mercoledì 4 dicembre 2013

L'India non è un paese per donne

All'incontro del 3 dicembre si sono unite al gruppo due nuove amiche: Rita e Marilaura.
BENVENUTE, BENVENUTE.
Peccato che, causa riunione non prevista, la nostra solita saletta un po' appartata è stata occupata da altre persone e noi siamo stati relegati nel bar, dove la confusione si sprecava! A parte questo, bella compagnia, discussione accesa e anche risate.
Abbiamo discusso il libro della scrittrice indiana Anita Nair, CUCCETTE PER SIGNORE.

I commenti non sono stati entusistici ma nemmeno troppo severi. Tutto sommato un romanzo che per noi donne occidentali è difficile da comprendere, abituate ormai ad una relativa parità tra i sessi.
Un'altro libro tutto al femminile che avevamo letto insieme era stato "L'albergo delle donne tristi" e da subito i due romanzi sono stati messi a confronto ma mentre le protagoniste della Serrano ne escono assolutamente massacrate, le sei donne della Nair sono assolte e giustificate.
Come dice bene Cristina nel suo commento che più sotto riporto, L'India non è un paese per donne.
Una cosa che ha colpito in negativo è stata la fine: l'emancipazione di Akhila passa attraverso il sesso occasionale con uno sconosciuto. Piuttosto sconvolgente e anche inverosimile per una donna che fino a 45 anni ha vissuto all'ombra della sua famiglia, timorosa e timorata del giudizio altrui e schiacciata da mille sensi di colpa!
Al termine della serata ci siamo scambiati i libri ed è stata una piccola festa!
Presenti alla serata: Cristina, Francesca (io), Stefania, Daniela, Maria Grazia, Francesco e per la prima volta Rita e Marilaura.

Ed ecco il commento di Cristina.
 Mi arrendo. Non ho i riferimenti culturali per valutarlo questo libro. Se lo faccio filtro il racconto attraverso la mia  esperienza di zitella occidentale 45enne, impiegata. E c'è un abisso tra me e Akhila, anche se pure la mia di famiglia e la società in cui vivo mi ha caricato di sensi di colpa abominevoli. O, più correttamente, anche io ho permesso alla mia famiglia e alla società in cui vivo di caricarmi di infiniti e inutili sensi di colpa.
Se devo valuare le storie le trovo una più triste dell'altra, non solo per le crudeltà e le cattiverie che queste sei donne sono state obbligate a subire dal destino, ma soprattutto per le crudeltà e le cattiverie che la loro condizione di vittime sacrificali le obbliga a compiere. Cattiverie e crudeltà che sono sempre subdole, mai dirette, sono colpi alla schiena della vita. Fossero crudeltà oneste sarebbero comprensibili: così non c'è speranza per niente e per nessuno. 

Tutte si adattano, si piegano, si curvano alla vita che le schiaccia, e nel curvarsi spargono veleno. E' così che vivono le donne in India, nel mondo? E' a questa miseria che sono condannate, che siamo condannate? 
La nostra vita è diversa, ma è sempre più un abdicare al nostro ruolo di creazione, di nutrizione, di centro (e non parlo di figli e famiglia, ma proprio di vita), ruolo che alle protagonsite del libro viene imposto con estrema violenza. Apparentemente alle donne occidentali non lo è, ma quali altri ruoli, quali altri compiti ci vengono martellati in testa? Quali altre parti dobbiamo recitare?
Dato che razionalmente non ne esco, recensisco di pancia? E allora devo dire che Akhila è una Cenerentola al cubo sfruttata dalla famiglia di cui si deve assumere la responsabilità, che butta alle ortiche l'unica possibilità di essere felice perchè ha paura del giudizio degli altri (e la capisco, sinceramente) e che alla fine, banalissimamente, come simbolo della ribellione contro la famiglia e il destino crudele si porta a letto un 25enne. Si può essere più banali di così, Anita Nair? 
Che le donne raccontate nel libro sono una più infida dell'altra? Quella che si attacca al marito perchè non ha altro, l'altra che lo ingrassa come un maiale per controllarlo (invece di avvelenarlo come meriterebbe), la più terribile di tutte che dice che abbandonare il figlio in una fabbrica (con tutte le conseguenze del caso) per ricavarne i soldi per pagarsi una operazione era "destino"? Non era destino, era scelta. E tutti dobbiamo portare il peso delle nostre scelte. Tutti.
No, proprio non ho la preparazione culturale per capirlo questo libro, e probabilmente il mio giudizio è ingiusto e sbagliato, ma per me non va oltre le due stelline. Velate di ignoranza, annebbiate dall'incomprensione, ma sempre due sono.
Una cosa però l'ho capita: l'India non è un posto per donne. 

