giovedì 29 dicembre 2016

Lo schiavista

“Potremmo star qui a discutere in eterno riguardo a ciò che costituisce l’uguaglianza di fronte alla legge, così come viene definita proprio da quegli articoli della Costituzione che l’imputato è accusato di aver violato. Nel tentativo di riportare in vita la propria comunità attraverso la reintroduzione di norme, come la segregazione razziale e la schiavitù, che, data la storia culturale dell’imputato stesso, hanno finito, nonostante la loro pretesa incostituzionalità e inesistenza, con il definire tale comunità, l’imputato ha fatto emergere una debolezza fondamentale nel modo in cui noi, in quanto americani, sosteniamo di considerare l’uguaglianza. “Non mi importa se sei nero, bianco, marrone, giallo, rosso, verde o viola”. L’abbiamo detto tutti. In teoria questa affermazione doveva dimostrare che la nostra visione delle cose era priva di pregiudizi, eppure chiunque di noi, se venisse dipinto di viola o di verde, sarebbe fuori di sé dalla rabbia. Ed è questo ciò che sta facendo l’imputato. Ci sta dipingendo tutti, sta dipingendo questa comunità di viola e di verde, per vedere chi ancora crede nell’uguaglianza.”
Il libro di dicembre è Lo schiavista di Paul Beatty, libro che ha vinto diversi premi prestigiosi quali il National Book Critics Circle Award e il Man Booker Prize.
Copio la sinossi della trama dalla terza di copertina: So che detto da un nero è difficile da credere, ma non ho mai rubato niente. Non ho mai evaso le tasse, non ho mai barato a carte. Non sono mai entrato al cinema a scrocco, non ho mai mancato di ridare indietro il resto in eccesso a un cassiere di supermercato". Questo l'inizio della storia di Bonbon. Nato a Dickens - ghetto alla periferia di Los Angeles - il nostro protagonista è rassegnato al destino infame di un nero della lower-middle-class. Cresciuto da un padre single, controverso sociologo, ha trascorso l'infanzia prestandosi come soggetto per una serie di improbabili esperimenti sulla razza: studi pionieristici di portata epocale, che certamente, prima o poi, avrebbero risolto i problemi economici della famiglia. Ma quando il padre viene ucciso dalla polizia in una sparatoria, l'unico suo lascito è il conto del funerale low cost. E le umiliazioni per Bonbon non sono finite: la gentrificazione dilaga, e Dickens, fonte di grande imbarazzo per la California, viene letteralmente cancellata dalle carte geografiche. È troppo: dopo aver arruolato il più famoso residente della città - Hominy Jenkins, celebre protagonista della serie Simpatiche canaglie ormai caduto in disgrazia -, Bonbon dà inizio all'ennesimo esperimento lanciandosi nella più oltraggiosa delle azioni concepibili: ripristinare la schiavitù e la segregazione razziale nel ghetto. Idea grazie alla quale finisce davanti alla Corte Suprema.

A discutere del libro (pasteggiando e bevendo allegramente) eravamo in sette: Rita, Monica, Marilaura, Daniela, Cristina, Stefania e Zaffira ma solo Cristina e Monica lo hanno finito. Le altre sono state tutte stroncate dallo stile di scrittura, moooooolto americano. Tanto che la sensazione è quello di un monologo di un comico (di colore) che racconta la sua storia piena di episodi assurdi, anche divertenti all'inizio, ma che alla lunga stancano. La storia stessa è eminentemente "americana", piena di citazioni, riferimenti, situazioni e chi più ne ha più ne metta che - almeno per noi - solo chi conosce bene gli Stati Uniti e le infinite sfumature della loro cultura, anzi delle infinite culture che compongono il cosiddetto melting pot americano, può comprendere appieno.
Purtroppo nessuna di noi pare disporne.
Il cast del telefilm Simpatiche canaglie, molto citato nel libro
Per curiosità ho dato una occhiata alle critiche su Goodreads e devo dire che i lettori USA danno, in media, una ottima valutazione al libro, il che parrebbe confermare che il backgroud culturale del lettore in questo caso incide parecchio nel piacere (o non piacere) della lettura.
Ho trovato, data la resa della maggior parte di noi, solo le recensioni di Monica e Cristina. Entrambe danno al libro 2 stelline.

Monica (aka La verde Monica)
Troppo americano.
Idea interessante quella sviluppata in questo libro dal titolo rivelatore, ma di difficile lettura e comprensione, nonostante il tono ironico utilizzato.
Troppo americano per essere compreso fino in fondo da chi americano non è
.

Cristina
Libro difficile, almeno per me. Non ho difficoltà ad ammettere che non c'ho capito molto, intriso com'è di una americanicità che credo solo un nativo o chi gli USA li conosce bene può capire veramente. La scrittura è, secondo me, pregevole, piena di giochi di parole e citazioni. Peccato che con me fossero tutte sprecate, dato che sono italiana, bianca (anzi, na mozzarella proprio), femmina, borghese e, fortunatamente, non sono mai stata discriminata in vita mia, o se lo sono stata non me ne sono accorta. L'ho finito, ma è stato per senso del dovere. Gli ultimi capitoli aiutano a capire il libro ma l'epifania arriva un filino troppo tardi.

Durante la serata ovviamente non abbiamo parlato solo di libri ma abbiamo allegramente e serenamente parlato di noi, di festività, di alberi di Natale, di gatti e di lavoro, come giustamente si fa quando si incontrano gli amici. E in piena amicizia ci siamo scambiati i libri del Babbo Natale libresco, tutti ben impacchettati, devo dire, anche se come ci ha ricordato Daniela la prossima volta li impacchettiamo tutti in un quotidiano, così sarà garantita la completa anonimicità dello scambio.
A me, devo dire, è andata bene, ho pescato un libro che volevo leggere da molto :).

Libro di gennaio, invece, sarà La bellezza delle cose fragili di Tayie Selasi:

Prossimo appuntamento martedì 17 gennaio 2017, a casa di Zaffira, alla solita ora.
Buone letture a tutti!

giovedì 8 dicembre 2016

Babbo Natale libresco!

E' Natale, siamo riusciti a ritagliarci una serata anche in questo mese gremito di impegni e allora riproponiamo una bella iniziativa: il Babbo Natale libresco.
Ciascuno di noi la prossima serata porterà, misteriosamente impachettato, un libro.
Non importa se sia nuovo, usato, riciclato, se sia uno dei nostri preferiti o non ci sia piaciuto affatto, se sia stato scelto con cura o solo perchè ci piaceva la copertina.
Durante la cena il libro sarà messo, assieme agli altri, sulla tavola e ciascuno prenderà - a caso - un pacchetto.
Se la pesca sarà felice, bene, altrimenti pazienza.
Ho presto capito che ciò che a me non piace è per un altro un inestimabile tesoro.
A ciascuno il suo libro, a ogni libro il suo lettore.

:)