mercoledì 20 dicembre 2017

La ragazza del secolo scorso

Lei perché ha lottato?
Perché vivere per accettare il mondo così com'è non vale la pena.

Ecco, in questo brevissimo scambio di battute tratto da un'intervista di Rossana Rossanda all'Huffington Post (ma anche dalla lettura di altre brevi interviste, come quella di Repubblica, ad esempio) traspare più passione politica che in tutto La ragazza del secolo scorso che pure avrebbe permesso alla scrittrice di raccontare di se e parallelamente dell'Italia del dopoguerra, un periodo di profonde trasformazioni, tutto sommato pieno di speranza e, per quanto difficile, sicuramente più felice di quello attuale.

Purtroppo invece lo stile pesante e a tratti noioso rendono la lettura molto lenta, in aperta opposizione con il frenetico progredire dell'Italia degli anni sessanta del secolo scorso.

Il libro prende avvio con la nascita dell'autrice (una delle intellettuali e politiche più conosciute del secolo scorso, militante prima nel PCI e poi ne Il Manifesto) nei primi anni venti. La descrizione della vita familiare dei primi capitoli fa ben sperare e scorre veloce. E' con la presa di coscienza politica che il racconto si appesantisce di nomi e riunioni e congressi di cui, francamente, se ne potrebbe fare tranquillamente a meno tanto si scordano subito.
La citazione, priva di approfondimento e contestualizzazione rende al lettore non edotto (o non coevo della Rossanda) la lettura difficoltosa. O passi la vita a cercare chi era chi e cosa ha fatto o proprio non comprendi cosa sta succedendo.
Omissioni (volontarie o meno) nel racconto, e una discreta ma ripetuta tendenza a evitare eventi spinosi o scabrosi fanno il resto.
Invece che un racconto di militanza e impegno politico si legge un lungo elenco di riunioni, inframmezzato, questo si, di qualche interessante intermezzo sul mutare, rapidissimo, di società e costumi. Ne esce il ritratto di una donna di cui non abbiamo compreso se la carriera sia stata frutto di decisioni o di un mero essere presente al momento giusto nel posto giusto.

L'opinione generale è stata che il libro offrisse buoni spunti per conoscere un periodo storico inportantissimo della nostra società ma che poi quegli stessi spunti non siano stati sfruttati. Lettura piatta, quindi, anche se in qualche misura informativa. Purtroppo non abbastanza.

Ci si rivede martedì 9 gennaio, a casa di Zaffira.

Librio del mese: Il canto della piaura di Kenta Haruf, proposto da Annarita.