Riporto qui anche il mio commento scritto su Anobii.
Più che bello, questo romanzo è carino. Nulla di più!!!
Sei donne, molto diverse tra loro, con delle storie alle spalle di autocastrazione e silenzi. Uno spaccato della società indiana, con le sue tradizioni e i suoi costumi, con i suoi orrori e le sue grazie, i colori dei sari, gli odori e le fragranze delle sue pietanze (alla fine del romanzo ci sono anche parecchie ricette della tradizione!!!!) e la sua persistente barbarie.
Se le mogli non si immolano più sulla pira del marito defunto, però continuano a immolarsi o autoimmolarsi in mille altre maniere e se non sei moglie, ma semplicemente donna, devi comunque vivere all'ombra di un padre, un fratello o un parente.
Questa è la storia di una emancipazione, forse tardiva, ma certamente benedetta! 


E adesso parliamo del prossimo appuntamento.
Purtroppo Maria Grazia ci lascia. Va a vivere in Germania e quindi non sarà più dei nostri... almeno in carne ed ossa! Cercheremo di collegarci ugualmente con lei attraverso Skype in modo da essere sempre insieme anche se distanti. Il prossimo appuntamento sarà quindi un po' High Tech!
Il libro, scelto dalla nuova arrivata Marilaura è:

CATE, IO  di Matteo Cellini


Ci vediamo MARTEDI'  14 GENNAIO alle ore 20,00, sempre presso la Trattoria al Torre di Via Cividale.
Nel frattempo vi auguro BUON NATALE E BUON ANNO!!!

A presto
Francesca

giovedì 14 novembre 2013

Allegria!!!!

Parlare di suicidio non è facile, ma Arto Paasilinna lo ha fatto con ironia e leggerezza.
Il romanzo è piaciuto quasi a tutti. Unica voce fuori dal coro quella di Cristina (più sotto trovate la sua recensione).



Presenti alla serata di martedì 12 novembre: Daniela, Maria Grazia, Cristina, Stefania, Francesca (io) e Francesco.
Abbiamo come al solito parlato di libri e letture e mangiato affettati e patatine fritte in allegria, prima di affrontare il tema della serata, ossia il romanzo PICCOLI SUICIDI TRA AMICI di Arto Paasilinna.

Per quanto mi riguarda posso dire che ho riso tanto e sorriso ancor di più.
Nessun personaggio però mi è rimasto attaccato; non ricordo il nome di alcun protagonista ma ricordo, e molto bene, la bella atmosfera che caratterizzava il gruppo dei "suicidandi anonimi", i morituri, che allegramente attraversano l'Europa nella vana ricerca di un posto suggestivo e romantico dove porre fine alle loro esistenze con un bel suicidio di massa. La ricerca è vana perchè, in fondo in fondo, nessuno ha realmente intenzione di uccidersi. Quello di cui hanno bisogno è stare in compagnia, parlare dei loro problemi, condividere con altri i dolori della vita perchè il vecchio detto, mal comune mezzo gaudio, è assolutamente vero!
Il romanzo è ambientato in Finlandia, paese votato al suicidio. Su una popolazione di 5 milioni di abitanti circa, ogni anno 1500 persone si tolgono la vita e chissà quante ci hanno almeno provato. Parliamo di veri esperti, sapete!!!
Tirando le somme: romanzo godibile, divertente che però non mi ha lasciato quasi nulla, se non la eco di una risata che si perde in una valle svizzera o su un promontorio del Portogallo!

