipi.
Per la prima fase, quella di presentazione, credo sia tutto.
A presto

Cristina