domenica 21 luglio 2019

Il grande Bob

Georges Simenon
Che cosa si sa degli altri in definitiva quando non si sa granché di se stessi?

Bob è morto. Suicida. Una fine lucidamente pensata, inattesa da tutti. Bob il simpatico, Bob il piacione, Bob il clown si è dato la morte nella Senna, una domenica mattina, fingendo di andare a pescare. Ha fatto le cose per bene, cercando di farlo sembrare un incidente. Ma era grosso Bob, ha dovuto legarsi la corda due volte alla caviglia e lì si è tradito.
Ma chi era Bob, veramente?
A quanto pare non lo sa nessuno, non gli amici che ne conoscevano sfacettature ma non il passato, non la sorella che vedeva di rado, non le amanti che aveva, nemmeno la mogli Lulu, che lo amava e lo accettava per quello che era ma che non lo capiva.
La Senna a Tilly
Alla ricerca di chi era Bob, anzi, di chi sia stato il grande Bob, va il suo medico. Interrogando se stesso prima, e i vari conoscenti di Bob poi, il dottore scopre (almeno in parte) la verità su Bob e sul perchè si è ucciso. Una scoperta tutto sommato banale che è il motore che muove la storia ma che non ne rappresenta il centro. Quello è dato dal percorso, dalla vita dei vari personaggi che si affacciano alla storia e ci raccontano chi, per loro, era Bob. 
Una vita ai margini per molta parte di loro, come ai margini è il quartiere dove si svolge la storia. Non alta borghesia, non malavita, ma un mondo in bilico tra virtù in piena vista e vizi nascosti negli androni bui e negli appartamenti squallidi delle lavoranti.
Un palcoscenico in cui si muovono personaggi quasi tutti sgradevoli, primo fra tutti proprio la voce narrante del libro.
Ero tentato di dirle in faccia la verità una volta per tutte. 
 Di metterla davanti alla cruda realtà, davanti alla sua vera immagine e davanti alla mia. Forse abbiamo torto di non farlo.

Serata estiva a ranghi un po' ridotti. Eravamo in cinque da Miffi. Una serata come sempre piacevolissima, che ci ha visto discutere - ma non troppo - un libro del grande Simenon.
Autore prolifico (a dire poco) universalmente conosciuto per aver inventato il personaggio del Commissario Maigret, ha scritto centinaia di libri rimanendo però sciacciato, almeno in parte, dal suo personaggio principale. Destino che lo accomuna a altri famosi scrittori di polizieschi.
Dalla prosa scarna, ma piacevolissima, Il grande Bob non rientra nella produzione migliore dell'autore.
Nonostante i personaggi abbastanza sgradevoli (si salvano dall'ipocrisia generale e generalizzata la sorella di Bob e il figlio di questa e Lulu, che assume il ruolo di figura tragica del racconto) il libro scorre veloce e ha, tutto sommato, una fine soddisfacente per quanto banale. Una lettura piacevole ma non indimenticabile.
I personaggi di rilievo sono il medico - io narrante (che ha non poche ombre) e Lulu, la moglie di Bob. Giovane e sbandata, incontra Bob per caso e in un certo senso ne segna il destino anche se nelle decisioni di Bob non si intromette mai, limitandosi ad amarlo e accettarlo. Anche lei non lo conosce bene, dimostrando, se possibile, ancora di più la solitudine di un uomo che poteva avere tutto ma ha voltato le spalle a un destino sicuro e alto borghese mantenendo fede, fino in fondo, al ruolo che si era dato.
Alla fine Bob ha vissuto e è morto come ha voluto. Il suo tentativo di non far pesare il suo destino su Lulù però, non funziona. Lulù si lascia morire anche lei, per rimanere fedele al ricordo di lui. 

Libro del prossimo mese (se le ferie ci consentiranno di vederci) è Mars Room di Rachel Kushner. Scelto da Annarita.

Buone ferie a tutti.