Ed ecco a voi la recensione di Cristina:
"Finito a fatica.
L'idea iniziale, di ridere sulla morte e sul suicidio (che pare essere un problema notevole in Finlandia) era molto buona, ma è naufragata in un racconto non lineare, fatto a episodi: alcuni sono simpatici, altri semplicemente noiosi.

Secondo me il problema maggiore è che i personaggi non esistono, sono a stento tratteggiati tanto che l'autore gli deve appiccicare sempre una didascalia (la vicepreside Helena Puusaari, il collonnello Kemppainen, il trasportatore Korpela) altrimenti non ti ricordi chi sono e cosa fanno, ma soprattutto perchè diavolo si vogliono suicidare.
Che poi alla fine non si suicidino è scontato, e che tornino alla loro vita - di fatto meno miserabile del previsto - pure. Ma anche in questo caso le varie storie sono tirate via, senza approfondimento.
Rimangono alcuni momenti divertenti: gli impiegati che chiedono il pagamento anticipato per l'annuncio di ricerca dei suicidi perchè pensano che questi non saranno vivi per pagare, dopo; Il viaggio a Capo Nord; Le tre finlandesi che si danno alla pazza gioia in Alsazia e dichiarano di essere svedesi...
Ma è davvero troppo poco.
Non so come sia la versione originale, ma credo che anche la traduzione non abbia aiutato: in italiano questo libro ha lo stesso brio di una marcia funebre" 


Durante la serata abbiamo anche scelto il libro per il prossimo incontro:

CUCCETTE PER SIGNORA di Anita Nair. Il libro è stato proposto da me (Francesca).
Ci incontriamo, sempre alla Trattoria al Torre di Via Cividale, MARTEDì 3 DICEMBRE alle ore 20.00.

Per anticipare un po' il Natale, faremo lo SCAMBIO LIBRI; quindi ricordatevi di portare un libro che avete amato e che desiderate divulgare, opportunamente incartato e anonimo. Al termine della serata il caso avrà scelto per voi che cosa leggere sotto l'albero!!!

A presto
Francesca
 

martedì 15 ottobre 2013

El Especialista: si... no... ni...






Sorprendente questo Especialista... Che lettura e che fatica!!!
Stanca del Busi Interructus (dei cinque libri che in tutta la mia vita ho defenestrato senza terminarli, due sono proprio del buon Aldino!!!), mi sono imposta a forza di terminare l'Especialista.
Me lo sognavo pure di notte. Ho iniziato il 26 di settembre e ho finito il 14 ottobre: una vita!
Ma sono felice di averlo fatto. E' stato come scalare una montagna. Appena parti sei piena di entusiasmo, a metà salita cominci ad avere il fiatone, un po' più su ti chiedi sinceramente "chi me l'ha fatto fare?" ma poi, giunto alla cima sei felice, soddisfatto. Il panorama non era un gran che... tanta fatica per nulla alla fine.
Ciò che mi è rimasto è niente. Una cattedrale di parole, un fuoco d'artificio di geniale capacità linguistica, la sensazione che sia stato solo un pretesto per parlare di se, la certezza che Aldo si piace immensamente... o si... come si piace!!!
Ho sottolineato molte frasi in questo romanzo (Romanzo? Autobiografia? Sfogo? Presa per il culo?), ma sono aforismi, cammei isolati, piccole perle di saggezza che vivono anche separate dal resto.
L'inizio mette alla prova con questi periodi infiniti che ti tolgono il fiato e che ti fanno perdere il filo e la pazienza. Ma se si riesce a superarli, se come dice Maria Grazia, accetti il fatto che è una presa per i fondelli e ti diverti, poi la lettura diventa più facile. Non per me; io ho ancora bisogno di una storia, di una trama, di bei personaggi... e qui bei personaggi non se ne vedono. Abbiamo un nanetto malefico con tacco da 20 dentro e fuori, un fidanzato del nanetto che provoca il nostro Busi e deflora le nipotine, una ex moglie scrittrice di romanzetti erotici che si sposa un ragazzino, le nipotine che diventano divette della Lap Dance, dei genitori che non si capisce da dove escono e che cosa facciano... Un personaggio davvero interessante, pur nei suoi eccessi, è la Fata della Candeggina, Hada Espejismo. Cito Aldino: "...bisognava mettere insieme Evita Peron, Grace Kelly, Margaret Thatcher, Imelda Marcos, Dolores Ibarruri versione monarchica, Marlene Dietrich, il beato Josemaria Escrivà de Balaguer, Madonna e monsignor Ersilio Tonini per fare una donna così.
Che donna!
Infatti non lo era."

