mercoledì 17 settembre 2014

Romanzo o Dossier?

Nella Depandance della casa di Daniela abbiamo trascorso una piacevolissima serata, intorno ad un tavolo apparecchiato, davanti ad una pizza fragrante e a bevande fresche e deliziose.
Presenti: Io (Francesca), Stefania, Cristina, Marilaura, Rita, Monica, naturalmente la padrona di casa Daniela e per la prima volta Maria.
Come al solito abbiamo parlato del più e del meno e abbiamo accolto nel gruppo Maria, una deliziosa signora non vedente che ci ha parlato dell'affascinante mondo degli audiolibri e della sua passione per la letteratura.
A circa metà cena abbiamo affrontato la discussione del libro del mese: LA STRADA CELESTE di Xinran.





Pur nell'assenza di qualsiasi entusiasmo, i giudizi sono stati discordanti.
Marilaura è stata sicuramente la più convinta nella difesa del libro, io e Cristina invece non l'abbiamo salvato, se non forse nell'originalità della storia.
Xinran non è una scrittrice, è una giornalista e questo si sente, e non poco, tra le pagine del suo libro. Un modo di raccontare freddo, da mera cronaca, senza coinvolgimento emotivo, senza pathos ma anche senza l'esattezza storica e cronologica che un dossier giornalistico dovrebbe avere.
Ne carne, ne pesce. Ne questo, ne quello!!!
Chi si aspetta un romanzo su una straordinaria storia d'amore,  su una donna che lascia la Cina per andare alla disperata ricerca del marito disperso nel Tibet, resterà deluso. Chi si aspetta di leggere un resoconto storico sull'invasione cinese del Tetto del Mondo, resterà ugualmente deluso

Resta comunque la bella storia di una donna straordinaria... anche se indubbiamente mal raccontata.
E adesso passiamo ai commenti dei partecipanti.

Cominciamo con quello di Cristina ***
Non so, non mi ha convinto.
L'ho letto volentieri, e pure in fretta, ma non mi sono mai immedesimata, non mi ha mai coinvolto. La storia scorre un poco sottotono nella grandiosità dei paesaggi e degli avvenimenti, ma la protagonista mi sembra un poco un pesce nell'acquario, si muove ma al rallentatore.
Spazi immensi e diversità culturale non possono non aver inciso, ma in alcune parti la cronologia del racconto mi ha lasciato molto perplessa: trenta anni per scoprire cosa è davvero successo al marito, e in pochi mesi ritrova l'amica rapita anni prima e lo spasimante di questa?
Gli scherzi del destino sono crudeli, ma la cosa mi è parsa forzata.
Altra parte che non mi ha convinto del tutto: vieni adottada da una famiglia nomade, e non fai uno sforzo per imparare immediatamente la lingua? Anzi ci metti secoli a imparare a esprimerti e sei persa quando ti rapiscono l'amica? Se davvero volevi trovare la verità su tuo marito forse ti dovevi impegnare un poco di più.
Tuttavia la parte relative agli anni passati coi nomadi, la loro cultura, la risoluzione del mistero sul marito, e infine la conclusione - sospesa - del racconto mi sono piaciute.
Peccato la mancanza di coinvolgimento della narratrice che snocciola fatti, ma non riesce a dare vita al racconto che rimane sempre a metà tra romanzo e racconto giornalistico, con risultati che secondo me sono scarsi in entrambi i casi. Non è abbastanza emotivo per un romanzo, non ha abbastanza informazioni per un articolo giornalistico.
Forse avrebbe aiutato, nella versione italiana, un'appendice che illustrasse i fatti storici e la cultura dell'epoca, a integrazione del racconto.

Adesso Stefania ***e mezzo
Molto interessante e scritto in modo scorrevole. Racconta la vita di una donna cinese che si reca in Tibet per ritrovare il marito soldato scomparso e vi rimane 30 anni. L'unica cosa che mi ha colpita negativamente nel libro è una sorta di distacco, apparente mancanza di empatia anche se l'autrice sostiene di essere stata molto presa dalla storia... sembrano figurine di carta che si muovono su uno schermo piatto... non soffri con la protagonista anche se le sue vicende sono terribili, guardi come dall'esterno. Forse il problema è mio ed è esclusivamente culturale.Tre stelle e mezzo.

Ecco il mio commento Francesca **e mezzo
La storia è interessante ma credo che l'autrice abbia perso una bella occasione. Avrebbe potuto scrivere un meraviglioso romanzo sul Tibet dei nomadi, sulla spiritualità buddhista, su un grande amore finito in modo eroico... invece quello che ho letto è una storiella, raccontata come una fredda cronaca, senza emozione, pathos o partecipazione.
Ci sono poi un paio di cose che non capisco: perchè la protagonista ci ha messo 30 anni per avere notizie del marito? Ci ha messo 20 anni per ambientarsi ed imparare la lingua? Non conosco il Tibet ma immagino che gli spostamenti siano difficili e la vita dura, ma francamente mi sembra ci sia stata, nella protagonista, una buona dose di inettitudine. La seconda cosa che non mi torna è questa: alla fine del libro l'autrice spiega che il romanzo è frutto di 10 anni di studi sul buddhismo tibetano, per cercare di capire la loro profonda spiritualità. Ok, brava. Tutto quello che sai tirare fuori è il Mantra <Om mani padme hum> e quattro notizie sulla loro dottrina? Forse in oriente hanno tempi lunghi rispetto ai nostri, ma anche in questo caso 10 anni mi sembrano una assoluta eternità!!!

Daniela ha dato al romanzo due stelline, non pervenuti i commenti di Marilaura, Rita e Monica.
Purtroppo, per problemi tecnici, non ci siamo collegati con la nostra "filiale berlinese" e quindi non ci sono pervenuti i commenti di Maria Grazia e Gonza, ma la prossima volta ritorneremo alla Trattoria e sicuramento riusciremo a collegarci per risentire nuovamente le voci delle nostre amiche "straniere"!
Approposito di "prossima volta": per festeggiare l'imgresso nel gruppo di Maria, abbiamo lasciato che proponesse lei il libro per il prossimo incontro... RESTA CON ME di Elisabeth Strout.





Il prossimo incontro sarà MARTEDI' 14 OTTOBRE, ore 19.45 circa presso la TRATTORIA AL TORRE di Via Cividale.
A presto e BUONE LETTURE

Francesca