venerdì 22 luglio 2016

Crimini in Islanda..

Islanda... a guardare le immagini sui cataloghi e sul web è un posto meraviglioso (cosa di cui non dubito), pieno di sole (qui dubito parecchio) e pieno di gente felice. Recenti sondaggi giurano che gli islandesi sono il popolo più felice sul pianeta, come se la felicità fosse una costante misurabile nel tempo.
In una vecchia intervista un famoso giallista nordico disse che ben difficilmente il giallo nordico avrebbe avuto successo alle nostre latitudini e che su al Nord il romanzo poliziesco è usato per fare critica sociale. Credo fosse Mankell, ma la memoria mi abbandona e negli anni la categoria dei giallisti nordici si è allargata a dismisura e ora comprende autori che vanno dall'olandese all'islandese passando per Svezia e Danimarca come se fossero un tutt'uno. Comunque sul primo punto si è sbagliato alla grande (buon per lui e per i suoi diritti d'autore), sul secondo ha indubbiamente ragione visto che tutti ma proprio tutti i gialli nordici letti ritraggono a tinte fosche rapporti umani, lavorativi e situazione sociale dei luoghi narrati. Non che il giallo italiano, tanto per dire, descriva tutto come se fossero rose e fiori ma manca - o manca in quelli da me letti - sta cappa di sfiga e infelicità.
Un grande gelo di Arnaldur Indriðason inizia con l'omicidio di un bambino. Il bimbo è figlio di un uomo islandese e di una donna thailandese quindi le indagini affrontano la questione razziale, il rapporto del popolo islandese con queste persone che arrivano da altre nazioni e che, a volte, rifiutano addirittura di imparare la lingua, men che meno di adattarsi agli usi e alla cultura del paese che li ospita ma anche li rifiuta. Alla fine la soluzione del giallo è tragicamente banale, come a dire che il male non ha poi bisogno di grandi gesti o di grandi motivazioni. Lo trovi ovunque, in qualunque ambiente e in qualunque situazione.
Martedì eravamo a ranghi ridotti, visto il periodo estivo e alcuni impegni concomitanti dei membri del Club di lettura; eravamo presenti in cinque: Rita, Daniela, Monica, Marilaura e Cristina oltre a Zaffira che ci ospita.
La serata era estremamente piacevole e abbiamo gustata l'ottima cena in giardino, alla luce delle candele. La discussione si è concentrata più che sul libro sull'argomento trattato ovvero su immigrazione, accoglienza, razzismo. Di fatto problemi che stiamo tragicamente affrontando anche in Italia. La lettura del racconto ha evidenziato aspetti del popolo islandese che non ci aspettavamo. L'idea generalmente diffusa è che i paesi nordici siano evoluti e quindi più preparati di noi ad affrontare le problematiche sociali. Invece, pare dirci Indriðason, tutto il mondo è paese.
Complessivamente il libro ci è piaciuto anche se come giallo lo abbiamo trovato deludente. Come ha ben riassunto Rita: non è granchè ma il suo mestiere lo ha fatto.

Il prossimo mese riunione atipica, ci vedremo a casa di Daniela per una cena molto informale o per un gelato martedì 23 agosto.

Il libro del mese è stato scelto da Rita ed è La ballata di Iza di Magda Szabó.