Faticoso, divertente, ironico, geniale, irritante, irriverente, strano... in una parola affascinante.

Alla serata eravamo in cinque: Maria Grazia, Cristina, Stefania (che si è arenata a pag. 14 o 15, non ricordo bene), io (Francesca) e per la prima volta Daniela...


Inserisco qui anche la recensione che Cristina ha scritto su Anobii... La sottoscrivo in pieno, soprattutto quando parla dell'abbraccio e della badilata:


Premetto che è il mio primo libro di questo autore che conosco più per gli interventi televisivi e le polemiche che quasi sempre solleva con detti interventi che per le sue capacità di scrittore.
Lascia abbacinati la capacità di usare, piegare, modellare la lingua italiana a proprio uso e consumo. Non c'è parola, frase, punteggiatura che non sia utilizzata in maniera sapiente, studiata, pensata in questo romanzo.
Se un libro fosse solo parole dovrei dargli non solo cinque stelline, ma sei, sette, forse pure dieci. Ma anche un vocabolario è pieno di belle parole. Lo definirei mai un buon libro? No.
Ed è questo il mio problema con questo libro scritto benissimo: ho fatto una fatica immane a finirlo. Non ha trama, la storia che racconta è poco più di una scusa per raccontare di se, riempirci di aforismi e divagazione che poco o nulla aggiungono al racconto se non una desolante tristezza davanti ad un vissuto che deve essere stato difficile e solitario, davanti a una vita che non mi fa rimpiangere nemmeno un momento la mia, mediocre forse, ma certo più serena.
Sarò cretina, ma avessi l'autore qui un abbraccio glielo darei, poi ovviamente anche una badilata in testa, ma questo è altro discorso che non dovrebbe entrare in una recensione come questa.
Restano parecchie frasi che assurgono tranquillamente al ruolo di aforismi, e una certa piacevole ironia nel descrivere cose e persone e abitudini.
E la faticaccia per arrivare alla fine.
Un consiglio per chi vuole leggere questo libro, ma ha difficoltà ad andare oltre le prime dieci pagine. Tenete duro. Dopo migliora e ingrana.

Abbiamo estratto il libro per il prossimo incontro:

PICCOLI SUICIDI TRA AMICI di Arto Paasilinna.

Ci incontriamo il 12 novembre, sempre alle ore 20.00 e sempre alla Trattoria al Torre di Via Cividale a Udine.

Buona lettura a tutti e alla prossima

Francesca

giovedì 12 settembre 2013

Infiniti tasti...



All'incontro di martedì 10 settembre si è discusso il breve monologo di Baricco: Novecento.
Presenti: Maria Grazia, Cristina, Stefania, Dino and me.
Avendo visto il bellissimo film di Tornatore alcuni anni fa, la mia lettura ne è stata inevitabilmente influenzata: ad ogni pagina vedevo Tim Roth che suonava il piano, che camminava sul ponte della nave o che parlava con altri personaggi.
Il libro è molto bello e come ogni testo teatrale, lascia largo spazio alla fantasia e all'immaginazione, solo che nel mio caso era la fantasia e l'immaginazione di Tornatore.
Forse il film è più bello del libro. Anzi, direi che possiamo togliere il forse! Ed è rarissimo che questo avvenga.
Gli infiniti tasti di un mondo infinito spaventano Novecento, che preferisce restare tutta la vita sulla nave ad assaggiare la vita solo per sentito dire, 2000 persone alla volta. E quando la nave, ormai vetusta, viene dismessa e fatta saltare in aria, il protagonista preferisce saltare in aria anche lui.
E non ha mai visto veramente il mare!!!



