domenica 22 giugno 2014

La città dei ladri

Si può scrivere un libro su un avvenimento tragico come l’assedio di Leningrado durante la seconda Guerra Mondiale e farlo mescolando la tragedia allo humor? David Benioff con La città dei ladri ci prova sicuramente.  


 Dopo una breve premessa ambientata ai giorni nostri, che narra la genesi del volume e lascia sottintendere che il libro racconta la storia dei nonni dell’autore, si piomba direttamente in una Leningrado sotto assedio, ormai stremata e alla fame. Il protagonista, il diciasettenne Lev, viene beccato a depredare il cadavere di un tedesco e arrestato. In prigione incontra l’altrettanto giovane Kolya, un disertore, altro personaggio principale del racconto. Il giorno dopo ai due viene proposto un accordo: se troveranno la dozzina di uova necessaria per la torta nuziale della figlia del Generale che controlla la città potranno avere salva la vita.

La città dei ladri racconta proprio il viaggio di Lev e Kolya alla ricerca delle sfuggevoli uova, prima in Città e poi fuori, nella campagna russa coperta di neve. Il loro percorso, gli incontri che fanno, descrivono con precisione la tragedia di una città allo stremo dove, come spesso accade, il meglio e il peggio degli uomini percorrono a braccetto la stessa strada.                                                          Alcuni momenti leggeri e divertenti (il Gallo Ciccina!) rendono forse ancora più dolorosi quelli in cui invece si raccontano episodi tragici e crudeli.

Alla serata eravamo presenti in sei: Daniela (che ci ha ospitato nella sua bellissima casa), Marilaura, Rita, Monica, Stefania e la sottoscritta, Cristina. Assente purtroppo Francesca, bloccata a casa da un malanno. Data la mancanza di WiFi, assenti anche MariaGrazia e Cristina (aka Gonza Basta), da Berlino. Un peccato davvero, visto che il libro lo aveva proposto proprio Cristina.                             La discussione si è svolta davanti a sei belle pizze: causa campionati mondiali di calcio infatti la nostra solita sede era off limits. Il trasferimento però si è rivelato davvero provvidenziale. La casa di Daniela è accogliente, così come i suoi tanti animali: due allegri cagnoloni e cinque gatti giocherelloni. Una volta risolto il problema connessione sarà davvero tutto perfetto.

In generale il libro è piaciuto: unica critica severa da parte di Rita che ha trovato la trama leggera e il libro in alcune parti troppo violento e un poco volgare. Pur concordando (ci sono alcuni episodi davvero cruenti), abbiamo comunque tutte commentato che si tratta di un buon romanzo di formazione, con personaggi simpatici e realistici. Se dovessimo utilizzare un termine attuale questo romanzo potrebbe essere un ottimo Young Adult: forse non lo rileggeremo ma sicuramente potremmo consigliarlo a un pubblico giovane (ohibò, più giovanedi noi, almeno).                                               Di seguito le recensioni rintracciabili su Anobii e Goodreads:

MariaGrazia, 4*:

L'assedio nazista di Stalingrado, ovvero il momento in cui il corso della storia, che sembrava voler consegnare l'Europa al reich millenario, è cambiato.
L'eroismo di quella città martire, dei suoi abitanti indomiti, che ha insegnato di nuovo agli invasori una lezione evidentemente non ben compresa ai tempi di Napoleone. All'interno di questa cornice eroica c'è una storia piccola, per certi versi tragicomica, che mostra come persino all'interno di una città assediata e che muoredi fame c'è chi muore un po' di più e chi un po' di meno. Ed ecco che una improbabile coppia di eroi, un soldato disertore e un ragazzino beccato a saccheggiare un cadavere tedesco, viene mandata in missione per conto di un alto capo del partito, missione assurda e per certi versi un po' ignobile, che però permetterà ai due di mostrare di che pasta sono veramente fatti.        Tra tutti i personaggi emerge quello di Kolja, il soldato disertore, un autentico russo come se ne trovano nei romanzi di Tolstoj.                                                                                                       Avrebbe meritato cinque stelle, non fosse stato per qualche congiuntivo sbagliato di troppo nella traduzione italiana.

Cristina (aka Gonza Basta) 4*

Questo é veramente un bel libro, peccato perché fino all'ultimo ho sperato nella salvezza di tutti, ma era evidente che la storia aveva altri programmi.
Un ragazzo e un disertore attraversano le linee di assedio a San Pietroburgo (ai tempi Leningrado) per cercare 12 uova che faranno la torta di nozze di un generale russo. Detta cosí non sembra niente di
eccezionale, ma Kolya e Lev sono due di quei personaggi a cui spesso si torna a pensare.

Francesca (aka Cicabuma) 5*

Romanzo perfetto. Mi è piaciuto praticamente tutto: ambientazione,personaggi, storia, stile. Pur nella sua brevità, il romanzo è comunque ricchissimo di avvenimenti e colpi di scena. Inaspettato, sorprendente, avvincente. Era tanto tempo che non leggevo con tanto gusto.

Cristina 4*

In una continua alternanza di commedia e tragedia, il racconto segue la ricerca da parte del protagonista, Lev, e di quello che diventa il suo migliore amico, Kolja, di una dozzina di uova. Sono dodici uova da cui dipende la loro vita e trovarle sembra impossibile, perché siamo a Leningrado durante l'assedio della città da parte dei nazista durante la seconda guerra mondiale.
La scrittura di Benioff è semplice ed essenziale, e il tono allegro e ironico di alcune parti nulla toglie alla tragicità delle altre. Anzi, direi che la prima sottolinea la seconda rendendola ancora più realistica. La paura che permea ogni attimo in una città sotto assedio, la fame, gli espedienti, la solidarietà che tiene in vita la speranza, la crudeltà della guerra e l'orrore in cui si può incappare anche solo aprendo una porta invece di un'altra ci sono tutte,ma ci sono anche attimi in cui la tensione si scioglie e si può divertirsi leggendo dei continui battibecchi tra Lev e Kolja, diversi come il giorno e la notte, ma amici veri, anche se per poco, troppo poco.
Gli incontri si susseguono continui, buoni, cattivi, coraggiosi e vigliacchi, figure tragiche e comiche tutte contribuiscono a fornire il ritratto di Leningrado in cui si vive di terrore, ma non senza speranza nel futuro e in una vittoria contro un nemico che pare invincibile.
Il libro è, secondo me, davvero molto bello, ed ha il pregio di essere breve (forseè una mia impressione, ma ultimamente vedo in giro malloppazzi da cinquecento pagine minimo) e di scorrere veloce, ma di essere tutt'altro che superficiale. Unico appunto, la partita a scacchi che mi pare espediente già usato, e l'eccessiva ripetizione di riferimenti alle attività digestive o alla mancanza di
esse da parte di Kolja. Una, due volte è divertente. Tre è già troppe volte.

Daniela (aka Emilia) ha dato a La città dei ladri 4 stelline. Per
Marilaura e Monica era da 3*, voto di Rita non pervenuto ma credo fosse in negativo ^___^, e
Stefy? Beh, Stefania in altre letture affaccendata si è avvalsa della facoltà di non leggere il libro ma ha giurato e spergiurato che lo farà non appena possibile!

E ora il libro del prossimo mese: Guerreros di William Gibson.



Ci incontreremo martedì 15.07.2014, alle ore 20:00 a casa di Daniela.

Buone letture a tutti!

Cristina