sabato 22 giugno 2019

Mattatoio n. 5.

Kurt Vonnegut
E' così breve, confuso e stonato, caro Sam, perché non c'è nulla di intelligente da dire su un massacro. Si suppone che tutti siano morti, e non abbiano più niente da dire o da pretendere. Dopo un massacro tutto dovrebbe tacere, e infatti tutto tace, sempre, tranne gli uccelli. 

Mattatoio n. 5, di Kurt Vonnegut, è dedicato al bombardamento di Dresda, avvenuto tra il 13 e il 15 febbraio 1945, ed è in larga parte autobiografico. 
Amercano, ma di lontane origini tedesche, Vonnegut partecipò alle seconda guerra mondiale come volontario. Prigioniero di guerra fu portato a Dresda dove assistette al bombardamento della città.  

Dresda - 1945
Rubo da Wikipedia:

Il bombardamento notturno della RAF creò una "tempesta di fuoco", con temperature che raggiunsero i 1500°C. Lo spostamento di aria calda verso l'alto e il conseguente movimento di aria fredda a livello del suolo, crearono un fortissimo vento che spingeva le persone dentro le fiamme .... Col passare delle ore, il vento caldo sempre più forte e l'altissima temperatura non permisero più alcuno spostamento: l'aria calda degli incendi dei vecchi quartieri attirava aria fredda dalla periferia, provocando una potentissima corrente d'aria che a tre ore dal bombardamento si trasformò in un ciclone. L'equipaggio di un bombardiere statunitense, tornato nelle ore successive, vide arrivare a 8000 metri travi di legno e ogni tipo di materiale, sollevato da una forte corrente ascensionale.

L'inferno in terra, probabilmente. 
Anche se il bombardamento non causò le 135.000 vittime inizialmente indicate (stime recenti parlano di 30.000 morti civili e mi paiono più che sufficienti), l'obiettivo sostanzialmente civile e l'inutilità dello stesso a fini bellici lo rese - all'epoca - uno degli episodi più criticati a livello di opinione pubblica. E' interessante, quindi, che ben poco se ne parli ora, anche se in parte può essere dovuto al fatto che Dresda ricadde nell'area sovietica, nel dopo guerra, tanto che la ricostruzione della Città prese impulso veramente solo dopo la riunificazione tedesca, nel 1989.

La scorsa serata eravamo ben nove a dividere il desco, in un torrido martedì di giugno. E' stata, come sempre, una bella serata.
Purtroppo non così bella la lettura...
Il libro lo hanno finito Marilaura, Cristina e Monica, ma con fatica. Se non sbaglio lo hanno letto anche Lia e Stefania (vado a memoria). Iniziato ma lasciato da Rita.
Trafalmadoriano 
La commistione tra fantascienza e racconto di guerra - per noi - non ha funzionato. Pur apprezzandone la struttura, l'ironia di alcuni passaggi e la capacità di illustrare l'assurdità della guerra partendo da episodi minori, i continui passaggi e salti temporali, la ripetizione infinita di alcune frasi e l'assurdità di alcune scelte narrative ci hanno stroncato.
Come dice Monica probabilmente è un libro che deve essere riletto per essere apprezzato. Peccato che nessuno di noi voglia farlo.

"Ma lei non ha intenzione di scriverlo, questo, vero?" Non era una domanda; era un'accusa. "Io... io non so" dissi. "Be', lo so io" fece lei. "Fingerà che eravate degli uomini anziché dei bambini, e poi ne tireranno fuori un film interpretato da Franck Sinatra e John Wayne o da qualcun altro di quegli affascinanti vecchi sporcaccioni che vanno pazzi per la guerra. E la guerra sembrerà qualcosa di meraviglioso, e così ne avremo tante altre. E a combatterle saranno dei bambini come quelli che ho mandato di sopra."

Due recensioni due:
Monica: 3 stelline e mezza:
La guerra è talmente una cosa assurda che descriverla cosí, scegliendo di alternare, su più piani temporali, il massacro europeo, i marziani e le visioni provocate da un incidente aereo, sembra una cosa senza senso. Non ho capito niente, ma credo che sia proprio questo il senso del libro. L'assurdità di molte umane azioni.
Cristina: 2 stelline
Lato positivo: è breve.
L'ho scelto come libro del mese del club di lettura di cui faccio parte. Sapevo sarebbe stata una lettura ostica ma per molti è stata davvero ardua.
L'ho finito e gli riconosco ottimi spunti e un certo qual fascino letterario che razionalmente trovo inspiegabile ma che persiste anche a conclusione della faticosa lettura.

Leggendo critiche e recensioni su Anobii e Goodreads direi che è un libro destinato a dividere, che non lascia però indifferenti. Più che il racconto è la commistione fantascienza - realtà che ci è risultata ostica. Uno stile probabilmente superato o comunque a noi non affine.

Libro del prossimo mese: Il grande Bob di Georges Simenon.


Si può ascoltare anche on line, sul sito di Rai Radio 3.

Ci vediamo martedì 9 luglio.