Qui il link per vedere il monologo finale del film... bellissimo!
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La recensione di Cristina su Anobii
 Qui il mondo passava, ma a duemila persone per volta.
50 pagine (pure a caratteri belli grossi) per raccontare una vita non vissuta, un uomo che non esiste, se non nella musica che suona. Il migliore pianista del mondo. Che la paura di vivere tiene rinchiuso su una nave, sull'Oceano. In perenne oscillazione tra un continente e l'altro, e che non mette mai piede a terra perchè la terra è troppo grande.
Non un libro, ma un testo teatrale. Come testo teatrale funziona. Penso. Su Youtube c'è tutto il monologo, ed è bello, ma la voce dell'attore non la sopporto. Bravo, ma ha un tono e un accento irritanti.
Come libro direi che funziona meno. Non so, mi sembra uno di quei casi in cui non è il libro, è il lettore che fa la differenza. Per qualche strano motivo il lettore vede significati infiniti, racconti meravigliosi, grandi evoluzioni letterarie dove, invece, ci sono solo 50 striminzite paginette. Dove non succede nulla.

La recensione di Maria Grazia su Anobii
 Probabilmente il miglior Baricco, dato che, per una volta, le parole raccontano una storia e non solamente loro stesse.
Una storia bellissima, da cui è strato tratto un film bellissimo, infinitamente superiore al libro.
Nel film c'è solo la storia, e non il tentativo delle parole di soffocarla.

La mia recensione su Anobii
Una vita interamente vissuta su una nave. Una vita in simbiosi con una nave. La nave è il suo mondo, la sua dimensione, la sua tastiera, la sua tavolozza. Il resto fa paura, meglio lasciar perdere.
Quando, dopo molti anni di vita oscillante, il protagonista decide di scendere sulla terra ferma, succede qualcosa. Sul terzo gradino della rampa che dovrebbe portarlo all'esterno, Novecento scorge il mondo, quello che non ha mai conosciuto ma di cui sembra sapere tutto e vede una tastiera troppo grande, una tavolozza con colori infiniti, uno spazio troppo vasto e decide di ritornare indietro. Non può suonare la sua musica in una tastiera infinita... Solo su una tastiera finita, di 88 tasti, si possono suonare infinite melodie!


Cambiando decisamente discorso...
Il libro che è stato scelto per il prossimo incontro è:
EL ESPECIALISTA DE BARCELONA di Aldo Busi.



Il romanzo è stato proposto da Maria Grazia.
Ci incontriamo MARTEDI' 15 OTTOBRE , alla Trattoria al Torre di Via Cividale alle ore 20.00
Come sempre, patatine come se piovesse!!!

A presto
Francesca


domenica 1 settembre 2013

Piacere... Cristina!


Rosa, rosa, roooooooosa. Quanto mi piace il rosa. In tutte le sue varietà, sfumature, variazioni.
Di rosa non mi vedrete mai vestita (oddio, dipende da quanta poca voglia avevo di stirare, qualche maglia rosa ce l'ho). Tuttavia cerco di resistere, anche perché l'effetto sarebbe questo:

