mercoledì 10 giugno 2015

Distratti dal cibo... o forse è il libro che...

Comincio subito con il dire che la cena, organizzata da Daniela avvalendosi della professionalità di un ottimo catering, era deliziosa.
Abbiamo mangiato davvero bene e abbiamo pagato una cifra assolutamente contenuta!
E poi io adoro la cucina etnica, quei sapori esotici e speziati mi fanno letteralmente impazzire!!!!
Forse distratti dall'ottimo cibo e dalle chiacchierate amene, la discussione del libro è stata abbastanza sterile: bello, mi è piaciuto, non mi è piaciuto, così così...
Nel complesso il libro ne è uscito senza infamia e senza lode. Forse i libri belli, interessanti ma non bellissimi suscitano discussioni abbastanza piatte. Vuoi mettere quelle discussioni accorate di libri che o ami o odii!!!
Fatto sta che non ricordo quasi nulla di quello che ci siamo detti ieri sera approposito del romanzo LA MASSERIA DELLE ALLODOLE di Antonia Arslan.


Catia ha fatto fatica all'inizio, Claudio ha trovato pesante il finale e abbastanza noioso tutto il romanzo, nemmeno la loquacissima Cristina si è dilungata più di tanto nella discussione del romanzo in questione (e non mi aiuta nemmeno con Anobii, visto che non ha lasciato nemmeno un commento), Stefania e Rita l'hanno apprezzato... o forse no, Marilaura si aspettava qualcosa di più, più storia, più fatti, a Daniela è piaciuto e ci consiglia di guardare anche il film, Maria non l'ha letto.
E io? Non ricordandomi la discussione di ieri posso parlare per me.
La prima volta che lo lessi, circa sei o sette anni fa, la storia tremenda dell'eccidio degli armeni del 1915, le sue dinamiche, la sua crudeltà, avevano preso il sopravvento e al tempo diedi al libro un voto molto alto. La rilettura ha messo in luce quei difetti che l'emotività aveva celato. Soprattutto l'ultima parte, a mio avviso, sembra una storia di avventura per ragazzi, con dame francesi che cercano l'emozione nell'avventura, carrozze con doppio fondo, una città che continua nelle sue frivolezze senza quasi accorgersi dei miasmi di morte che appestano le sue porte, e poi finti malati e veri medici, estremi sacrifici, e finalmente la salvezza.... ma il tutto viene descritto velocemente, in fretta, concludendo in poche righe una storia che avrebbe meritato un finale un po' più introspettivo.
Come accade spesso nelle mie letture degli ultimi tempi, le vere eroine sono le donne: donne belle, coraggiose, generose e piene di grazia nonostante la tragedia che le schiaccia e le uccide.
Presenti alla serata: io (Francesca), Catia, Claudio, Rita, Marilaura, Daniela, Maria, Cristina e Stefania.

Su Anobii non ho trovato nessuna recensione ne' da Stefania ne' da Cristina, che di solito le lasciano sempre. Se lo dovessero fare nei prossimi giorni provvederò ad aggiungerle qui.

E infatti, ecco qui  il commento di Cristina e il mio.

CRISTINA:
Secondo me non ha molto senso valutare questo libro nella sua qualità letteraria. Il lettore, se appena è dotato di un poco di empatia, si lascerà travolgere dalla tragedia, e lascerà perdere la forma.
Di buono ha sicuramente che è scritto in maniera asciutta e non ci sono descrizioni particolarmente cruente delle violenze perpetrate su questo popolo. Proprio per questo risulta efficace: la violenza e la crudeltà le immagini e il loro impatto è maggiore, e più profondo.
Purtroppo non ha nulla di storico: rimane il racconto della tragedia di una famiglia più che di un popolo. Emblematica, sicuramente, ma non esaustiva sui motivi politici e economici che stanno dietro a questo genocidio di cui non si parla mai.
Nel mio caso, che sono lettrice che si affeziona ai personaggi, la lettura ha lasciato poco: sono, secondo me, tutti poco approfonditi e mancano di personalità. Del resto la Arslan trascrive i racconti del nonno e degli altri familiari, ascoltati da bambina, e aggiunge poco di suo, non so se per scelta stilistica o perchè riteneva che fosse meglio così. In questo modo il romanzo resta asciutto nella forma, ma manca secondo me di quel qualcosa in più che lo avrebbe reso vivo e indimenticabile.


FRANCESCA:
La rilettura mi ha vista evidentemente più fredda rispetto a ciò che andavo leggendo. Se la prima volta la crudezza della storia aveva nascosto tutto il resto, stavolta mi sono resa conto di alcune povertà nel linguaggio e anche di alcuni difetti di forma, soprattutto nella parte finale del libro.
Resta comunque un ottimo romanzo che racconta, senza approfondire dal punto di vista storico, una delle pagine più tragiche della storia del 20° secolo vista dal punto di vista di una famiglia armena che vive tranquillamente in una piccola cittadina dell'Anatolia.
Tre stelle e mezzo


E adesso veniamo al prossimo appuntamento.
E' stato estratto il mio nome e io ho proposto come lettura del mese SE UNA NOTTE D'INVERNO UN VIAGGIATORE di Italo Calvino.


Ci incontreremo MARTEDI' 7 LUGLIO alle ore 20.00 a casa di Daniela.

A presto e BUONE LETTURE A TUTTI
Francesca

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