tranne che io non sono bionda, e non ho gli occhi azzurri. Ah, ho anche le orecchie più piccole.
Mi presento. Cristina, impiegata, diversamente giovane. ^_^
Leggo da quando mi ricordo. Per farvi capire quanto vi racconto un aneddoto: nonostante la mia veneranda età mia madre riesce ancora a ricattarmi ricordandomi le lunghe, infauste, terribili ecc... ecc.. ore di travaglio. Dice che non volevo uscire. Secondo me era perché non avevo ancora finito il capitolo!
facezie a parte, ho davvero imparato a leggere presto, sui tre anni, sulle riviste presenti in casa. Grand Hotel, Intimità, Consigli Pratici, tutto ciò che era a stampa era mio anche se non adatto alla mia età, temo (a discolpa dei miei, appena se ne sono accorti mi hanno messo in mano roba colorata e con grosse letterone. Ma volete mettere l'ebrezza di un Grand Hotel d'annata, con torbide storie d'amore di cui non capivo una cippa?). Comunque, dato che si trattava di libelli pieni di pettegolezzi e storie d'amore che prima dell'inevitabile lieto fine facevano passare all'eroina le pene dell'inferno, ben difficilmente potevo uscirne appassionata di fisica quantistica. Col tempo ho ampliato i miei orizzonti di lettrice, ovviamente, tanto che di quando in quando mi avventuro anche in territori inesplorati quali saggi e manuali. Ma la mia preferenza va alla lettura d'evasione, quella colorata: il nero, il giallo e soprattutto il ROSA.
Apro una parentesi su quanto sia bistrattata, in genere, la letteratura rosa. Alcuni lettori (ed è una delusione vedere che esistano molti, moltissimi lettori dalla mente così ristretta) pensano che il romance sia indegno di essere letto. Quasi che se ti piace leggere rosa tu sia un poco tonta, o comunque una sognatrice, incapace di relazionarti con il mondo in maniera adeguata. come dire che se leggo molto gialli o thriller poi me ne vado in giro a borseggiare vecchiette o ciullare biciclette nei parcheggi.
Come in tutti i generi c'è rosa e romance, ci sono libri scritti bene e boiate pazzesche. Purtroppo devo ammettere che nel mio amato rosa le boiate sono la stragrande maggioranza.
Eh, si.
Pur amando il genere, devo dire che anche a me, spesso, le corte braccine cadono a terra, e mi viene voglia di lanciare i libri nella differenziata.
E visto che di libri è molto più divertente parlare male che bene, i miei interventi a seguire saranno mirati a parlare male, malissimo del mio adorato genere e dei suoi tanti, tantissimi ma divertentissimi stereotipi.
Per la prima fase, quella di presentazione, credo sia tutto.
A presto

Cristina

lunedì 19 agosto 2013

Novecento di Alessandro Baricco


Questo è il libro scelto per il prossimo incontro: "Novecento" di Alessandro Baricco.
Il romanzo è stato proposto da Stefania (Ste Gent).
Per la data dell'incontro siamo in forse. All'inizio si pensava di vedersi il 3 settembre ma essendo alcune persone impossibilitate quel giorno, proponevo su Anobii la data del 10 settembre.
Vi terrò aggiornati.
Il luogo e l'ora invece sono confermati: Trattoria al Torre di Via Cividale (Udine) alle ore 20.00.
A presto

AGGIORNAMENTO:

è ufficiale. La data è stata spostata.
Ci incontriamo MARTEDI' 10 SETTEMBRE, stesso posto, stessa ora.
Patatine come se piovesse!!!


martedì 6 agosto 2013

Doppio in tutto!!!



Premetto immediatamente che il libro non sono riuscita a leggerlo, quindi farò una mera cronaca di ciò che si è detto ieri sera approposito del libro in questione: Critica della ragion criminale, di Michael Gregorio.
Pur nella calura estiva e nell'umida afa, eravamo in cinque: Dino, Cristina, Francesco, Maria Grazia and me!
Maria Grazia svela immediatamente che Michael Gregorio non è uno scrittore, ma una coppia, marito e moglie: Michael G. Jacob e Daniela De Gregorio (e io che pensavo fosse uno scrittore americano di origini italiche!!!).
Subito scopro che è una storia ambientata agli inizi dell'800, in piena epoca napoleonica. Le tinte sono cupe, le ambientazioni nebbiose e oscure.
Emerge che il libro viene maggiormente apprezzato se letto come romanzo storico, mentre se viene affrontato come libro giallo presenta numerose lacune e svariati difetti.
Vi lascio la lucida e simpatica recensione di Cristina. Un assaggio del suo stile e di quello che spero prima o poi riesca a scrivere per arricchire e rendere più interessante questo blog.
Io aspetto con ansia e curiosità.
Intanto beccatevi questo!!!

"Lento e noioso, con un investigatore (uomo onesto e timorato di Dio, con famiglia amorevole e obbligatorio segreto doloroso al seguito) che non ne imbrocca una nemmeno se l'indizio gli viene messo davanti con tanto di freccia al neon.
Sono arrivata faticosamente alla fine e non mi sono chiare nè le motivazioni dei delitti nè il ruolo di Kant negli stessi (ho capito il come, ma il perchè fornito non mi convince per nulla. Insomma, mi sono sciroppata 450 pagine, il finale che sia col botto, almeno. Qui non raggiunge nemmeno la sfiatina).
L'unica cosa che mi è chiara è che anche se inventassero la macchina del tempo, non vorrei mai e poi mai andare a Konigsberg, Prussia, nel 1804.
E manco prima o dopo.
La miseria umana e civile che emerge da questo racconto è desolante; non si salva nemmeno il buon Stiffenis (gioco di parole con "stiffen" magari? Wow, che trovata), che vorrebbe essere illuminato ma non lo è, capace ma non lo è, retto ma non lo è. Questo non lo rende nè migliore nè peggiore di alcuno, solo umano, ma mentre altri autori riescono a dare ai loro protagonisti, anche quelli "fallati", una qualche eroicità, o quanto meno a far provare al lettore una certa simpatia, qui no.
Vien solo voglia di lasciarlo in mezzo alla nebbia e sperare che i lupi facciano la loro parte.
Come il duo Michael Gregorio (pare sia lo pseudonimo di due scrittori, marito e moglie) sia riuscito a scrivere (e pubblicare) altri tre romanzi di questa serie non so. Magari nei prossimi libri la capacità narrativa migliora.
PS: se a qualcuno interessa... è stato il maggiordomo ^_^. Cioè, dico, sembra una battuta! Ma è davvero stato il maggiordomo (licenziato, ma non è che cambi tanto)."

mercoledì 24 luglio 2013

Nuovi collaboratori


Il blog si è arricchito di nuovi collaboratori.
Presto Dino e Cristina apporteranno il loro prezioso contributo a questo blog e sono certa che insieme creeremo qualcosa di bello e interessante.
Le idee non mancano... magari fa difetto il tempo, ma noi non abbiamo fretta!!!
A presto con interessanti novità.

Francesca

mercoledì 10 luglio 2013

Banalizzando un po!!!


La parola che sicuramente si è sentita più spesso rimbalzare da una parte all'altra del tavolo, ieri sera, è stata "banale".
Eppure questo romanzo mi era piaciuto quando, cinque anni fa, lo lessi la prima volta!
Quello che al tempo avevo trovato potente e illuminante, alla seconda lettura è risuonato stonato e, appunto, banale.



Scritto da Marcela Serrano nel 1997, "L'albergo delle donne tristi" racconta i dolori di 20 donne (in realtà solo di alcune ci viene narrata la storia) che, nel tentativo di capire e superare la tristezza, si rifugiano per tre mesi in una grande casa nello sperduto arcipelago di  Chiloè, nel sud del Cile.
Si capisce immediatamente, senza bisogno nemmeno di grandi sforzi, che il loro primo e più grande problema è il rapporto con gli uomini. Mariti, compagni, amanti... sembrano tutti assolutamente incapaci di soddisfare queste donne-bambine-bamboline che sembrano essere state messe li nell'attesa del Principe Azzurro che venga a tirare la cordicella per farle muovere.
Alcune di queste bamboline sono colte, spesso ricche e un paio sono famose, eppure la loro autostima è ridotta all'osso. Per Floreana, la tristissima protagonista, l'unica soluzione al problema sembra essere la castità (ma daiiii!!!!) mentre per Tona e Angelita l'omosessualità (e questa, tutto sommato, mi sembra già una soluzione più godibile!!!). E le altre? Si dice poco o nulla, ma non si intuiscono grandi illuminazioni o fioriture di autostima.
Dalla discussione di ieri sera è emerso che fondamentalmente queste donne non si amano... e se tu non sei la prima ad amarti, come puoi pretendere che lo facciano gli altri?
La storia d'amore tra Floreana e Florian, il fighissimo dottore del paesello, è prevedibile fin dalle prime battute. L'unico stralcio di romanzo che è stato salvato dall'impietosa analisi è quello del "Tango to Evora", ma francamente è un po' pochino.
Ho letto l'analisi di Cristina su Anobii e siccome l'ho trovata ironica, intelligente e divertente, vi invito a leggerla...
All'incontro eravamo in sette: Maria Grazia, Cristina, Stefania, Giulia, Dino (l'unico uomo presente), io (Francesca) e per la prima volta Adriana.


Comunque, cambiando discorso...
Abbiamo scelto il libro per il prossimo mese.


"Critica della ragion criminale" di Michael Gregorio.
Il libro è stato proposto da Giulia.
Ci incontriamo martedì 6 agosto sempre alla Trattoria al Torre alle 20.00

Patatine come se piovesse!!!
A presto
Francesca

domenica 30 giugno 2013

Nuove letture



L'elenco dei libri da leggere per le prossime volte è tutto da rinnovare.
La domanda è: scegliere a caso tra una lista di titoli proposta dai partecipanti o studiare un percorso che abbia un senso logico?
Al prossimo incontro ne parleremo.
A me non dispiacerebbe prendere in considerazione delle realtà letterarie poco conosciute, come la letteratura cinese o indiana oppure africana o australiana.
Non so praticamente niente di queste realtà e sarebbe bellissimo andare ad esplorare.
Mettiamo il naso in questi libri???
A presto



venerdì 7 giugno 2013

L'albergo delle donne tristi


All'incontro del 6 giugno è stato estratto il romanzo di Marcela Serrano - L'ALBERGO DELLE DONNE TRISTI.

Ci incontriamo al solito posto, martedì 9 luglio, sempre dalle 20.00 alle 22.00 circa.

Mi raccomando, non mancate!!!
E naturalmente vi aspetto per il pic-nic domenica 16 giugno.
A presto
Francesca

Il naso nei libri

 
 
Chi siamo?
Siamo quelli che passano ore nelle biblioteche o nelle librerie, quelli che leggono in tutti i luoghi possibili.... siamo quelli che leggono anche mentre girano il risotto o sono sull'autobus... siamo quelli che fai felici se gli regali un libro, che rinunciano a tutto ma non ad un bel romanzo... insomma, siamo quelli che hanno sempre "il naso nei libri".
 
Cosa facciamo?
Condividiamo questa passione incontrandoci periodicamente, per discutere e confrontarci.
Il libro scelto viene letto da tutti e all'incontro successivo raccontiamo le nostre impressioni, se ci è piaciuto oppure no e perché, che emozioni ha suscitato in noi, quale personaggio ci ha colpito di più e che cosa il libro ci ha donato.
Al termine dell'incontro, viene estratto a sorte, da un elenco proposto dagli stessi partecipanti al Gruppo di Lettura, un altro libro che verrà letto e discusso all'incontro successivo.... e così via!!!
 
Come si fa a partecipare?
Se sei di Udine o dintorni e hai la passione dei libri e sei interessato a partecipare, invia una mail all'indirizzo
 
 
Ti risponderemo inviandoti tutte le informazioni necessarie.
I requisiti richiesti ai partecipanti, oltre naturalmente alla passione per la lettura, sono serietà, costanza, buona educazione e partecipazione.
A presto